“Grazie a gente come questa, l’Italia si piazza all’80 esimo posto del Global Gender Gap Report…”, come scrive Marina Terragni sul suo blog, che comunica una cosa gravissima accaduta al consiglio regionale della regione Puglia, ovvero che Il Consiglio Regionale della Puglia ha bocciato a voto segreto la Proposta di Legge di iniziativa popolare ’50 e 50′. A comunicarlo è il Comunicato Stampa firmato dal Comitato Promotore 50/50 della Regione Puglia.
“Oggi è successa una cosa gravissima: il Consiglio Regionale della Puglia ha bocciato a voto segreto la Proposta di Legge di iniziativa popolare ’50 e 50′. 30 rappresentanti – evidentemente non più del popolo – hanno tolto la parola a 30.000 cittadine e cittadini pugliesi. Il Consiglio Regionale ha perso un’occasione storica: rendersi protagonista di una rivoluzione culturale. Se la legge fosse stata approvata si sarebbe stabilito un precedente unico e valido per tutta l’Italia. La vergogna di quanto accaduto è stata sancita attraverso la scelta del voto segreto proposta da 6 consiglieri di minoranza ( Zullo, Gatta, Camporeale, Sala, Marti, Boccardi ) che, in questa maniera, hanno dimostrato di non avere nemmeno il coraggio di esprimere in modo palese la propria scelta. Questa mancata assunzione di responsabilità si e’ cosi’ tradotta in un voto che ha trasversalmente legato opposizione e maggioranza dimostrando l’arretratezza culturale e politica che permea le nostre istituzioni, non a caso prevalentemente maschili. Durante la discussione che c’è stata in Aula abbiamo ascoltato argomentazioni becere e misogine. “La politica e’ una cosa solo per uomini“, ” Una donna di Santa Maria di Leuca non potrebbe guidare fino a Bari per partecipare ai lavori del Consiglio Regionale“, “Bisogna rispettare la nostra sensibilità di fronte alle forme di coercizione delle masse urlanti” (Gatta- PDL), “Ci devono essere le condizioni reali per favorire la presenza delle nostre donne in consiglio e in politica” (Negro-UDC) , “Non fa parte della democrazia compiuta” ( Mazza – IDV ). Oppure anche “Le donne sono tante e dappertutto: basta andare negli ospedali, nelle scuole, nei tribunali“. Queste alcune delle frasi dette e che descrivono le donne come minus habens: abbiamo ascoltato bugie e visto tanto livore nei confronti delle donne . Possiamo dire che oggi abbiamo avuto evidenza delle tracce culturali che portano diritto al femminicidio.”
Fatti come questi sono specchio dell’arretramento della condizione femminile in Italia, corsa sempre più ad ostacoli per le cittadine, fatti che andrebbero denunciati come una delle forme di grave discriminazione che sta diventando sempre più quotidiana per le donne italiane- Una vergognosa arretratezza che segna come ancora oggi fosse diffusa la mentalità secondo cui una donna “deve stare a casa” , senza diritto alla parola.