Si parla che siamo agli ultimi posti in Europa per numero di laureati e di ragazzi che frequentano gli istituti superiori. Eppure quando stai nei luoghi di attesa (ospedali, stazioni, poste, ecc..) senti i ragionamente delle persone (padri di famiglia sopratutto) che dicono che tutti studiano e nessuno lavora e vuol fare certi mestieri che se li prendono gli extracomunitari.
Allora avendo visto che al paese un giovane sui 35 anni ha aperto una “Calzoleria” passandogli davanti mi ha ispirato questa poesia. Che si trova su http://www.luogos.it. Nel n. 2 per chi vuole acquistarlo con poste pay o altra card e leggere le 70 pagine di altri autori e foto, architetti e pittori.
Il n. 3 sarà anche su carta e lo potete verificare sempre sul luogo o su facebook! A fine mese pronto!
Suole
Odore di colla,
martello risuola
il cuoio scivola a terra.
Afferra il legno,
uomo degno, smilzo, scalzo.
In mano una scarpa, titilla
la punta come le
dita di una donna un’arpa.
Si rimira la calzatura e
comincia la danza della
lucidatura, ora sei nuova
creatura!
Una vecchia macchina da cucire
può lenire le ferite
della pelle.
Mestiere ribelle che
usa l’arnese senza la forza
delle offese ma per chiudere le
bocche scucite da percorsi di strade smarrite.
Durerà il cammino di questa
città di periferia, oh uomo di
nuova calzoleria.