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Il cavallo di Caligola

Creato il 15 novembre 2010 da Andreapomella

Il cavallo di CaligolaC’è una scena basilare in Capitalism: a love story, il film documentario di Michael Moore uscito nel 2009. È la ripresa di un discorso di Ronald Reagan a Wall Street nei primi anni Ottanta durante il quale, a un certo punto, il segretario al tesoro intima al presidente di tagliare corto, di sbrigarsi a chiudere il discorso. L’uomo in questione è l’ex presidente della Merrill Lynch, una delle più grandi banche d’investimento americane, il suo nome, Don Regan, sembra la storpiatura di quello del presidente-attore, o forse è la radice per comprendere chi dei due è la vera controfigura dell’altro. Il modo in cui il potente uomo d’affari si rivolge a Reagan non è solo perentorio, nel suo tono c’è qualcosa di sbrigativo, di drastico, la sua è una richiesta spiccia, come se ordinasse a un cameriere di portargli il conto. E la reazione del presidente è sorprendente, sembra la risposta di un servitore ubbidiente sollecitato a sparecchiare la tavola. Reagan annuisce docilmente e dice “oh”, poi si appresta a chiudere il discorso. La scena ci rivela che l’esercizio del potere nei grandi sistemi capitalistici poggia sulla legittimità carismatica di semplici icone, in questo caso un attore di film western di serie b, il cui ruolo è unicamente quello di fornire al popolo un’immaginetta devozionale da venerare, mentre il potere, quello vero, viene esercitato nell’ombra da uomini per lo più sconosciuti alle grandi masse. Insomma, come diceva Honoré de Balzac, “la promozione del cavallo di Caligola, questa farsa imperiale, ha avuto e avrà sempre un gran numero di rappresentazioni”.


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