Vatti a fidare degli amici. Tu condividi con loro le tue passioni e loro, in cambio, ti accoltellano alla schiena. O magari ti sparano al fondoschiena. La sostanza non cambia.
Ho scoperto che la schiera di cani da caccia dal profondo spirito antivenatorio non si limita al sabotaggio, ma ha anche un proprio braccio armato, pardon, una zampa armata.
E’di qualche giorno fa la notizia che un cacciatore di Salt Lake City è stato impallinato dal proprio cane mentre erano a caccia di anatre. Pare, infatti, che il cacciatore sia sceso dalla barca per andare a prendere altre esche lasciando - un fulmine di guerra, non c’è che dire – il fucile incustodito e senza sicura. “Tanto” avrà pensato “chi vuoi che tocchi un fucile dentro una barca in mezzo all’acqua?!”. Eh, chi lo tocca? Il cane. Il cane, infatti, è salito sul fucile e ha inavvertitamente (forse!) fatto partire un colpo che – di tanto spazio a disposizione – ha preso in pieno il sedere del cacciatore, che è stato graziosamente decorato da 27 pallini. Praticamente un albero di Natale. Il cane pare sia stato rinviato a giudizio per omicidio colposo…
Si è invece deciso di non procedere contro la volpe bielorussa che ha gambizzato il cacciatore che le aveva appena sparato. In quel caso, è legittima difesa. A Grodno, infatti, un cacciatore aveva appena colpito una volpe e si apprestava a finirla a mani nude quando si è accorto che questa bestiola tanto morta non era. E nemmeno troppo stordita, visto che è balzata in piedi e nel corso della colluttazione ha fatto partire un colpo dal fucile del cacciatore che lo ha ferito ad una gamba.
Ragazzi, io non vorrei dire, ma qui i cacciatori diventano prede e le prede si ribellano…I rapporti sembrano rovesciarsi. Che ne pensate, noi umani dovremmo prendere l’esempio?!