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Il bis di Augias

Creato il 23 marzo 2012 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Il bis di AugiasL’appuntamento quotidiano de Le Storie – Diario italiano raddoppia e alle 20.10 ci offre la possibilità di rivedere e riascoltare tematiche interessanti con la replica nel preserale di Raitre.  Con una scelta che non ha precedenti, la rete farà così conoscere il meglio del programma di  Corrado Augias  ad un pubblico decisamente “nuovo”.

L’incontro con Anna Coliva direttrice della Galleria Borghese, è per parlare di un luogo fantastico e di una mostra di tante opere che hanno lasciato il Louvre per tornare “a casa”. Evento eccezionale e unico la mostra celebra il patrimonio storico e culturale che per la prima volta dopo 200 anni ritorna nella sua collocazione originale, ossia Villa Borghese.

Il bis di Augias
Il suo creatore fu il Cardinale Scipione Borghese, nipote di Papa Paolo V Borghese, che nel Seicento concepiva come “teatro dell’universo con ogni sorta di delitia che desiderare et haver in questa vita si possa”. Appassionato di ogni forma d’arte, soprattutto antica e contemporanea  radunò sotto il suo tetto sculture antiche e tele di numerosi autori  poi, nel 1807 Camillo Borghese marito della bellissima Paolina Bonaparte vende  gran parte della collezione a suo cognato e da allora tutte queste preziosissime opere d’arte risiedono al Louvre. Per il giovane museo, inaugurato solo nel 1793 le acquisizioni arricchivano le raccolte con la più grande collezione privata d’antichità del mondo. Alcune sculture, come  Il Gladiatore, avevano suscitato grande ammirazione fin dai tempi del Rinascimento, altre erano ritrovamenti più recenti, provenienti da scavi condotti nei dintorni di Roma su terreni di proprietà dei Borghese.

Il bis di Augias
“I Borghese e l’Antico” è il titolo della mostra che ricolloca  statue,  busti,   bassorilievi,   colonne e i diversi vasi che sono stati riposizionati esattamente dov’erano collocati prima di lasciare l’Italia. I visitatori possono così contemplare l’Ermafrodito, che Bernini restaurò nel 1619,  trasformando il naturale appoggio marmoreo in un materasso sul quale la figura era mollemente adagiata e il Seneca morente, una Baccante alta due metri e venti; le Tre Grazie e il Supplizio di Marsia; il gigantesco Vaso Borghese con scene dionisiache, del 30 a. C. e tanto altro.

E se tutte le opere d’arte sparse nel mondo tornassero lì ove in origine erano collocate? Alla domanda del conduttore: “Dipendesse da Lei, restituirebbe i fregi del Partenone alla Grecia o li lascerebbe al British Museum di Londra?” Anna Coliva: ”Che domanda terribile!” risponde la storica dell’arte. “Gli Inglesi li hanno presi ma li hanno anche conservati benissimo. Le cose sono di chi se le merita. Noi non abbiamo tenuto tante cose perché non le abbiamo volute. I proprietari di tante opere d’arte, le grandi famiglie non hanno mai esitato a vendere i propri gioielli  per continuare a vivere agiatamente. Adesso stiamo facendo lo stesso vendendo pezzi di paesaggio. Vendere il nostro paesaggio serve a chi vuole continuare a mantenere un certo tenore di vita con l’idea che sia sempre meglio che lavorare.”

Il bis di Augias
Triste e amara conclusione. L’arte è un meraviglioso universo parallelo che permette di viaggiare nel tempo ammirando le opere, mentre si è osservati dagli sguardi vigili e immortali dei capolavori di ogni epoca. Tutta la villa è stata concepita e decorata in funzione dell’ opera che ospitava. Basta posare lo sguardo ovunque per rimanere senza fiato. Capolavori d’altri tempi che segnavano l’importanza di chi li possedeva. In passato dunque era l’arte che creava l’immagine della potenza,  oggi il denaro, arido esempio di valore contemporaneo.


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