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Il cacciatore di Dote di Ornella Albanese

Creato il 09 aprile 2014 da Junerossblog
Direttamente dalla scrivania di Noco
Il cacciatore di Dote di Ornella AlbaneseTrama:
L’ha sposata per denaro,
ora vuole il suo cuore
Sommerso dai debiti, il conte Lupo Sanminiati ha solo un modo per evitare la prigione: trovare al più presto una moglie ricca. Con una lista di giovani aristocratiche adatte allo scopo, il nobile si reca a una festa danzante e dà inizio alla caccia. Ma le voci del suo dissesto finanziario, purtroppo, si sono già diffuse rendendo vano ogni sforzo. Tutto sembra perduto, finché si fa avanti Aurea del Poggio, che Lupo non aveva preso in considerazione perché troppo insignificante. La ragazza gli propone l’accordo che lui desidera, però fin dalla prima notte di nozze si troverà impreparata a fronteggiare il tipo di vita che l’aspetta al fianco del marito. E l’unica soluzione possibile ferirà profondamente Lupo, rischiando di compromettere il futuro di entrambi…
Commento:


Non ho ancora capito se preferisco Ornella Albanese in versione medioevale o ottocentesca. Nel dubbio, io continuo a divorare qualsiasi suo libro, senza, peraltro,  mai restarne delusa, benché il romanzo storico non sia il genere che prediligo ormai da tempo.
In entrambe le epoche, le vicende che quest’autrice sa creare sono appassionanti, anche grazie al fatto che, al di là della profonda documentazione che appare evidente,  per ogni periodo lo stile, seppur riconoscibilissimo nella sua chiarezza, efficacia e leggerezza,  ha sfumature diverse: più elegante quando si tratta di descrivere la nobiltà e lo sfarzo ottocentesco, più essenziale e sferzante quando si parla di oscuro medioevo. In questo caso ho ritrovato lo stile elegante che contraddistingue l’epoca trattata.
 Mi affascina sempre molto il mondo della nobiltà italiana ottocentesca, scintillante, godereccio e un po’ ipocrita.  Ma più di ogni altra cosa mi interessa l’ambientazione “nostrana” in cui mi riesce così semplice calarmi, e  la sempre articolata e ricca caratterizzazione dei personaggi. L’autrice è capace di creare un mondo complesso, variegato, fatto di nobili, spesso in declino e di solito molto conservatori, ma anche di borghesi in ascesa, più o meno ambiziosi, di popolani saggi, lavoratori e puri di cuore e di arrampicatori sociali che, anche quando si vestono bene e si comportano all’apparenza correttamente, alla fine si rivelano per cosa sono in realtà: con la loro sconfinata ambizione non esitano a  calpestare chiunque. Insomma: pennella alla perfezione la società del tempo cogliendone appieno tutti i chiaroscuri, con le  evoluzioni, i  tumulti, i cambiamenti serpeggianti,  più o meni evidenti.
Abbiamo così Lorenzo che, pur educato rigidamente alle regole della nobiltà, intraprende l’arduo cammino del cambiamento perché si rende conto di essere “tetro”, e pian piano si scioglie nel tentativo di vivere la vita senza che ogni avvenimento sia un peso o causi sensi di colpa; Gemma  che, forte di presunzione e denaro, crede che tutti le debbano rispetto, ammalata di un vero e proprio insopportabile quanto dannoso complesso di superiorità; Miranda che dentro l’aspetto di ingenuo bignè, racchiude un cuore tutt’altro che dolce  e cremoso; Fiamma che, da perfetta arrampicatrice sociale, pensa solo al proprio tornaconto e con la sua grettezza e meschinità alla fine  ottiene ben poco; Tristano, l’amico sincero che compensa appieno la mancanza di nobili natali con la nobiltà d’animo.
Ed Agnolo, un  personaggio tipico per l’autrice, un vero e proprio “marchio di fabbrica”, che aspetto sempre con ansia e non mi delude mai: colui il quale risolve le situazioni con una parola al momento giusto,  che, dietro l’apparenza mite di rassegnato servilismo, nasconde intelligenza viva e attitudine allo studio,  spirito attento d’osservazione e un autentico animo puro che attende, esamina, analizza e agisce: sa quando e come sdebitarsi.
E poi c’è Rebecca.
