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Il Benfica è in finale   dopo ventitre anni

Creato il 02 maggio 2013 da Mbrignolo

ABolaTECNICA (Estadio da Luz, Lisbona). La Chama Imensa, l’enorme fiamma, dell’Estadio da Luz, il dodicesimo uomo schierato nelle partite casalinghe, ha spinto il Benfica a raggiungere, dopo un lungo inseguimento, la prima finale europea dopo 23 anni, dopo la finale di Champions League persa nel 1990 contro il Milan. I portoghesi vanno ad Amsterdam a disputarsi quella che sin dai quarti sembrava la finale annunciata contro il Chelsea dopo essere stati negli ultimi 4 anni sempre nelle prime otto di una competizione europea: eliminati dal Liverpool nei quarti della Europa League nel 2009-2010, dal Braga in semifinale nel 2010-2011, nei quarti di finale della Champions League dello scorso anno proprio dal Chelsea.

Dopo essere usciti con il minimo danno dallo stadio del Fenerbahce una settimana fa in una partita dominata in lungo e in largo dai padroni di casa, gli uomini di Jorge Jesus hanno dovuto soffrire fino all’ultimo secondo prima di esplodere nella gioia finale. Passati in vantaggio all’8′ grazie ad una rete di Gaitan i lusitani sembravano avere la strada in discesa verso la qualificazione in una partita dove tutto appariva facile e le occasioni rosse si sprecavano ma al 23′ in una delle prime uscite del Fenerbahce un calcio di rigore, assegnato per un fallo di mano al limite dell’involontarietà, realizzato da Kuyt ha spento i cori gioiosi in gola ai tifosi assiepati nell’Estadio da Luz. E’ Cardozo l’uomo della qualificazione: al 35′ riporta in vantaggio il Benfica entrando in area e mettendo la palla alle spalle di Demirel. Ancora lui al 66′ mette a segno il goal del 3-1 che fa nuovamente pendere la bilancia dalla parte del Benfica su assist di Luisao. E’ una mezz’ora di sofferenza: i padroni di casa cercano di gestire la partita e far scorrere il tempo con tutte le armi dell’esperienza, il Fenerbahce prova qualche sortita per la rete che avrebbe il sapore della beffa che non arriva grazie a un paio di ottimi interventi del portiere Artur.

Al triplice fischio la Chama Imensa può esplodere: si va ad Amsterdam per entrare nella storia, per scrivere il nome del Benfica sull’albo d’oro di una competizione europea 51 anni dopo la vittoria in Coppa dei Campioni del 1962, erano i tempi di un giovane Eusebio e di Coruna e nel Real sconfitto giocava ancora Puskas, e, vedi gli strani incroci del destino, si era ad Amsterdam come avverrà tra due settimane.


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