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Il Belpaese della censura. Italia al 61° posto in libertà d’informazione

Creato il 18 aprile 2012 da Buenobuonogood

Il Belpaese della censura. Italia al 61° posto in libertà d’informazioneNon c’è bisogno di commentare i dati. L’Italia passa dal 49° posto nella classifica della libertà d’informazione 2011 al 61° nel ranking 2012.

C’è chi pensa che non sia importante questa notizia ma purtroppo è una delle più importanti che potrete leggere oggi. Ovviamente non la leggerete sui quotidiani e non l’ascolterete al telegiornale.

La censura, il cancro dello sviluppo di qualsiasi Paese, il male che impedisce l’evoluzione dell’uomo, che ne limita la libertà e lo uccide, si sta espandendo sempre di più. La nostra Italia è abituata ad essere vittima dei soprusi di politici bugiardi e conigli e di banchieri censori e mafiosi… è abituata… che schifo, che vergogna, che pecoroni… e le cose stanno andando di male in peggio.

Mario Monti & Co., factotum dei capi mafiosi della finanza nazionale ed internazionale e del potere del sacro censore, il Vaticano, sanno che ridurre la libertà di stampa ed informazione, censurando, approvando decreti legge contro i giornalisti ed impedendo la libera associazione e manifestazione ai cittadini, significa più potere e controllo e meno impedimenti per portare avanti i propri loschi affari, come la produzione di armi ed il lavaggio degli introiti che ne derivano.

Ricordate sempre che l’Italia produce armi (Finmeccanica, ad esempio, è all’8° nella classifica mondiale dei produttori, ndr) e ne finanzia la produzione ed il commercio in tutto il mondo. Questo è quello che fanno i nostri, produrre armi e spendere i soldi per fare la bella vita. L’Italia è marcia solo che ha sempre saputo l’importanza dell’arte del maquillage e del teatro. Il Belpaese…

Risorgeremo? Solo se lo vorremo, solo se agiremo come uomini a cui stanno rubando la propria libertà, la propria vita. Se continuerete a fregarvene, a soffrire in silenzio, a fare il loro gioco per assicurarvi una lauta pensione e non dovervi preoccupare, a gridare al bar per poi belare in fabbrica, a pensare solo al vostro giardino senza compromettervi e pensare se state facendo qualcosa di buono, morale e giusto per il bene e la salute degli altri, rimarrete sempre omuncoli e donnette.

È tempo di agire, piagnucoloni e narcisisti di tutte le età, è tempo di risolvere la vostra ignoranza e oltrepassare il confine della vostra innata paura. Non uccidetevi.

Guardando da fuori la mia bella Italia, mi rattrista vedere tanta inerzia, mentre arrivano fin qui le grida ed i pianti di un popolo pecorone, che continua a non fare altro che lamentarsi e piagnucolare… lacrime di coccodrillo.

61° posto. Vi vogliono come animali domestici.

Matteo Vitiello

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