Pubblicato il 20 ottobre 2012 con Nessun Commento
Nei giardini e nelle piazze di una città del nord le statue di Garibaldi, Verdi e Leopardi osservano ogni mattina la città che si risveglia e dai loro piedistalli, da dove ne hanno viste di tutti i colori, pensano, parlano e commentano le sorti di una società alla deriva. Giuseppe Garibaldi ad esempio, seduto sul suo destriero, non si dà pace alla vista della sua Italia, sempre più degradata e volgare; sotto i suoi occhi e in mezzo al traffico caotico si incrociano i destini dei protagonisti de “Il Comandante e la cicogna”. Leo (Valerio Mastrandrea) è un idraulico vedovo che ogni giorno affronta le problematiche relative alla crescita dei due figli adolescenti: Maddalena (Serena Pinto) e Elia (Luca Dirodi), un curioso ragazzino che va male a scuola e che in segreto alleva una cicogna. Leo si divide tra il lavoro con l’aiutante cinese Fiorenzo e le incombenze di casa, dove la moglie defunta Teresa (Claudia Gerini), stravagante e affettuosa, è una presenza che appare e scompare. Diana (Alba Rohrwacher) è un’artista sognatrice, piena di idee ma senza una lira che, in attesa della grande occasione della sua vita, fatica a pagare l’affitto. Suo proprietario di casa è Amanzio (Giuseppe Battiston), originale moralizzatore urbano, che ha lasciato il lavoro per un nuovo stile di vita da eremita metropolitano e che in una delle sue crociate conosce Elia, con il quale stringe una stramba amicizia. Leo e Diana s’incontrano da Malaffano (Luca Zingaretti), un avvocato truffaldino incapace di vergognarsi, simbolo della volgarità di molti dei nostri politici. Diana trascorre da un po’ di tempo le sue giornate nel suo studio; Malaffano l’ha assunta per affrescare una parete, e la giovane pittrice, per necessità economiche, deve assecondare le ridicole manie di grandezza dell’avvocato. Leo si ritrova costretto ad interpellare lo strafottente legale quando scopre che la figlia è protagonista, suo malgrado, di un video erotico su internet. Ben presto, dopo ripetuti incontri, fra i due scatterà la fatidica scintilla e, da perfetti estranei, Leo e Diana diventeranno una coppia di innamorati. E nonostante la vita sia costellata da difficoltà ed imprevisti, qualcuno si ritroverà ancora a sognare e sperare: Elia, che insegue il volo di una cicogna, simbolo di rinascita e occasione di un nuovo inizio anche per Leo e Diana.
“Il comandante e la cicogna” segna il ritorno alla commedia di Silvio Soldini, che, a distanza di due anni dall’ultima fatica (“Cosa voglia di più”), descrive, in modo delicato e con distacco, la società di oggi e la crisi che la attanaglia. Il film ruota intorno alla storia di un incontro casuale come ne avvengono tanti nel mondo; un incontro simile e diverso dagli altri. Un incontro d’amore. Lo stile de “Il comandante e la cicogna” è quello del film di maggior successo di Soldini, “Pane e tulipani”: la pellicola, caratterizzata da alcuni elementi fantastici, rimanda alle commedie di una volta e racconta la realtà e la politica con leggerezza. “Il comandante e la cicogna” è un lungometraggio scoppiettante e surreale, il cui intento è quello di comunicare al pubblico un po’ di energia positiva, nonostante da troppo tempo, ormai, sia diffusa la sensazione di essere immersi in una melma senza capire come poterne uscire.
Note
Il Comandante citato nel titolo è riferito alla statua di Garibaldi che, insieme a quella di Leopardi, fa da narratore alle vicende del film, osservando dal piedistallo le vite dei vari personaggi. Prestano la voce alle statue Pierfrancesco Favino, Neri Marcorè e Gigio Alberti. Il brano “La cicogna” è interpretato da Vinicio Capossela.
Il Comandante e la Cicogna vi attende al cinema a partire dall’18 ottobre.
di Alessandro Burgio