Ieri una mia allieva, appena rientrata da Valencia, mi ha portato questo…
Racchiude due miei grandi amori: quello per le agende e quaderni dove io posso scrivere e scarabocchiare a penna (ne riempio davvero una quantità industriale, fin da quando ero ggiovane) ed il bussino della Volkswagen. Quando si pensa a lui vengono in mente fricchettoni e surfisti, ed entrambi sono sinonimi della stessa cosa: la libertà del movimento! Il viaggio lento, quello che si gode il percorso, il potersi fermare in qualunque luogo, la leggerezza di spostarsi con poche cose al seguito, il bello dell’improvvisare, la sicurezza di una mini-casetta sempre a disposizione, lo stile indiscutibile di un mezzo dal design funzionale. Chi possiede un “van” o “bus” (per gli amici bussino) di solito lo chiama per nome, come uno di famiglia, lo personalizza come fosse un’abitazione, lo rende ospitale come una salotto. Perché sul quel bussino non sai mai chi ci potrà salire… Io, prima o poi, un bussino tutto mio lo vorrei tanto avere: giallo e fuxia, of course, con la tappezzeria piena di banane e uno squadrone di papere di gomma sul cruscotto. E i miei gatti appollaiati al posto del passeggero ;)
“En un libro me han contado que en el fuego ja està escrito, que esta vida es puro sueno y que el mar no tiene dueno“. Buon viaggio…