E siamo ancora qui a parlare del blog e dei blog. La colpa? Datela a Moon Base. Anche lui, gruppo su fb, estensione della mia personalità, in special modo del lato goliardico e senza responsabilità. E tuttavia si parla e si discute, e talvolta escono argomenti interessanti: come quella su cosa faccia la differenza tra un buon blog e un blog deserto (ne parla anche Davide qui, proprio oggi).
E credete che io conosca la risposta? Ma chi pensate che sia, io?
C’è stato un momento, all’inizio di quest’anno, in cui mi sono sentito importante, perché una ragazza voleva pubblicare, a corredo della sua tesi sul cinema, una mia intervista. A me, a un blogger, a un dilettante che, è vero che vanta un titolo accademico, ma che di cinema in sé, secondo la il-logica attuale, non ne capisce nulla, dato che non l’ha mai studiato. Ecco, sono quelle cose che ti fanno capire che io, col mio blog, arrivo laddove molti critici blasonati non si sognano nemmeno di arrivare: a essere letti davvero, tanto per cominciare.
Non ho idea di che fine abbia fatto la ragazza in questione. Se si sia laureata, se abbia avuto un buon voto. Le auguro di sì. Ma la questione ha importanza relativa.
Ciò che conta è che, da quel momento, dal momento in cui ricevetti quella mail, ho continuato a portare avanti questo posto come nulla fosse, con la stessa lena e incoscienza di prima, applicando al cinema le consuetudini della letteratura.
Il risultato è che il blog piace ancora. E tanto.
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Parliamo di cifre. Nell’ultimo mese mi sono attestato sulle 500-600 visite giornaliere. Secondo Histats, le visite totali si attestano, nel momento in cui scrivo questo post, sulle 264415 in poco meno di due anni e mezzo, le pagine viste sono 593439, queste ultime con una media di 800-1000 pagine al giorno. Direi che sono numeri di una buona rivista settoriale. E che mi garantiscono la presenza in una certa Top Ten.
Cerco di aggiornare quotidianamente, al massimo a giorni alterni. Perché i motori di ricerca mi premiano, e perché i lettori, a volte, vogliono solo cose nuove. E tendono a dimenticare presto un blog (e discussioni relative, specie se non degenerano in flame) che non si rinnova con un certa frequenza.
Tento di fare amicizia con quasi tutti i commentatori, che ringrazio per i loro interventi.
La politica di registrazione, onde poter commentare i miei articoli non cambierà, meglio chiarirlo subito. Per il semplice fatto che tengo più alla qualità degli interventi che alla quantità. Mi piace ripetere che da queste parti commenta solo chi ha voglia di farlo. E tanto basta.
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Settimane devastanti, queste ultime, per il sottoscritto. Sono quasi scomparso dalla vita virtuale, dai vostri siti, eccetto rare comparsate e la colpa è della vita. Ma, ehi, non sarete mica tra quelli con la puzza sotto il naso del do ut des, del tipo: se non lasci un commento sul mio, io non commento sul tuo, gne gne gne. Non siete così, vero? E poi, la situazione è destinata a migliorare, credo.
B&N è andato avanti lo stesso. I perché, ormai, non importano più. Esiste, è stato creato perché, boh, mi andava di provare. Dietro non c’è una profonda esigenza, o l’ispirazione. Niente di ché. Aprire un blog non cambia l’esistenza. Non a me, almeno.
E questo, forse, è il mio segreto: un blog vive finché lo si aggiorna, l’abbiamo visto.
E l’aggiornamento, a patto di non scrivere post a cazzo, dicesi riempitivi, che non servono a nessuno, è non la regola, ma il comandamento.
Non esiste malumore, non esiste stanchezza o orario. Non esiste il blocco dello scrittore blog-version 2.0. Il blog, dal momento che s’è deciso di aprirlo, va aggiornato. E a tale imperativo io mi sottometto, a volte combattendo contro l’accidia.
Insomma, aggiornare B&N è talvolta una battaglia contro me stesso. Eppure, ogni volta che riesco a superare l’ostacolo, a dare nuova linfa a queste pagine, ne esco sempre più forte.
Il blog è un atto narcisistico, siamo d’accordo. E ciascuno di noi, che ne porta avanti uno, è innamorato della propria voce. Lasciare che questa voce continui a essere udita, per far sì che resti unica, tra poche, è atto egoista, ma è un dovere morale, dal momento che, intorno a quella voce, gravita un sacco di gente, voi lettori, che coi vostri interventi e la vostra presenza, le date spazio. Grazie.
E voi altri, si può sapere perché bloggate e come?