Il mercato del latte delocalizzerà sempre di più verso i paesi emergenti, che col recente sviluppo industriale hanno sete di latte e fame di burro e formaggi.
In particolare nel Sud-est asiatico,Sud America e Medio Oriente, aree nelle quali l’incremento del prodotto interno lordo (Pil) pro capite e l’abbandono dei regimi alimentari tradizionali verso diete con una maggiore presenza di proteine animali, sta facendo lievitare la domanda del bianco alimento. Si tratta di una tendenza iniziata qualche anno fa, che sta spostando il baricentro del mercato lattiero-caseario mondiale e avrà ripercussioni importanti sotto il profilo economico e ambientale, sia nelle aree a lunga tradizione di allevamento bovino – Unione europea ed Italia compresi. Nel biennio 2007-2009 il consumo mondiale di burro si è stabilizzato a quota 9,7 miliardi di tonnellate l’anno, ma le previsioni al 2019 indicano un incremento a 12,3 miliardi di tonnellate l’anno, il 73% delle quali indirizzate ai Paesi non Ocse (Africa, Asia, Medio Oriente, Europa Orientale, ex Unione Sovietica, Centro e Sud America). Discorso analogo per i formaggi (da 19,3 a 23,1 miliardi di tonnellate) e per il latte intero in polvere (da 4,2 a 5,5 miliardi di tonnellate nel 2019, l’83% venduto nei Paesi non Ocse). Il mercato mondiale di latte e derivati -spiega un’analista del Clal, società italiana di consulenza sul settore lattiero-caseario attiva dal 1962- si fonda su quattro prodotti principali: formaggi, burro, latte intero in polvere e latte scremato in polvere. Questi ultimi possono essere reidratati per il consumo umano o per la trasformazione in derivati del latte come i formaggi, oppure come ingrediente per gelati e altri prodotti dolciari. Lunga la lista dei Paesi che acquistano polvere di latte: dalla Cina a tutto il Sud-est asiatico, fino a Nigeria, Venezuela, Egitto, Messico, Russia. Ma anche la produzione di latte nei Paesi di recente sviluppo è in aumento: secondo dati Ismea, nel 2010 la Cina ha accresciuto la sua produzione del 2,4%, il Messico del 2,8%, il Brasile del 4%, l’India del 4,5%. In alcune zone stiamo assistendo a un’accelerazione produttiva senza precedenti. (Fonte) I grandi player internazionali del settore non stanno a guardare: così Nestlè, i francesi di Lactalis e Danone e gli olandesi di Friesland Campina, i quattro principali gruppi del settore lattiero-caseario hanno invaso il mercato dei paesi emergenti e sono impegnati in una girandola di acquisizioni e partnerships.
Produrre formaggi e mozzarelle in Africa, nuovi business per startup
In questo scacchiere c’è spazio anche per i piccoli. Ecco che per esempio in Egitto nel 2008 è stato inaugurato un piccolo caseificio per la produzione di mozzarella di bufala (link). A dimostrazione di ciò, qualche tempo fa sono stato contattato da un’associazione che sta progettando una linea di imbottigliamento del latte in Etiopia. Pochi giorni fa invece mi scrive un lettore italiano trasferitosi in Egitto. Sta intraprendendo un’attività di trasformazione di latte per produrre mozzarella. Ha trovato un casaro campano ed ora cerca una macchina filatrice (per produrre la mozzarella dalla cagliata), per completare il suo caseificio. Sta cercando una macchina filatrice usata. Si chiama Anthony e se qualcuno vuole proporgli un affare, è libero di lasciare un commento o mandargli una mail a antonydeivecchis(at)yahoo.it