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Il Battaglione Azov: Il lato oscuro della guerra ucraina.

Creato il 07 marzo 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

I gruppi paramilitari in Ucraina e il mistero del Battaglione Azov

Intorno alla situazione politica ucraina si sono scritti nell’ultimo anno numerosi articoli. Ci si è interrogati sui potenziali sviluppi di questo conflitto che da alcuni esperti è stato ribattezzato una “Seconda guerra fredda”. Il Donbass da una parte e Kiev dall’altra, i miliziani separatisti e le autorità governative, i filorussi e i fedeli alla capitale. Ma nessuno si è chiesto chi siano quegli “uomini in nero” conosciuti come il Battaglione Azov.

Il Battaglione Azov e il simbolo del Wolfsangel

Forse pochi sanno che il Battaglione Azov è un reparto paramilitare nazifascista che in Ucraina è inquadrato nella Guardia Nazionale. Il suo ruolo principale è quello di ostacolare le operazioni di guerriglia attuate dai separatisti nell’Ucraina dell’Est dal 2014 a oggi. La sua composizione interna vede la presenza massiccia di volontari che confluiscono dall’estrema Destra ucraina. Non è tuttavia raro incontrare nelle fila del battaglione uomini provenienti da altri Paesi europei, tra cui l’Italia, la Francia e la Spagna. A rappresentare il Battaglione Azov campeggia il simbolo del Wolfsangel, già presente in passato presso la SS-Panzer Division “Das Reich“. Essa fu creata nel 1939, quando si rese necessaria la fusione dei tre reggimenti delle SS: Deutschland, Germania, Der Fuhrer, che erano stati protagonisti della campagna militare in Polonia, nonché del massacro di Oradour-sur-Glane.

La simbologia runica

Il simbolo del Wolfsangel, traducibile letteralmente come “dente di lupo“, è un’antica runa le cui origini si perdono nell’antichità più remota. L’alfabeto runico fu usato anticamente dalle popolazioni germaniche, tra le quali si ricordano gli Angli, i Goti, gli Juti e i Vichinghi. Vi sono, tuttavia, delle iscrizioni runiche addirittura in Italia, e per la precisione risalenti al tempo dell’invasione normanna nel sud della penisola. La loro presenza è attestata nel Santuario di San Michele Arcangelo in provincia di Foggia. I primi Normanni ad aver raggiunto l’Italia – prima della significativa conquista dell’Inghilterra – sono del periodo che va dal 1000 al 1016, ed essenzialmente ricoprendo il ruolo di supporto ai pellegrini che viaggiavano in direzione del Santuario di San Michele. Secondo alcuni studi, l’alfabeto runico apparterebbe al gruppo linguistico dell’alfabeto italico, di derivazione etrusca, al quale sono riconducibili cinque varietà di lingua. L’origine delle rune viene fatta risalire al periodo storico che vide l’Italia meridionale come il fulcro del processo di colonizzazione intrapreso dai Greci. E proprio per ragioni culturali e geografiche, il nucleo effettivo di questa neo-genesi linguistica sarebbe da ricondurre alla città di Cuma, dov’è attestato l’incontro fra la popolazione greca e la civiltà etrusca. Nonostante la centralità da attribuire all’area meridionale dell’Italia, sono state successivamente rinvenute iscrizioni runiche in zone alpine e prealpine, e di riflesso si è ravvisata una certa parentela fra il Leponzio, il Retico e il Venetico. E in linea con ciò, l’alfabeto di Lugano ricoprirebbe addirittura il ruolo di testa-di-ponte fra l’etrusco e il runico.

Il rapporto fra i gruppi militari e il governo di Kiev

La costituzione del Battaglione Azov e dei gruppi paramilitari di supporto al governo di Kiev si inserisce in un preciso momento storico in cui la stabilità istituzionale ucraina è messa particolarmente a dura prova da dinamiche interne e internazionali: la deposizione di Viktor, Janukovic, la perdita politica della Crimea e la diserzione in massa tra le fila dell’esercito governativo. I gruppi paramilitari si sono dunque resi del tutto simili, all’interno di una tale situazione di instabilità generale, a una stampella alla quale appoggiarsi per le autorità della capitale. Tra i gruppi di maggior rilievo si ricordano l’Assemblea Social-Nazionale (A.S.N.) e i Patrioti dell’Ucraina. Un vero e proprio polmone – parallelo all’esercito ucraino – che consta di quasi 12mila uomini, regolamentati dal ministro dell’Interno, Arsen Avakov, secondo quanto disposto nell’aprile 2014.

Il Battaglione Azov e la città di Mariupol’

Il Battaglione Azov è l’insieme di cinque unità distinte e sopravvive sotto finanziamento dell’oligarca ucraino, Igor Kolomoisky, che già precedentemente ricoprì il ruolo di governatore di Dnepropetrovsk. Il battaglione ha sede operativa a Urzuf, una città sulle rive del Mar d’Azov, a cinquanta chilometri circa dalla città di Mariupol’, che il 24 gennaio scorso fu vittima di una strage di innocenti al mercato cittadino. In quell’occasione l’artiglieria filorussa colpì il centro della città nell’Oblast di Donetsk.
Il 13 gennaio 2015, invece, la città di Mariupol’ fu investita dall’azione di forza del Battaglione Azov, che riconquistò l’area finita precedentemente sotto il controllo separatista.

L’immagine controversa e oscura dei gruppi paramilitari, operanti al fianco dell’eserciti ucraino, è stata evidenziata da Amnesty International, la quale – in un incontro dell’8 settembre 2014 tra il suo segretario (Sail Shetty) e il primo ministro ucraino (Arseniy Yatsenyuk) – ha chiesto al governo di Kiev di dare un segnale concreto d’arresto dei crimini di guerra perpetrati dai gruppi paramilitari in azione in Ucraina.

Tags:battaglione azov,gruppi paramilitari,Guerra,kiev,putin,ucraina

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