Sono nata negli anni 50’ e per me bambina di quel periodo e il Natale era la più importante festa dell’anno.
Non avevo grandi pretese di regali, anche perché le risorse economiche della mia famiglia non li permettevano, ma ho il ricordo delle piccole sorprese che i miei genitori mi facevano trovare sotto l’albero e la gioia che provavo, svegliandomi la mattina di Natale, nel trovarle sotto l’albero o davanti al Presepe!
Si perché l’albero e il Presepe non mancavano mai, così come non mancavano mai i profumi del Natale, quei profumi che amo ricordare e risentire perché mi danno un senso di gioia e mi rassicurano.
I miei Natali hanno il profumo del fumo della stufa in cucina, della condensa che bagnava la finestra, e del brodo caldo che la mamma metteva a bollire la mattina di Natale.
Un brodo fatto con il cappone e il manzo che bolliva piano piano gorgogliando sulla stufa a legna e il suo profumo che riempiva la casa inebriandoci.
E la mamma, la zia Rita e la mia adorata nonna Angela li, intente a cucinare.
In una sorta di rallenty un po’ sfuocato, le rivedo in quella grande stanza, che era anticamera cucina e tinello insieme e le rivedo complici nel preparare con entusiasmo quello che era il nostro grande pranzo di Natale di cui oggi ricordo bene i profumi e sapori.
E poi c’era l’ allegria, l’allegria di stare insieme, tutti nella stessa casa attorno alla stessa tavola. L’allegria di stare oltre che con la mamma, il papà e mio fratello, con la nonna, con gli zii, con i cugini a condividere quel poco che c’era, e che per me aveva il sapore della felicità!