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Il bambu’ contro l’inquinamento delle citta’

Creato il 19 ottobre 2011 da Rossellagrenci
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Se a luglio GreenME sconsigliava di piantare il bambù nel proprio giardino, dandone 5 validi motivi, bisogna comunque ricordare che nel protocollo di Kioto viene raccomandato di piantarlo nelle città, perchè alcune specie di questa pianta riescono a produrre il 35% di ossigeno in più rispetto ad altri alberi.

Questa notizia l’ho letta nel libro di Serena Dandini (la mia lettura autunnale serale).

Il bambù è utilizzato fin dall’antichità, ma trova svariate applicazioni  nelle case moderne (mobili e parquet), o nell’abbigliamento. Per molti, il bambù può addirittura essere definito la soluzione ecologica del secolo.

Il bambù cresce rapidamente (può arrivare addirittura ad un tasso di crescita di 60 centimetri al giorno). Infatti, mentre gli alberi che forniscono il legno solitamente utilizzato in varia maniera nelle nostre case impiegano tra i 50 e i 150 anni per crescere, il bambù può essere raccolto già dopo 4 o 5 anni. È una pianta estremamente adattabile, che ha più di 1300 varietà e che può tollerare le condizioni atmosferiche più diverse.

Quando si coltiva il bambù non bisogna utilizzare concimi e, poichè è resistente agli insetti, non servono antiparassitari: in questo modo si preserva il suolo, in quanto si può rinunciare a fertilizzanti inquinanti.


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