L’esordio di Valeria Golino alla regia continua a riscuotere consensi tra critica e pubblico; e mentre si attende venerd’ 17 maggio per la proiezione della sezione Un certain reguard al Festival de Cannes continua la promozione nei cinema FICE.
In occasione della presentazione di Miele a Parma il cast del film è intervenuto al il dibattito in seguito alla visione del film. Sul palco del Cinema Astra di Parma, insieme al giornalista della Gazzetta di Parma Filiberto Molossi, erano presenti Valeria Golino, l’attrice protagonista Jasmine Trinca e i produttori Riccardo Scamarcio e Viola Prestieri.
Valeria, come è nata l’idea di girare questo film? “Ho letto il libro “A nome tuo” di Mauro Kovacich. Mi sembrava che questa storia fosse interessante, dolorosa ma anche vitale, e che potesse essere un bel film, che potesse esserci un personaggio femminile bello, inedito in Italia. Il tema del libro - legato all’eutanasia (ndr) - mi interessava molto e ho pensato che se interessava me poteva interessava anche molti italiani … credo che ci riguardi tutti. Per questi motivo abbiamo comprato i diritti di questo libro, quando ancora non sapevamo cosa fare. Solo dopo abbiamo deciso di fare la regia. Io ero titubante perché credevo che fosse più grande di me come primo film. I miei produttori mi hanno spronato a farlo ed ecco il risultato”.
Tu non ti schieri sul tema dell’eutanasia … “Io credo che ogni essere umano debba avere il diritto di poter scegliere per la propria vita e per il proprio corpo, spero che questo si percepisca dal film. Ad ogni modo ogni storia è diversa, le implicazioni cambiano e non si può essere sempre nel giusto. Cambiare idea fa parte nella nostra natura, anche poter cambiare radicalmente opinione su un qualcosa di cui eravamo sicuri“.
E’ servito essere attrice per dirigere il cast del film? “Suppongo di sì. Credo che per chi ha esperienze attoriali alle spalle sia più facile avere un rapporto con gli interpreti. Capisci di più l’esigenza dell’attore, di come si arriva ad un risultato piuttosto che un altro; hai vissuto sulla tua pelle le stesse sensazioni e forse si hanno anche meno pregiudizi nei confronti degli attori. Ho lavorato con degli attori-registi e anche piuttosto bene proprio per questo aspetto. Credo che la direzione del cast sia uno degli aspetti più interessanti durante la creazione di un film, anche rispetto alla scelta dell’inquadratura e della fotografia.“
Come si fa a produrre un film scomodo? “Pensa che i tecnici romani sono molto cinici, perciò quando c’è un esordio, a maggior ragione quando si tratta di un film difficile da cui sono fuggiti anche produttori amici, che quando hanno sentito che si trattava di un film sull’eutanasia ci hanno detto “ma no, non lo fate”, loro, i tecnici, hanno una battuta pronta: “Aoh stà a fà du film in uno”; E tu gli rispondi “scusa ma in che senso?; “E’ er primo e l’ultimo!” - racconta ridendo Riccardo Scamarcio. Si aggiunge Viola Prestieri, produttore esecutivo della pellicola: “Credendoci. Ci siamo riusciti solo credendoci. Le cose si sono incastrate e siamo riusciti a fare un piccolo film con un piccolo budget che però è <questo film>“. D.B.