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Il calcio dell’ILVA

Creato il 27 novembre 2012 da Tnepd

Il calcio dell’ILVA

Il calcio dell’ILVA Non è giusto. Mentre la sinistra è intenta a frantumare cabbasisi con il pestello fino a ridurli a bosone sulla fondamentale questione primarie, con iRenzi che si lamenta – non ha coraggio di chiamarli brogli perché sa che comunque sarà l’Al Gore della situazione – i dati della Florida non arrivano, la gioiosa macchina dei conteggi si impalla e si pensa di riesumare alcune salme nei cimiteri delle regioni rosse per farli partecipare al grande evento democratico del ballottaggio (pure!); mentre accade tutto questo, dicevo, ecco l’imprevisto, il cigno nero. Le dolci note di Edith Piaf e di “Je ne regrette rien” – chi ha visto il film “Inception” capirà il riferimento – accompagnano il calcio nei denti che ci riporta tutti fuori dal sogno e nella realtà del capitalismo feroce dei nostri tempi. L’ILVA, nello stesso giorno in cui viene raggiunta dall’ennesimo provvedimento della magistratura a carico della proprietà e dirigenza, con accuse di associazione a delinquere, concussione e disastro ambientale, per aver tentato di minimizzare  e nascondere l’impatto ambientale delle sue emissioni, inchiesta iniziata dalla G.d.F. nel 2009, annuncia la chiusura dello stabilimento di Taranto e probabilmente di tutti gli altri in giro per l’Italia. Badge ritirati e, come antipasto, ferie forzate per 5000 operai. Con il Club dei Padroni che berlusconeggia di accanimento giudiziario e il governo che cincischia ma ha la tentazione anch’esso di prendersela con quei rompicoglioni dei magistrati che non si fanno mai gli affari loro ma quelli dei cittadini. Una bella sveglia, non credete? Roba da far uscire perfino dalla dormia di un paio di Roipnol. Ebbene, è tutta la mattina che cerco sulla prima pagina della Repubblica una reazione del PD a questo provvedimento ricattatorio, a questa serrata da capitalismo delle origini. Perché credo tocchi a quella cosa informe comunemente detta sinistra e non al governo di Goldman Sachs difendere gli operai e le loro famiglie che dipendono unicamente dal salario, che se manca loro sono morti, cosa difficile da far capire ai banchieri e alle loro puttane, me ne rendo conto.  Leggiamolo quindi il giornale. Prima notizia: “Renzi attacca sulle regole”. Interessante, saranno quelle della su’ moglie o quelle delle primarie? E poi: “Caccia ai voti di Vendola” (che forse, in queste ore avrebbe altro da pensare). Editoriali su “Rosy Bindi al tramonto” e “il vaffa di Rosy” e Concita che vuole farci andare in iperglicemia: “L’Italia siamo noi”. E l’ILVA? Aspetta, sotto c’è ancora la fondamentale notizia che si spartiscono le poltrone dei TG RAI. Eravamo in pensiero. Finalmente, si parla della tragedia degli operai. “Operai occupano l’ILVA”. I soliti comunisti. Il governo convoca i sindacati.  Confindustria: “Accanimento”, ça va sans dire.  Si ma, il PD, la sinistra? Niente, le uniche reazioni politiche sono della FIOM di Landini e della CGIL di Camusso, come da copione. Poi Clini, il ministro dell’ambiente che, scommetto, preferirebbe una canalizzazione di un molare piuttosto che dover affrontare questa rottura di coglioni giovedì con le parti sociali. Gli altri, i Passera, i liquidatori, gli esecutori fallimentari, zitti. Gli operai sono soli, come tutti noi. Faranno la fine degli esodati. Con Monti che articolerà con voce metallica un’altro principio fondamentale della Shock Economy. Non siamo mica in Sudamerica dove, se alle presidentesse girano i cosiddetti, ti nazionalizzano le aziende prepotenti, che credete. Aspetta, è cambiata la home page. Adesso l’ILVA è in pole position. “Operai occupano l’ILVA”. Arridaje. E la mamma della Cosa “teme per l’ordine pubblico”. Coraggio, mamma, manda a Taranto i bastonatori a rimettere in riga quei cialtroni. Ti eccita già l’odore del napalm? E il PD? Niente, ci sono solo le facce da cazzo di Bersani e Renzi che discutono di paletti e studiano modi per fregare l’avversario e portare a casa questo baby, la vittoria nelle primarie. Questo è il giornale di riferimento del regime piddino, per la madonna, significherà pure qualcosa questo disinteresse riguardo ad una questione di massima urgenza che coinvolge i LAVORATORI? Non siete andati a chiedergli nulla? Tutti hanno qualcosa da dire meno la dirigenza del Partito Democratico? Non sarà che nominare ILVA a Bersani e Vendola provoca qualche imbarazzo?  Gradirei che qualche piddino, tra una primaria e l’altra, una di queste domeniche trovasse il tempo di darmi un giudizio su questi imbarazzanti silenzi del prossimo governo di Vichy impegnato solo a fare il casting per il ruolo di Pétain.

P.S. Giusto per non fare favoritismi. Ecco Gramsci che può rivoltarsi nella tomba. Appena catturata, fresca fresca.

Il calcio dell’ILVA

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