Il 5 marzo scorso le parole shock di Felice Belolli sul calcio femminile: “Basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche”. Così il numero uno della Lega Nazionale Dilettanti si esprimeva durante una riunione federale. La risposta del calcio femminile, però, non si è fatta attendere e molte giocatrici sono “scese in campo” per protestare. Ecco di seguito una lettera di Alessandra Righetti, che in pochi giorni ha raccolto le firme e l’appoggio di tantissime squadre e giocatrici come Panico, Gabbiadini, Lazio, Ternana e via di seguito.
Ora basta. Veritiere o presunte, le dichiarazioni pronunciate dal Presidente della LND, Felice Belloli, ci hanno profondamente indignato. Non possiamo pensare che il vertice di una federazione, la nostra federazione, possa permettersi il lusso di fare tali dichiarazioni e restare impunito. Pretendiamo, innanzitutto, delle scuse. La nostra colpa non può essere solo quella di praticare, con passione e amore, uno sport che coinvolge l’intera nazione. Noi giochiamo a calcio. Femminile? Maschile? Basta etichette. Siamo stanche, deluse ma soprattutto arrabbiate.
Arrabbiate di sentirci dire che è uno sport da maschi e per maschi. Arrabbiate di sentire associato il nostro movimento ad un orientamento sessuale. Arrabbiate di sentire continuamente parlare di pari opportunità per poi vedere che effettivamente a stento ci viene concessa l’opportunità di giocare, considerate, da chi dovrebbe sostenerci a livello nazionale, un peso. Una zavorra da sopportare. Arrabbiate di sentirci dire che non ci sono fondi.
In un contesto dove, se l’Uefa, dati i consensi in termini numerici e monetari raggiunti in europa dal movimento femminile, è determinata a dare impulso allo stesso attraverso specifici programmi, come il Women’s Football Development Programme – WFDP, istituendo un budget annuo di 300 mila euro, noi ci ritroviamo una realtà associativa permeata da stereotipi oramai inaccettabili.
Ebbene, le dichiarazioni di Belloli hanno sminuito i valori reali dello sport, fatto di sacrifici, lacrime, ma anche tanti sorrisi. Atlete e donne che solo per passione hanno deciso di giocare a calcio.
Ma come movimento ne usciamo più forti. Oggi non esistono categorie o rivalità. Ci sentiamo tutte unite. Unite nel difendere quello che è non solo un nostro diritto ma la nostra vita e passione.
Queste le parole presenti nella lettera di Alessandra Righetti e di Nunzia Sorriso, portavoci di: Valeria Pirone, Gimena Blanco, Patrizia Panico, Melania Gabbiadini, Tatiana Bonetti, Manuela Giugliano, Aurora Galli, Elena Pisani, Enrica Lupo. Elisabetta Milone, Martina Zamboni, Flaminia Simonetti, Ambra Pochero, Emma Guidi, Alice Pignagnoli, Margot Grossi,Isabella Lamberti, Giada Bertelle, Anna Mazzatenta, Sandra Sommariva, Eleonora Goldoni, Rossana Rovito, Isak Ben Amor, Lucia Strisciuglio, Giorgia Castellan, Isolotto, Ita Salandra, Lazio, Firenze, HSM Femminile Milano, Napoli Dream Team, Prater Club, Milan Ladies, Lady Turris, Magna Graecia, Pontecagnano, Centro Ester, Real Salernitana, Padula. Domina Neapolis, Nocerina, Virtus Partenope, Napoli, Benevento, Fiammamonza, Salernitana, Maiorese, Seiseidue Aversa, Sant’Egidio e tante altre.