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Il Club Vesuvio di Mark Gatiss

Creato il 02 aprile 2014 da Diletti Riletti @DilettieRiletti
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Esistono personaggi talmente originali, diversi, strani da rimanere impressi nel lettore per diverso tempo, tra questi, senza dubbio, Lucifer Box. E come potrebbe non essere con un nome così? Definito come il frutto di un improbabile melange tra Oscar Wilde e Sherlock Holmes, Lucifer mi ha suscitato una immediata antipatia, sì, antipatia, eppure… Eppure Lucifer è un personaggio irresistibile, dalla sessualità proprompente, dalla coscienza grigio sporco, dai modi effeminati e dall’intelligenza prepotente. Come dunque non superare questa naturale antipatia per lasciare spazio al fascino indiscusso del cattivello dalla faccia di bronzo? Il tutto abilmente condito dall’ambientazione storica: i primi del 900.

Lucifer è una spia che vive al numero 9 di Downing street, nella casa di fianco a quella del primo ministro inglese, reclutato per compiti tra i più svariati e, tra questi, non di rado compiere delle “eliminazioni”. Nella sua “prima vita”, quella conosciuta dai più, Lucifer è un pittore, un elegante viveur, un artista dedito ai piaceri terreni. Sesso e belle cose sono per lui fonte di godimento e gioia, non disdegna giovinette e giovinetti, così come tutti gli altri piaceri effimeri. Esiste però una sua altra parte, quella della spia appunto, e pure in questa sua seconda occupazione Lucifer non tralascia i piaceri stessi. Un bel completo o un rapporto sessuale con chicchessia possono convivere con la più complicata delle missioni. In questa prima avventura, Il club Vesuvio, il personaggio nato dalla penna di Mark Gatiss deve occuparsi della misteriosa sparizione di alcuni vulcanologi e, al tempo stesso, di scagionare un suo quasi-amico da una accusa di omicidio. La storia lo costringerà a recarsi in una Napoli bellissima e decadente, fatta anch’essa di una parte emersa e di una sommersa tra lava e club equivoci. Non mancherà di innamorarsi (di un paio di persone) e di rischiare la vita, questo strano eroe che invece che un mantello si fregia di un fiore all’occhiello e di servitori che lo liberano di strane bestiacce feroci o gli preparano un bel bagno. La morte dei uno dei suddetti risulta agli occhi di Lucifer intollerabile: non potrà mica occuparsi delle faccende domestiche da solo!

Primo libro di una serie che ha per protagonista l’imprevedibile Lucifer, Il club Vesuvio è leggero, brillante, mescola sapientemente giallo e humor, la trama solida della storia è inframezzata da colpi di scena e boutade che rendono l’esperienza di lettura piacevolissima. Una spy story che mi conquista rappresenta per me un vero e prorpo ossimoro e invece, nonostante io consideri James Bond una piaga -de gustibus non disputandum est- questo testo mi ha da un lato tenuta impegnata con la storia e dall’altro mi ha divertita. Essendo solo il primo dunque vi parrà normale io ne abbia cercato i seguiti, e che amara sorpresa scoprire che in Italia solo il capostipite sia stato tradotto. Come dire vi invito a cena, vi chiedo se volete il dolce e, se rispondete sì, vi dico gne gne non ce l’ho. E io una cena senza dolce la considero un insulto eh.

Mark Gatiss è un attore, un autore e uno sceneggiatore che ha collaborato, tra l’altro, alla serie Sherlock e sembra ne abbia fatto tesoro donando all’archetipo del detective nel suo libro una umanità strabordante, forse pure troppa. Questo Lucifer così amabile per la sua spumeggiante stronzaggine sulla carta, mi sarebbe di sicuro indigesto nella vita reale. Forse è questa la maggiore virtù di questo libro che rende ciò che non è ciò che è nella forma del giallo. A Lucifer insomma un posto nella mia libreria in attesa delle succesive traduzioni e di un mio indispensabile corso d’inglese, tuttavia per lui, casomai lo incontrassi, niente dolce, no anzi nemmeno un invito a cena.

 

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  Mark Gatiss

Il club Vesuvio

344 pg

15,50 €

tradotto da E. Cantoni

Kowalski Editore


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