
Perché bisogna proprio dirlo, il film di Filiberti parte bene, ha un suo equilibrio, un suo brio, una capacità di rappresentazione del quotidiano credibile, che funziona e che trasmette la sensazione e l'idea di assistere finalmente ad una scrittura ed una recitazione che non sono posticce o fuori parte, ma poi con il procedere della vicenda Filiberti tende ad estetizzare, a voler citare Fassbinder e Visconti, ma evidenziandone il semplice lato estetico, non riuscendo a restituercene anche l'aspetto contenutitstico. E' sempre rischioso citare i maestri, perché scatta quell'operazione nostalgia che comporta la percezione di un'incapacità a sapersi davvero svincolare dal passato, pur avendone appreso l'ottima lezione, senza per questo rinnovarsi o dimostrarsi all'altezza delle proprie velleità.
Un'occasione mancata per una storia che ha il suo pregio nel raccontare una tematica, che comunque per il cinema italiano rimane spesso un tabù e che ci dimostra come Massimo Poggio sia attore bello e sensibile nella sua recitazione, in un ruolo non facile e per questo gli si deve dare atto della sua bravura, mentre dispiace constatare come la Medeiros risulti fastidiosamente lagnosa ed insopportabile, pur essendo attrice stimata e pure regista, ma inevitabilmente relegata a ruoli, che mi spingono a desiderarne ogni volta l'eliminazione sullo schermo cinematografico.