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Il campione e l’alluvione che hanno unito l’Italia

Creato il 31 ottobre 2011 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Il campione e l’alluvione che hanno unito l’ItaliaL’Italia ha bisogno di modelli positivi e Domenica Cinque, il programma di informazione ed intrattenimento pomeridiano di Canale 5, con la rubrica Dentro la notizia, curata e condotta da Claudio Brachino, ci ha dato un motivo, per sperare che la nostra Italia, non abbia perduto quei valori autentici che servono per guardare al futuro.

Il campione e l’alluvione che hanno unito l’Italia
Nel rito del funerale del Sic, le telecamere, le testimonianze, i servizi, gli ospiti ci rimandano un messaggio di coraggio. Merce rarissima di questi tempi. Valori sani: famiglia,  affetti,  amici, desiderio di sentirsi uniti,  semplicità del vivere quotidiano,  voglia di credere in un sogno. In un’Italia affogata nel fango diffamatorio di truffe, speculazioni, egoismi, bunga-bunga, che rimandano a risatine di scherno, ci si stringe, insieme, per aggrapparci  alla storia di un ragazzo morto sul lavoro, che credeva nella sua passione sportiva. Lo sport che crea e fa credere negli eroi. Eroi di tutti i giorni, con alle spalle una famiglia che ha avuto la forza di sorridere di fronte alla folla e aperto le porte di casa alla gente e ai media, offrendo tortellini, dolci e caffé: “Marco vorrebbe vederci ridere, sdrammatizzava tutto, e allora dobbiamo tenerlo in vita essendo sereni, lo dobbiamo fare per lui e per la sorella che ha bisogno di essere sorretta” -  Domenica prossima, durante il GP di Valencia, vorrei che invece di osservare un minuto di silenzio in onore di Marco, venisse fatto un minuto di casino con tutte le moto della MotoGP, della Moto2 e della 125 accese che rombano insieme”.

Il campione e l’alluvione che hanno unito l’Italia
E il tavolone immenso,  appena arrivato per quella che sarebbe divenuta  la casa di Marco e Kate, servirà ad accogliere  gli amici che vorranno tenere vivo il ricordo di questo ragazzo. Il padre racconta:È arrivata gente da tutta Italia e dall’estero per salutare Marco piangono e sono io a consolare loro. A volte penso che Marco sia stato un angelo. Questo calore mi fa sentire meglio e sta aiutando tanto anche noi. Credo che la chiave di tutto questo affetto sia il suo sorriso. Non so perché mi sono seduto vicino alla bara; mi sono sentito di buttarmi lì con la mia bimba.”

Dunque la vita coraggiosamente continua e vince sulla morte, i genitori guardano in faccia al loro dolore. La morte li ha avvolti, ma la passione e il talento del loro figliolo è arrivata a tutti. Si parla tanto della Tv del dolore, una Tv che specula sulla sofferenza, che entra tecnologicamente, con freddezza, nei meandri dell’animo umano per rimandarci la lacrima, l’emozione vera o finta dei protagonisti, vivisezionati dall’obbiettivo e dai microfoni. Ora quello stesso mezzo è divenuto speciale, ci unisce all’amore che circondava Marco e  ci accompagna nel vortice della semplicità. La Tv-testimone, ci fa del bene, ci rimanda a una società vera, e tutti, anche coloro che non seguono il motomondiale, oggi conoscono il sorriso scanzonato, la chioma riccioluta di questo eroe moderno. La tv ha registrato le emozioni che hanno seguito l’imprevedibilità dell’evento restituendoci in modo mediatico la magia dell’amore sincero. La sfida dell’uomo sulla velocità. Una competizione rinnovata sulla pista, dove la morte è sottintesa in ogni gara. La Tv oggi, ci parla di un‘Italia del Sic, da lui arrivano dei sentimenti veri. Una lezione di vita che stupisce, nel Paese che deve fare i conti con la crisi e la politica. Una lezione di talento, coraggio, fatica e sentimenti per essre il campione che corre cercando il limite.

Zoom Foto
Ma in questa Italia, bella e ritrovata, ci sono anche altri giovani, che accorrono volontariamente: gli angeli del fango. Si sono contattati l’un l’altro, abbandonando lavoro o studi , e hanno deciso di dare una mano. Ragazzi con tanta voglia di aiutare chi ha vissuto l’incubo dell’alluvione. Spalano fango senza sosta. E così  anche la  tragedia in Liguria ha i suoi eroi. Persone comuni che hanno donato la vita o che aiutano spinti dalla frase: “se fosse successo a me”! Un’Italia accomunata dai valori. Un’altra lezione di vita che andrebbe girata all’attuale classe dirigente. Ragazzi che non credono più nella politica delle parole e che hanno compreso che il marcio del potere non risolve i problemi.  Si sono rimboccati le maniche, nell’apocalisse di acqua e detriti. Incessante il  lavoro per togliere il fango da quello che resta. Lavorano in silenzio, dietro le quinte. Hanno rinunciato a giorni di festa per imbracciare pale e raschiafango e aiutare la popolazione investita dalla violenta ondata di maltempo. Lavorano senza una ricompensa, se non il “grazie” delle famiglie che aiutano a tornare alla normalità. Lavorano senza i privilegi delle auto blu e non  dite che è demagogia. Questa è l’immagine dell’Italia che non suscita risatine. Questi esempi devono avere risposte dalle istituzioni che  devono sostituirsi alle loro mani.

Il campione e l’alluvione che hanno unito l’Italia
Questa è l’Italia della normalità che vuole tornare ad essere tale. Un colpo di bacchetta magica che la Tv finalmente ci ha trasmesso: etica, senso di civiltà, valori, sentimenti, forza e coraggio, ed è giusto così. La Tv ha fatto il suo dovere, ora tocca all’Italia continuare ad aver voglia di cambiare.


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