Sequestro immediato e distruzione di tutte le copie attualmente in vendita nelle migliori librerie italiane, oltre al risarcimento di un milione e 200 mila euro.
Questa era la richiesta formulata al Tribunale di Napoli, da Giovanni Cosentino, amministratore unico dell’Aversana Petroli e della Ip service, fratello del deputato del Popolo delle libertà Nicola Cosentino, già sottosegretario all’economia nel governo Berlusconi III ed ex coordinatore regionale del popolo delle libertà in Campania, nei confronti dei nove autore e dell’editore del libro “Il casalese ascesa e tramonto di un leader politico di Terra di Lavoro, pubblicato dalla giovane e coraggiosa casa editrice Cento Autori.
Il volume, acquistato alla fine di novembre e recensito per Notte Criminale, ripercorre in maniera precisa, la storia politico giudiziaria di Nicola Cosentino, un politico che in gioventù, come la maggior parte dei ragazzi, sognava di diventare un calciatore professionistico.
Nicola Cosentino, come ricordano diversi esperti di calcio dilettantistico, fine anni 70, era un centravanti di manovra, alla Paolo Rossi, per intenderci, che giocava nella squadra di Casal di Principe, denominata Albanova, guidata da Carmine Tascone, e dai fratelli Ninuccio e Tonino Tanziello. Ma il destino ha previsto un futuro diverso per Nicola , altro che ritiri precampionato, allenamenti quotidiani, partita domenicale etc…
Quel 14 e 15 Maggio in Italia ci sono le elezioni amministrative. Anche gli elettori residenti nel comune di Casal di Principe sono chiamati al rinnovo dell’assemblea cittadina. Il giovane Cosentino si candida nelle file del Partito Social Democratico Italiano, che ha come leader politici l’ex presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e l’onorevole Filippo Caria, ma che in Campania è rappresentato da uomini come Salvatore La Marca, ex sindaco socialdemocratico di Ottaviano, ex assessore al Turismo della provincia di Napoli, destinatario di uno degli 856 provvedimenti di custodia cautelare,emessi dalla procura di Napoli il 17 giugno 1983 nei confronti di altrettanti presunti affiliati al cartello camorristico guidato da Cutolo.
Il nome di Salvatore La Marca compare, ad onor del vero, anche negli atti del processo alla banda La Marca scontando tre anni di carcere prima di essere riabilitato, ed in quelli per l’omicidio dell’avvocato Pasquale Cappuccio, consigliere comunale del Psi ad Ottaviano, ucciso a colpi di pistola la sera del 13 settembre del 1978.
Il giovane Nicola Cosentino, viene eletto consigliere comunale grazie ad buon numero di consensi personali. Dopo meno di due anni, Nicola Cosentino è candidato sempre nelle file del Psdi alle elezioni provinciali di Caserta nel collegio elettorale di Villa di Briano.
A voler vedere candidato la promessa di Casal di Principe , in quel collegio elettorale, fu Salvatore Lauro, che attraverso i voti portati anche da Cosentino pensava di entrare in consiglio provinciale, essendo anche egli candidato ma nel collegio di Trentola Ducenta. Salvatore Lauro sbaglia i suoi calcoli ed il giovane Nicola conquista il seggio di consigliere provinciale.
Dopo l’elezione a consigliere provinciale, viene notato dal partito, e viene chiamato a collaborare con la segreteria politica di Caserta, in anni in cui il Psdi è un partito di governo, ed in virtù di questa considerazione a soli 24 anni, Nicola Cosentino è nominato prima assessore provinciale ai Servizi Sociali, poi passa alla Pubblica Istruzione.
Incolume dal ciclone tangentopoli, prova a buttarsi a sinistra, con Alleanza Democratica, partitino fondato dal magistrato siciliano Giuseppe Ayala e rappresentato in terra di lavoro da Nicola Rocco. Dopo questa virata a sinistra, davvero fallimentare, Cosentino approda in Forza Italia, dove nel 1995 viene eletto in consiglio regionale forte di un consenso superiore ai 13 mila voti; nel 1996 diventa deputato, carica che gli viene riconfermata per ben quattro legislatura.
Anche all’interno del partito, l’ottimo Cosentino fa davvero carriera, da coordinatore provinciale a coordinatore regionale di Forza Italia prima del Popolo delle libertà poi. Non male per un aspirante centravanti di manovra, alla Paolo Rossi, che dopo essere stato un goleador mancato, è riuscito comunque a ritagliarsi uno spazio di notorietà e potere. Anche se a rovinare la festa, con una mancata candidatura a governatore della regione Campania, ci pensano i pentiti di camorra ed i pubblici ministeri.
