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Il caso Hydra: Random House ai confini della realtà

Creato il 13 marzo 2013 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Andrea Marzella Il caso Hydra: Random House ai confini della realtàLa notizia è una di quelle che fanno pensare a una specie di pesce d’aprile in chiave editoriale: la prestigiosa Random House — oltre che prestigiosa, è anche la più grande casa editrice del mondo — ha lanciato un’iniziativa che fa impallidire i tentativi italiani di lucrare in modo scorretto sulle velleità degli scrittori. Dunque, Loveswept, Alibi, Hydra e Flirt sono delle collane rivolte ad autori emergenti che vogliono pubblicare la propria opera: Random House offre i propri potenti mezzi per rendere questo possibile e in cambio l’autore ottiene un fico secco. Sì, avete letto bene: un fico secco! Un fico secco digitale tra l’altro, nemmeno un fico secco cartaceo, perché stiamo parlando di e-book. Chiaramente la Random House presenta la cosa in maniera lusinghiera, cioè l’opportunità per gli autori di raggiungere il proprio pubblico di riferimento grazie alle diverse professionalità e ai mezzi offerti dalla potente casa editrice ma, in sostanza, l’autore deve accollarsi le spese sostenute dall’editore, detratte in anticipo e in maniera poco simpatica dalle royalty: quindi di fico secco si tratta.

L’allarme agli scrittori viene lanciato dalla Science Fiction Writers of America, preoccupata dal lancio della collana sci-fi Hydra, e decisa a escludere dai propri membri chiunque pubblichi le proprie opere sfruttando questa possibilità. I termini del contratto, infatti, secondo l’associazione, non sono accettabili, scaricando sull’autore costi che spettano di dovere all’editore. E non è finita qui: oltre a dover pagare per pubblicare, e oltre a non vedere il becco di un quattrino in caso di successo, la casa editrice possiede tutti i diritti sull’opera, escludendo di fatto l’autore dalla vita dell’opera stessa: un salto nel buio che garantisce all’autore solo la vanesia possibilità di “bullarsi” per aver pubblicato con Random House.


Il caso Hydra: Random House ai confini della realtà La notizia è sconvolgente soprattutto per noi italiani, abituati a derubricare questo genere di iniziative come uno dei tanti riflessi della mentalità furbesca e truffaldina a cui il nostro paese ci ha abituati. Il fatto che un’importantissima casa editrice anglosassone utilizzi queste trappole ci getta tutti nello sconforto: se nemmeno nei paesi più civilizzati si rispettano i diritti degli autori, cosa ci riserva il futuro? Se anche le case editrici maggiori assorbono le iniziative di self-publishing e il fenomeno della vanity press per battere cassa senza rimetterci un soldo, che fine fanno tutte le belle speranze che avevamo riposto sulla frontiera digitale? Forse abbiamo preso tutti fischi per fiaschi, e la frontiera digitale altro non è che il baratro? Cari lettori, voi cosa ne pensate? Il digitale ha in realtà dato libero sfogo a una mancanza di etica da parte degli editori? Oppure questi sono i normali sviluppi di un fenomeno al quale dobbiamo rassegnarci?

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