di Leonardo Manetti
da 20inchianti.it
Il Chianti è quella parte nel cuore della Toscana paesaggistica più conosciuta al mondo, per il suo vino rosso, le sue straordinarie bellezze naturali, le sue pievi romaniche, le sue ville rinascimentali e le sue oasi di pace. In realtà, dal punto di vista geografico e storico i confini del Chianti sono abbastanza confusi e contesi da sempre, gli studiosi sono tradizionalmente divisi, e anche sul vino le dispute non sono da meno.
Il Repetti, nel dizionario geografico-fisico-storico della Toscana, definiva così il Chianti: “… dove si toccano i territori di cinque antiche diocesi, Arezzo a levante, Siena a ostro, Volterra a ponente (attualmente Colle), Firenze e Fiesole a settentrione…”, insomma una vasta regione legata alla denominazione del vino Chianti, oggi con le varie sotto-zone (Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colline Pisane, Montalbano, Montespertoli, Rufina). Anche in seguito, le definizioni dal punto di vista geografico individuano il Chianti in tutta l’area collinare tra Firenze, Siena ed Arezzo. Dal punto di vista storico invece, si considera Chianti il territorio dei comuni di Gaiole, Radda e Castellina, ovvero la vecchia Lega del Chianti con l’aggiunta del comune di Greve in Chianti per intero, e parte del territorio dei comuni di Barberino Val d’Elsa, San Casciano in Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa in provincia di Firenze, e dei comuni di Castelnuvo Berardenga e Poggibonsi in provincia di Siena, la zona di produzione del vino Chianti Classico.
Vivo a Greve in Chianti e produco vino Chianti Classico, quindi ci tengo a far conoscere la differenze non per campanilismo, ma per raccontare la storia vera. In una parola, mi piace definire il Chianti come poesia, e definirlo entro confini geografici e storici come una parte del territorio della Toscana dove esistono ancora i valori del mondo contadino, si beve un buon vino rosso, si mangiano cibi tradizionali e si parla di qualità della vita in un paesaggio ambientale e architettonico prezioso, dove spesso la mancanza di grandi linee ferroviarie e autostrade ha contribuito a renderlo più speciale.
da travelblog.it
Forte è il legame che ho con la mia terra. La semplicità e i valori di questo universo rurale, accompagnati dalla bellezza del paesaggio e dai sapori dei prodotti genuini che il territorio offre, hanno incoraggiato la mia vena poetica. Le poesie che mi diletto a scrivere sgorgano dalle emozioni che questi posti, dove vivo e lavoro immerso nella natura, sanno trasmettermi. Anche quando con la poesia affronto le gioie e i dolori della vita in generale, fatti che si presentano all’improvviso nella vita di ognuno di noi, il Chianti fa da cornice a queste realtà. Spesso mi fermo a osservare la natura e mi ritrovo a scrivere circondato da meraviglie; sono sicuro che vivere in un posto così bello aiuta le parole a uscire spontaneamente dal cuore, per essere impresse con una penna in un foglio. Per sempre.
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VINO
Un paesaggio nato dal sudore
si alterna a fitti boschi,
taciturne braccia di sacrifici
offrono colori e detti.
Armoniose, su file vicine,
viti distese dall’uomo:
un frutto chiamato uva,
meraviglia quando diventa vino.
Nasce sotto il cielo,
cresce dentro un tino,
tu giochi se lo bevi
canti e danzi mentre piove.
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NUVOLE GRIGIE
Vibrano le campane
canta il merlo,
il sole si affaccia
tra nuvole di pioggia
annunciando l’arrivo di un nuovo giorno.
Piccole gocce rumorose
cadono sul tetto
un ombrello di terrecotte,
scivolano sul vetro
- scusate ma non potete entrare -
bagnano la terrazza.
L’acqua scorre sulla pista
sassi saltati come ostacoli,
un ruscello artificiale
una foce di ferro.
Un cielo grigio
malinconia e nostalgia
nel mio cuore sonnolente,
ricorda il deserto che avanza
l’acqua che manca,
pensa agli acquazzoni
senza freno.
Fiumi lungo vie d’asfalto,
macchine sommerse,
se piove giusto quel che serve
o poco più,
una sera d’estate davanti a un dipinto
- pozze su ombre grigie -
esclamo che bello.
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LA MIA TERRA
Vecchie mura
dove le piante si arrampicano,
il profumo dei fiori
allevati da mani generose.
Un’oasi solitaria
nel deserto della velocità,
il mutare delle stagioni
col sottofondo di musiche classiche.
Ricche tradizioni
racconti del paesaggio
acque limpide rinfrescanti
accolgono stanchi viaggiatori.
Scorre calmo il borro,
il letto attraversa solenne
cipressi e cordiali poggi,
sempre più torbido verso la città.
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Leonardo Manetti è un poeta toscano di Greve in Chianti. Laureato in viticoltura ed enologia è un imprenditore agricolo che ha seguito le tradizioni della sua famiglia. A Maggio in uscita “sChianti”, la sua prima silloge edita da “Tempo al libro” di Mauro Gurioli.
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