Nel settembre del 2008, per esempio, Cosentino venne accusato di aver avuto un ruolo importante nell’ambito del riciclaggio abusivo dei rifiuti tossici attraverso la società per lo smaltimento dei rifiuti Eco 4, come ha rilevato Gaetano Vassallo, imprenditore reo confesso di aver smaltito gli stessi in Campania, in maniera abusiva, attraverso la corruzione di politici locali e funzionari.
Nel novembre del 2009, dai magistrati inquirenti fu inviata alla Camera dei Deputati una richiesta di autorizzazione a procedere per l’esecuzione della custodia cautelare per il reato di concorso esterno in associazione camorristica. Il testo del mandato di arresto, respinto dalla camera dei Deputati, riportava le seguenti motivazioni : Cosentino contribuiva con continuità e stabilità, sin dagli anni 90 a rafforzare vertici ed attività del gruppo camorrista che facevo capo alle famiglie Bidognetti e Schiavone, dal quale sodalizio riceveva puntale sostegno elettorale, creando e co gestendo monopoli d’impresa in attività controllate dalle famiglie mafiose, quali l’Eco 4 spa, e nella quale Cosentino esercitava il reale potere direttivo e di gestione, consentendo lo stabile reimpiego dei proventi illeciti, sfruttando tali attività di imprese per scopi elettorali.
A fine 2009, un pentito di camorra, ritenuto credibile dalla magistratura, Luigi Guida, conosciuto con il soprannome di O’drink, rilascia dichiarazioni ai magistrati in merito alla gestione della società Eco 4. Guida rivelò lo stretto rapporto e la corresponsabilità nello smaltimento abusivo dei rifiuti tra Cosentino ed i fratelli Sergio e Michele Orsi, collusi con la Camorra. Il primo arrestato per associazione a delinquere, il secondo fu assassinato nel 2008 per avere denunciato dei camorristi.
Il 28 gennaio del 2010, la Corte di Cassazione confermò le misure cautelari a carico di Cosentino, il 19 febbraio la richiesta di dimissioni dagli incarichi gli fu respinta dallo stesso Berlusconi. Il 22 settembre del 2010, la Camera dei Deputati, con scrutinio segreto, ha negato l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni telefoniche del deputato campano, richieste dai Pm di Napoli.
Il 1 febbraio del 2012, la Camera ha respinto la proposta dell’Ufficio di Presidenza di costituirsi in giudizio, innanzi alla Corte Costituzionale per resistere ad un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sollevato dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, prima sezione penale, in relazione alla deliberazione della Camera dei Deputati del 22 settembre del 2010 con la quale era stata negata l’autorizzazione ad utilizzare intercettazioni telefoniche nei confronti del deputato Nicola Cosentino.
Prima del voto alla Camera, ad onor del vero, lo stesso, aveva annunciato che qualunque fosse l’esito del voto, avrebbe rassegnato le sue dimissioni irrevocabili da coordinatore regionale del Pdl in Campania.
I nove autori del libro e la casa editrice hanno chiesto ed ottenuto l’intervento dell’Ordine dei giornalisti, della Federazione della Stampa, dell’Unione nazionale cronisti a tutela della libertà di stampa, giudicando fuori luogo la richiesta di sequestro con conseguente distruzione del libro, in quanto consapevoli che se c’è stata diffamazione sarà il giudice a stabilirlo ma la richiesta di sequestro e distruzione è davvero fuori da ogni logica.
Sono state organizzate, in diverse città di Italia, in particolare in Campania, diverse letture pubbliche de “Il casalese” alle quali ha partecipato davvero tanta gente, proveniente dal mondo della scuola, dell’associazionismo, del volontariato civile e sociale, del sindacato, dei partiti, di centro sinistra ovviamente, che hanno letto in pubblico brani tratti da questo libro.
Ho avuto anche io il piacere di leggere un brano di questo interessante libro, in qualità di corrispondente campano per il web magazine www.nottecriminale.it, che narra con particolare dovizia l’intera parabola umana e politica, di colui, che sognando di diventare centravanti di manovra e partendo da Casal di Principe, è diventato ed è stato a lungo il personaggio più influente della Campania. Manifestazione a cui ho aderito nonostante giungesse voce che i legali di Giovanni Cosentino avrebbero intrapreso causa anche nei confronti di tutto coloro che avessero partecipato a presentazioni pubbliche leggendo parti del libro.
Il Casalese, libro scritto da nove giornalisti campani, per le edizioni Cento Autori, al momento, è salvo, non sarà quindi, né ritirato dal commercio, né mandato al macero. Una buona notizia, in questi tempi, davvero tristi e difficili. Il giudice del tribunale civile di Napoli, Angela Carbone ha respinto la richiesta dei legali di Giovanni Cosentino, di procedere ex articolo 700 per il sequestro del libro, rinviando la decisione al giudizio di merito.
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