Benedetto Cavagliani abitava a Soriso, in quella che allora si chiamava La Piazzetta dei Porcelli.
Ogni martedì carricava il suo carretto di scarpe e scarponi (Soriso era il paese dei ciabattini) e se ne andava al mercato di Arona, dove si fermava fino a che non aveva venduto tutta la merce.Tornando verso casa, si fermava in una osteria di Oleggio, e prima di notte era di nuovo a Soriso. Negli altri giorni della settimana esercitava il mestiere di barbiere e soprattutto di callista, e per quest ' ultima attività era ben conosciuto anche nei paesi vicini.Ora accadde che in quegli anni ( precisamente era il 1907), si tennero nella nostra zona le grandi manovre militari,che coinvolgevano interi corpi d'armata e decine di migliaia di soldati. Nella sua qualità di comandante supremo delle forze armate intervenne anche Sua Maestà il re Vittorio Emanuele III, che alloggio' dal 28 agosto al 6 settembre nel palazzo dei conti Leonardi a Gattico. Da lì andava tutti i giorni al Colle della Madonna della Guardia ,sopra Bugnate di Gozzano, donde poteva osservare le manovre dell'esercito nel vasto bacino del Cusio. Ma il povero re soffriva di male ai piedi e di calli,e allora si dovette ricorrere con urgenza alle cure di un callista.Fu chiamato precipitosamente proprio il nostro Cavagliani, che visse così il giorno più emozionante della sua vita e il momento più sublime del suo mestiere di callista.
Conservo' gelosamente in una cassetta gli strumenti usati per la reale operazione, e questa sorta di reliquario è stato tramandato di generazione in generazione nella famiglia Cavagliani fino ai giorni nostri.Per i suoi anni a seguire l'argomento principe dei suoi discorsi furono i piedi del re, ma da quel giorno vissuto alla corte reale riportò anche alcune storielle e aneddoti, con i quali rallegrò le lunghe giornate di lavoro dei ciabattini sorisesi .Uno di questi racconti è arrivato fino a me; credo che vi sia molta immaginazione e un' atmosfera un po' boccaccesca, ma è divertente e lo condivido volentieri con i miei cinque lettori.Sul Colle della Guardia il re trascorreva parecchie ore, e tra le tante cose era necessario preparare un adeguato servizio igienico. Le autorità pensarono allora di scavare una grossa buca,sopra la quale venne costruito una specie di trono con il foro,il tutto naturalmente chiuso entro una grande camera.Ma come pulire le terga reali ( non c'era ancora la carta igienica) ?Qualcuno ebbe la grande pensata: facciamo accovacciare un omino nella buca, e quando il re termina la sua operazione igienica, l'omino sporge prontamente la mano e con un panno di lino bianco deterge il reale fondoschiena.Così avvenne.Ma il re, sentendosi accarezzare le nobili chiappe, si adombro' e si chino' sul buco per vedere cosa fosse successo. E qui accadde l'increscioso fattaccio ...L' omino, pensando che il re si sedesse per farsi ripulire, con maggior vigore ripasso' il panno, non più bianco ormai, ma invece che sulle terga reali, sui baffi reali : ciò che aveva tolto da una parte, il povero omino lo aveva deposto sul savoiardo volto!
Avanti Savoia, anche con la m....a sui mustacchi sovrani.
Pietro Teruggi