Il canone del tè (Chajing) di Lu Yu è il più importante libro per quanto riguarda il mondo e la cultura del tè. Il testo è stato molto probabilmente composto tra il 758 e il 761 d.C. e si tratta del più antico volume esistente sulla nostra bevanda preferita, una fonte fondamentale per capire meglio le origini, il significato, la storia e la filosofia che sta dietro a quello che può sembrare una semplice tazza. Non solo. Essendo stato il primo testo di questo tipo fu utilissimo per tutti i mercanti di tè e fu il capostipite di una serie di trattati simili (ma non così esaustivi) chiamati chàshu.
Il canone del tè è diviso in tre capitoli dedicati a tutte le possibili tematiche legate al mondo del tè, dagli strumenti utilizzati (descritti in modo molto preciso) alla lavorazione delle foglie, dalle indicazioni per la preparazione dell’infuso a quelle per la degustazione fino alle aree di produzione e agli aneddoti. In quest’ultima parte ci sono dei veri e propri componimenti poetici. Per esempio in una lettera scritta da Liu Kun al nipote si legge: “In me ci sono stordimento e melanconia e spesso ricorro al vero tè per scacciarli”. O ancora si dice che il principe di Yuzhang, dopo aver assaggiato una tazza di tè preparata da un monaco sul monte Bagongshan esclamò: “Questa è ambrosia! Perché lo chiami tè?”. Secondo poi lo Za Lu (una miscela di memorie) scritto da Tao Hongjin il tè alleggerisce il corpo e rende immortali.Interessante anche il capitolo dedicato alla tazza migliore per il tè che deve essere di ottima porcellana con l’orlo arrotondato verso l’esterno. Altro dettaglio rilevante: deve essere verde-azzurra perché questo colore esalta le naturali sfumature del tè.
Forse può dare l’impressione, a una lettura veloce, che la preparazione del tè sia un tecnicismo, un rito con regole fin troppo precise, ma nelle parole dell’autore c’è anche tanto sentimento e, cosa che mi piace molto, voglia di condivisione.
Lu Yu
Chi è l’autore di quella che potremmo definire la “Bibbia del tè”? La storia riporta il nome di Lu Yu e, come spesso accade con personalità così importanti, la sua biografia mescola realtà e leggenda.
Dalle fonti sarebbe vissuto in Cina tra il 733 e l’804 e, grazie all’importanza della sua opera principale, Il canone del tè, è stato a lungo celebrato come il dio di questa bevanda.
Marco Ceresa
Il curatore italiano di questa opera è Marco Ceresa, un nome non nuovo a più esperti di tè in ascolto. Ceresa è infatti professore di lingua e letteratura cinese all’università Ca’ Foscari di Venezia ed è stato tra i primi a introdurre la cultura del tè nel nostro Paese. Oggi è presidente onorario dell’associazione italiana cultura del tè.
Il lavoro del curatore non è stato solo quello di tradurre l’opera e inserire le necessarie note per capire meglio quello di cui l’autore sta parlando. Nell’introduzione al libro Marco Ceresa ci aiuta a capire chi era Lu Yu, in quale periodo storico si colloca questo testo e ci regala alcune nozioni di base sulla pianta del tè, sulle tipologie (tè verde, tè oolong o wulong e tè nero) e sulla storia della bevanda in Cina e della parola che lo identifica, chá.
Consigliato? Sì, se volete avere una conoscenza più profonda del tè e di tutto ciò che lo circonda.