Le Quattro Giornate di Napoli è un Film del 1962 diretto da Nanni Loy, tratto dai fatti accaduti a Napoli tra il 27 e il 30 Settembre 1943, quando il popolo Napoletano cacciò l’esercito tedesco dopo quattro giorni di battaglia senza pausa.
Nanni Loy(1925-1995), regista di Cinema, Televisione e Teatro, ci racconta i fatti realmente accaduti in quelle drammatiche giornate. Da un soggetto di Vasco Pratolini, Massimo Franciosa, Pasquale Festa Campanile insieme a Nanni Loy, il film è uno dei Capolavori del Cinema italiano in tema della Seconda Guerra Mondiale e in particolare della Resistenza a seguito dell’ Armistizio tra Italia e Alleati annunciato l’ 8 Settembre 1943.
Dopo quel giorno i tedeschi nelle città ancora occupate in Italia alzarono il livello di guardia per fronteggiare l’ arrivo degli Alleati che a Settembre si stavano già dirigendo verso la Campania. Napoli infatti sarebbe dovuta essere la prima conquista importante per gli anglo-americani che dopo sarebbero potuti andare verso il Centro e il Nord Italia più spediti.
Ma già dai giorni successivi all’ 8 Settembre il Comando tedesco stava perdendo il controllo sulla città partenopea. Gli scontri tra soldati italiani e tedeschi erano cominciati, ma erano i primi nella maggior parte dei casi a perire, così come parte della popolazione che cercava di sabotare i mezzi tedeschi e fermare i rifornimenti di beni di prima necessità.
Il 12 Settembre, il comandante delle forze tedesche a Napoli, Colonnello Walter Schöll, pubblicò nuovi divieti nei confronti della popolazione, tra cui lo stato d’assedio e il coprifuoco in orari stabiliti, e misure contro chi avrebbe attaccato i soldati del Reich, con fucilazioni contro chi avesse ferito o ucciso militari tedeschi.
Ma la situazione non si calmò. I soldati italiani continuavano a ribellarsi, almeno coloro che non erano ancora fedeli al Fascismo, che nel frattempo si stava riorganizzando al Nord, dopo la liberazione del Duce e la fondazione della Repubblica Sociale a Salò.
La fucilazione di alcuni soldati e marinai italiani, in particolare di uno di questi ultimi in maniera dimostrativa davanti l’ingresso centrale dell’Università da parte dei tedeschi, che costrinsero la popolazione napoletana ad assistere, fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Ed è proprio da qui che parte il racconto del Film di Nanni Loy; il marinaio, interpretato da Jean Sorel, viene fucilato, e l’eccidio scatena la rabbia di Napoli. Nel frattempo, il Colonnello Schöll ordina che tutti gli uomini di età compresa tra i 18 e i 33 anni devono essere deportati nei campi di lavoro in Germania. Ma, visto che non si presenta quasi nessuno in modo volontario, sono i tedeschi a cominciare i rastrellamenti. Nanni Loy dirige dunque in maniera impeccabile, segue nei particolari con la macchina da presa ciò che succede, i camion e i mezzi tedeschi che entrano nei quartieri più popolosi della città e nelle case dei napoletani che cercano di fuggire. Famiglie terrorizzate, mogli che difendono i coniugi, figli in lacrime, ragazzi caricati a forza, gente che si difende. Nel frattempo, altre persone fuggono da Napoli, dopo che il Comando tedesco aveva ordinato anche l’evacuazione delle zone confinanti al Porto, con l’idea di distruggerlo forse per impedire lo sbarco Alleato.
Ma è l’inizio della ribellione. Così, i napoletani riescono a evitare la deportazione degli uomini. Molti però vengono arrestati e portati in vari punti della città dai tedeschi.
La lotta continua. Piccoli episodi ci vengono raccontati da Loy, come una famiglia che si divide, una che si ritrova, o la storia di persone che si amano durante giorni difficili, come Maria, interpretata da Lea Massari, e Salvatore, Frank Wolff. O una madre che vede andare via il proprio figlio di 12 anni che si unisce ai combattimenti. Sono Concetta e Gennaro Capuozzo, interpretati da Regina Bianchi e dal piccolo Domenico Formato. Ma pure il giocatore di carte o il semplice cittadino che esasperato dalla guerra va per strada e combatte.
Il film è corale, tutti sono protagonisti ma nessuno lo è più di un altro, ma spicca Gian Maria Volonté, anche se riconosciamo attori come Aldo Giuffrè, Georges Wilson, Enzo Cannavale, Franco Balducci, Enzo Passarelli e Carlo Taranto. Ma è proprio il ruolo del primo che si fa notare di più. Infatti Volonté interpreta il Tenente Enzo Stimolo dell’esercito italiano, che guida un gruppo di combattenti con i compiti decisivi nelle Quattro Giornate.
Ci accompagna il magistrale commento musicale del Maestro Carlo Rustichelli, che compone la Tarantella della Liberazione, nei suoi diversi arrangiamenti, da uno più intenso e drammatico a uno più lento e di attesa e a uno che dà il senso di liberazione di Napoli e dei suoi abitanti provati e stanchi in questa lunga Guerra.
Una delle più importanti azioni è senza dubbio l’attacco al Campo Sportivo del Littorio, al Quartiere del Vomero, dove sono prigionieri tanti napoletani, e in parte il gruppo comandato dal Tenente Stimolo ne riescono a liberare, dando un duro colpo ai tedeschi.
Nanni Loy ci porta dentro Napoli, le caserme prese d’ assalto, le case distrutte, i carri armati attaccati, la lotta senza fine tra tutti. Ed è proprio contro un carro armato che perde la vita Gennaro Capuozzo, che ritroviamo: tenta di lanciare una bomba a mano contro un panzer tedesco, ma viene ucciso da una granata nemica; a soli 12 anni Gennarino si sacrifica per la Libertà. Diventa così Il Simbolo Delle Quattro Giornate di Napoli, e verrà insignito alla Memoria della Medaglia d’ Oro al Valore Militare.
Tutti i quartieri sono teatro di battaglia, ma i tedeschi, consapevoli del fatto che gli Alleati sarebbero arrivati molto presto, cominciano a retrocedere. Il Quartier Generale tedesco viene preso dagli insorti, e il Colonnello Schöll, in cambio della ritirata definitiva, rilascia i prigionieri che ancora erano sotto chiave, soprattutto al Campo Sportivo del Littorio, consegnando essi al Tenente Stimolo.Ma i tedeschi lasciano dietro di sè tanti altri incendi, uccisioni e distruzioni durante la lunga ritirata, per rappresaglia e non tradendo il loro spirito di odio verso il nemico che lo ha messo fuori da Napoli.
Il 30 settembre Napoli è libera.
Le Quattro Giornate di Napoli è una delle opere più importanti del Cinema italiano, perché racconta con efficacia uno dei momenti più drammatici della guerra e della Resistenza. L’ Esempio dei napoletani sarà di monito a tutti gli italiani che avranno di fronte i tedeschi. Nanni Loy ci fa vivere quei momenti seguendo le vicende più importanti successe a Napoli durante la lotta infinita, quasi come fosse lì il 27, 28, 29 e 30 Settembre con la macchina da presa. Da questo film prenderanno poi esempio altri registi che in seguito racconteranno la Seconda Guerra Mondiale come cronaca di ciò che è davvero accaduto, per ricordare a tutti un dramma il quale non dovrà mai più accadere nella Storia dell’ Uomo.
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