Brindisi, oggi 19 maggio 2012.
Non ci si può credere. Una scuola, no. Una bomba davanti all’ingresso della scuola Morvillo Falcone, con timer puntato ad hoc sull’ora più propizia per colpire delle studentesse. Delle adolescenti che poi diventeranno donne. Meravigliose donne del Sud.
Non entro nello specifico, perché allo stato attuale delle cose non è possibile. Indagini ovviamente in corso: camorra oppure mafia oppure atto stragista da neo-terrorismo. Cancri sociali.
Ma non posso non scrivere. Perché ho visto il viso di Melissa in tv e mi è venuto un nodo alla gola. Non solo per il dolore, ma anche per la rabbia.
E stasera leggo su Facebook, in ogni dove, che questo accade perché viviamo in un Paese dove regnano la corruzione, l’illegalità, la mancanza totale di democrazia.
No. Mille volte no!
Nonostante il dolore e la rabbia, non mi faccio invischiare in discorsi di “profeti apocalittici”.
Provo dolore per la morte di Melissa, provo dolore per le altre ragazze che combattono ora in ospedale per le ferite riportate a causa di quella bomba. Ma quella bomba l’hanno messa degli infami.
E l’Italia non è un Paese di infami: noi italiani siamo persone civili, degne, che conoscono la democrazia e la vivono ogni giorno, grazie a Dio e grazie a chi ci ha preceduto.
La democrazia è VIVA più che mai e le bombe non la uccideranno mai, perché è nella nostra mente, nel cuore, nelle piccole e nelle grandi cose che facciamo ogni giorno.
Melissa è morta. E noi siamo arrabbiati neri.