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Il bandito Giuliano e la campagna elettorale del 1948

Creato il 21 febbraio 2012 da Casarrubea
Il bandito Giuliano e la campagna elettorale del 1948

Giuliano Settimana Incom VII 50

Pubblichiamo, di seguito, il discorso manoscritto che il bandito Giuliano avrebbe dovuto pronunciare ad una emitytente radiofonica in occasione delle elezioni politiche del 18 aprile 1948. Le consultazioni  si svolsero dopo un anno di rinvii dovuti alla convinzione che l’Italia, così come era uscita dal referendum istituzionale del 2 giugno 1946, sarebbe stata consegnata alle forze socialcomuniste. Così la data fiossata per il voto degli italiani slittò dalla fine del 46 alla fine del ’47 e da qui alla primavera dell’anno successivo. Una paura non infondata che animò i ceti latifondistici e imprenditoriali spingendoli verso il neofascismo o quei partiti centristi che, come la Democrazia cristiana, aspiravano a estromettere la sinistra dal governo De Gasperi. 

Nonostante questa situazione di grande pressione, volta a spostare a destra la politica italiana,  in Sicilia la tornata delle elezioni regionali del 20 aprile 1947, fu vinta dal Blocco del Popolo. Da quel momento nulla fu più risparmiato per eliminare “l’infezione comunista”. 

La banda Giuliano, tranne qualche pesce piccolo, rimase quasi intatta e fu utilizzata come un vero plotone di esecuzione contro il Pci e il movimento sindacale. Nessun bandito fu arrestato e a Giuliano si diede addirittura lo spazio per esibirsi in un pubblico comizio presso una radio clandestina che trasmetteva da Trapani.

L’Archivio Casarrubea ha recuperato questo discorso. Il documento si trova in Archivio Generale della Corte di Appello (Seconda) di Roma, ed è incluso nella cartella 1 vol. A. Risulta acquisito agli atti del processo di Viterbo, e oggi restituito agli Archivi di questa città.

 Il testo dattiloscritto presenta diverse correzioni e numerosi tagli. E’ da ritenere che sia stato trascritto dal bandito di Montelepre su un canovaccio generale o sotto dettatura o su un altro testo ricopiato. La forma stilistica non è quella del bandito, ma la grafia è la sua. Nella stesura definitiva, quindi, si ha un prodotto a più mani sul quale in ogni caso il consenso del bandito doveva essere totale.

Viene riprodotto, qui, con tutti gli errori e senza le diverse correzioni e i numerosi tagli che non sono certamente da attribuire al bandito. Risulta inviato al ‘Giornale di Sicilia’ il 12 aprile 1948, ma non pare sia stato mai pubblicato per intero dal giornale. (GC)

Per leggere il testo clicca qui:


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