Il Cavaliere si gioca il tutto per tutto "Se domenica vinco, blocco i processi"

Creato il 10 maggio 2011 da Nocensura1

Il capo del governo teme che il Quirinale non firmi la legge sulla prescrizione breve e considera le amministrative anche un referendum sui giudici. Il conflitto di attribuzione sul caso Ruby è stato sospeso fino alla prossima settimanadi FRANCESCO BEI e LIANA MILELLA

Silvio Berlusconi all'uscita dal Palazzo di Giustizia di MilanoROMA -"Chi ci vota domenica prossima vota contro la Boccassini e De Pasquale, questo deve essere chiaro a tutti". È l'effetto "referendum" quello che Berlusconi punta a ottenere con le elezioni-simbolo a Milano. Una battaglia giocata tra il Cavaliere e il palazzo di giustizia, che sarà decisa ai voti: se Letizia Moratti dovesse vincere al primo turno, per Berlusconi quella sarà stata una "sonora sconfitta" dei pm, visto che proprio sulla iper-politicizzazione della campagna amministrativa ha giocato le sue ultime uscite in campagna elettorale.
È questo il senso del crescendo di toni usati dal capo del governo contro i magistrati, persino nel giorno dedicato al ricordo delle toghe vittime del terrorismo. "O me o loro", continua a ripetere in queste ore. Pronto a far ripartire immediatamente tutto il pacchetto giustizia in caso di un exploit elettorale che gli restituisca la forza perduta. "È vero - ha detto a proposito della commissione d'inchiesta sulla magistratura - è tanto che ne parliamo. Finora mi sono fatto convincere da chi mi consigliava di non forzare la mano, ma se vinciamo a Milano la facciamo per davvero, anzi sarà la prima cosa che partirà".
La personalizzazione in chiave anti-pm della campagna milanese è totale. Tanto da aver indotto Berlusconi a registrare uno spot radiofonico dai toni accorati, che si conclude così: "Se mi vuoi bene, scrivi sulla scheda il mio cognome. La campagna, asentire 
l'interessato, starebbe dando i suoi frutti nonostante nel Pdl in molti si stiano preoccupando per l'incendio appiccato. Anzi, nelle ultime riunioni riservate il premier ha tirato fuori un sondaggio che darebbe la coalizione di centrodestra al 52,6%, vincente al primo turno. Ma la condizione è che vi sia un'alta affluenza, vicina almeno al 70%, altrimenti la Moratti (la più scettica su questa deriva anti-pm della "sua" campagna) sarebbe costretta al ballottaggio.


Vittoria o sconfitta al primo turno. È questo lo spartiacque che, da due settimane e all'improvviso, ha congelato al punto in cui erano tutte le leggi salva-Silvio. Che, fino a quel momento, avevano disperatamente corso per settimane con l'obiettivo, da perseguire il più in fretta possibile, di bloccare il processo Mills (con la prescrizione breve), di mettere momentaneamente in soffitta il caso Ruby e il caso Mediaset (con il conflitto di attribuzioni), di evitare l'uscita di altre intercettazioni (con la legge bavaglio). Ma l'ordine, dall'alto, è stato preciso. "Fermate tutto, dobbiamo prima capire che succede alla Moratti". In stand-by sono finite ben tre norme salva-Silvio, contenute in due leggi. Stoppata la prescrizione breve per gli incensurati, cioè per lui, dopo lo scontro durissimo nel voto alla Camera. Al Senato hanno cominciato a discuterne in commissione, ma senza fretta. Stoppato anche il processo "lungo", sempre al Senato, che sarebbe dovuto andare in aula subito dopo il voto di metà maggio. Lì, con un improvviso blitz, accanto agli articoli sul strapotere degli avvocati in udienza e sul divieto di usare le sentenze passate in giudicato (leggi: Mills), deve entrare anche la norma per sospendere i processi Ruby e Mediaset in presenza di un conflitto di attribuzioni alla Consulta. Pure questa norma urgentissima (il dibattimento si apre il 31 maggio) è stata messa per ora in frigorifero. Non solo: nell'attesa, è stato inspiegabilmente "dimenticato" lo stesso conflitto per Ruby, pur autorizzato dall'aula della Camera il 5 aprile, ma mai approdato alla Consulta.
Ma non c'è solo il rischio ballottaggi a mettere in allarme il premier. Lo tiene in tensione il malumore del Colle nei confronti della prescrizione breve. Di cui ieri diceva: "Non so cosa farà Napolitano, ma non mi pare ci siano fatti di incostituzionalità". E invece le paure sono forti. Il Colle non ha mai parlato, ma i giuristi di Berlusconi annusano aria di un possibile intervento. Tant'è che il premier, già un paio di settimane fa, voleva mandare sul Colle il Guardasigilli Angelino Alfano per spiegare al capo dello Stato che la sua legge non farà "morire" 15mila processi. Il rischio di una bocciatura o di un ridimensionamento però c'è. E le settimane elettorali non sono certamente quelle in cui incassare una reprimenda del Colle pure sulla prescrizione breve. Né quelle giuste per rivedere l'intera strategia salva-Silvio. Meglio pensarci dopo, a Moratti vincente.


fonte   http://www.repubblica.it/politica/2011/05/10/news/il_cavaliere_si_gioca_il_tutto_per_tutto_se_domenica_vinco_blocco_i_processi-16027572/
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