Un personaggio che da sola vale quasi tutto il libro: intelligente, arguta, schietta, buca le pagine fin dalla sua prima apparizione. Inizialmente ho sperato che fosse lei la protagonista femminile, ma il suo ruolo di amica e confidente mi ha soddisfatto davvero molto, sia per il taglio di personaggio fondamentale per la vicenda, sia per il premio, pienamente meritato, che l’autrice le ha voluto riservare.
Non mancano gli antagonisti, assolutamente negativi alcuni, grigi e maligni altri.
Ma l’unico grande nemico di sé stesso è proprio Lupo, che non crede di meritare nulla e quindi tende a distruggere, talvolta inconsapevolmente, tutto ciò che conquista, trascinandosi più volte sull’orlo del baratro.
Originale ed inedito il punto di vista di questo libro. Sapevo già che questa trama era nata attorno alla figura di Lupo, ma contrariamente a quanto mi aspettavo,  è il suo punto di vista a farla da padrone. In un lasso di tempo piuttosto lungo, circa tre anni,  vediamo come questo riesca finalmente nel suo proposito di riscatto sociale, scopriamo quanto sia stata profondamente infelice, al limite del trauma,  la sua infanzia e di quanto questa circostanza  l’abbia condizionato in ogni sua azione, sia di ribellione prima, di autodistruzione, poi, ed, infine di assoluta voglia di rivincita. Ho sviluppato una vera empatia verso questo personaggio, amandolo, ma odiandolo anche un po’, specialmente  all’inizio, eppure tifando per lui anche quando tutto sembra perduto… in più di un’occasione… Ed anche Aurea, la protagonista femminile, è in realtà una comprimaria, una figura che cresce, ma solo grazie a quest’uomo. Di Aurea infatti, vediamo quasi solo quel che riguarda il suo rapporto con Lupo,  e si comprende quanto questo suo amore verso di lui, talvolta  pericolosamente vicino ad essere distruttivo, la sproni invece ad aprirsi. Una donna in evoluzione, molto positiva, che grazie al proprio coraggio e alla propria  inesauribile forza d’animo, sa cambiare sé stessa e il mondo che la circonda, con garbo, educazione eppure risolutezza, trovando l’unica via per farsi notare ed infine far accendere d'amore l’uomo dei suoi sogni. La storia di una metamorfosi vista con gli occhi di un uomo (innamorato?).
 La scrittrice ha sviscerato in modo delicato,  romantico e profondo la nascita di un sentimento che scaturisce da un sogno di ragazzina da una parte e da una necessità che si trasforma in umiliazione inaccettabile dall’altra,  e cova sotto la cenere, si trasforma, si fortifica e infine divampa inarrestabile ed inesauribile. Non aspettatevi scene di passione esplicita e dettagliata: qui si parla di emozioni profonde, travolgenti e  vere, ma il tutto è trattato sul piano dei sentimenti, con una sensualità, un  sottile erotismo che è caratteristica  peculiare delle opere di quest’autrice.
Curiosa ed azzeccata la scelta dei nomi: Lupo, che aldilà della tipicità fiorentina, inquadra da subito il carattere astuto e letale, da cacciatore, di quest’uomo. Aurea, che dentro a un’apparenza non troppo attraente, nasconde un ‘essenza scintillante che non tarderà ad  emergere e la farà brillare anche nell’aspetto: proprio come una vena d’oro ben  nascosta nella comune roccia.
Una chicca: ho ritrovato con piacere la sartoria delle sorelle Pirani, luogo di trasformazione, ricordo lontano eppure nitido di un altro libro della stessa autrice ed ho riscoperto e riconfermato il paragone che già allora mi venne spontaneo: le tre sorelle assomigliano incredibilmente alle tre fatine della Bella Addormentata. In particolare la cara Isadora sembra proprio possedere una bacchetta magica: già riuscì a far risplendere, con stoffe pregiate, modelli originali, unici ed innovativi, ma anche fiducia e tanto amore, la timida e scialba Eugenia, ed allo stesso modo ha saputo scovare  la vena preziosa in  Aurea riuscendo a farla brillare, come meritava. Un vero portento!
In conclusione, ho avuto la fortuna di assaporare un altro successo di un’autrice che non manca mai di stupirmi con espedienti consolidati ben amalgamati a spunti del tutto nuovi e non posso che togliermi il cappello,  inchinarmi e porgerle i miei più vivi e sinceri complimenti.
 Ma, ormai si sa, io sono incontentabile e vorrei poter leggere  il lieto fine anche per chi ancora non l’ha avuto: sperare non costa nulla!

Noco

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