" Se il mondo intorno sfumava nell'incerto, nell'ambiguo, anch'egli si sentiva annegare in questa morbida penombra, non riusciva a far più affiorare dal vuoto un pensiero distinto[...]
Stava male: erano quelli i momenti in cui si sentiva venir meno; alle volte solo a costo d'uno sforzo immane riusciva a non dissolversi."
La storia di Agilulfo, protagonista del romanzo di Calvino " Il cavaliere inesistente", si muove tra esistenza e inesistenza, desiderio di lasciare un impronta nel mondo e scomparire nel vuoto. Il romanzo completa la trilogia di personaggi emblematici, " Il barone rampante" e " Il visconte dimezzato", con cui Calvino sembra percorrere la storia dell'esistenza umana. In questo caso si è spinto all'epoca fantastica del celebre Carlo Magno e dei suoi paladini; un'epoca magica, fantastica, in cui realtà e finzione non sono distinte. I paladini sono uomini moderni, scapestrati, alla ricerca d'avventure che diano scopo alla loro esistenza. La guerra tra saraceni e cristiani passa totalmente in secondo piano rispetto alle vicende dei vari personaggi. Tra episodi ambigui, incomprensioni e trovate buffonesce Agilulfo vive la sua inesistenza, un'armatura bianca e immacolata è tutto ciò che distingue l'eroe: egli esiste, senza corpo ne' carne, solo per essere il miglior cavaliere di Carlo Magno. Instancabile in battaglia, ottimo amatore, conoscitore del mondo e delle scritture, Agilulfo e' un uomo perfetto.. che non esiste.
Altri mille personaggi pullulano la vicenda e la vivacizzano: la fiera guerriera Bradamente, la donna più sfuggente del romanzo; il giovane Rambaldo, impegnato a vendicare suo padre; il folle Gurdulu("che c'è ma non lo sa"), la lussuriosa Priscilla, il cupo Torrismondo.
Tutti sono alla ricerca di una certezza, una sicurezza per esistere. L'unico a non desiderare nulla è Gurdulu, l'uomo senza identità e senza scopo, libero da ogni schema mentale e sociale. Egli non ha una forma distinta, credendo di essere qualsiasi cosa gli capiti di vedere, una pentola come un albero del bosco. La sua esistenza reale/ideale si contrappone alla ricerca di Agilulfo, che deve sforzarsi per tenere in piedi un'armatura vuota, per non perdersi per sempre nell'immenso nulla. Il cavaliere non è altro che un concetto, un idea, un'essenza tanto perfetta da stonare tra i difetti umani: alla fine la candida armatura resterà priva di ciò che l'abitava.
L'ironia pervade l'intero romanzo, che si legge prescindendo dai tutti i possibili significati e divertendosi con bizzarre e favolose avventure. Calvino crea un capolavoro più che mai moderno, a tratti malinconico, in cui si percepisce l'aspirazione di raccontare la pienezza della vita, la forza dell'umana intelligenza.