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Las Cases raccolse in 18 mesi le confidenze dell'Imperatore che trascrisse con l'aiuto del figlio quindicenne. Già nel 1816 Las Cases lasciò Sant'Elena, ma il perfido Hudson Lowe gli sottrasse il prezioso manoscritto.
Solo dopo la morte dell'Imperatore il Conte riebbe le sue carte e pubblicò quello che sarebbe diventato un vero e proprio best seller.
Il successo che il pubblico concesse al "Memoriale" non fu lo stesso che gli riservarono la critica e gli storici. Questi ultimi hanno rimproverato a Las Cases l'introduzione di troppe aggiunte e aggiustamenti che avrebbero stravolto il pensiero dell'Imperatore.
Comunque sia il Memoriale di Sant'Elena ebbe l'effetto di rinverdire la fama e le gesta dell'Imperatore.
Bonaparte comprese subito che avrebbe dovuto dare la sua versione dei fatti, sapeva, infatti che la Storia la fanno i vincitori e che la sua figura sarebbe stata rappresentata come quella del dittatore, del malfattore sanguinario che aveva condannato a morte il fior fiore della gioventù europea.
Solo la sua parola di esule, imprigionato e trattato come un volgare delinquente poteva ribaltare la situazione.
Il Genio di Napoleone nemmeno questa volta fallì Las Cases e Bonaparte si intesero subito, già a bordo del Bellerophon, quando la sorte di Bonaparte non era ancora ben chiara. Napoleone avrebbe detatto le sue memorie al Conte che sarebbe così diventato il suo biografo.
Probabilmente Las Cases aveva scelto di seguire Bonaparte in esilio proprio avendo in mente questo obiettivo. In fondo il Conte a stento conosceva l'Imperatore, nè nel passato aveva dato dimostrazioni di fanatico affetto, eppure non esitò un attimo a chiedere a Napoleone di poterlo seguire.
Non bisogna dimenticare, inoltre che Las Cases con la penna ci sapeva fare, aveva infatti racimolato una discreta fortuna con un suo precedente scritto quell' "Atlante" di cui non manca di tessere le lodi anche nel Memoriale.
L'occasione che gli si proponeva era troppo ghiotta per lasciarsela scappare. Caso o studiata strategia, fatto sta che Napoleone e Las Cases capirono subito di avere bisogno l'uno dell'altro.
L'opera che ci è stata consegnata ha contribuito a creare quel mito che ancora oggi non tramonta, quello di Napoleone Bonaparte, Imperatore dei Francesi.
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