Il Conte di Montecristo è uno dei romanzi più complessi e intricati del celebre Alexander Dumas: avvincente, avventuroso, metamorfico e difficilmente interpretabile.
La vicenda si apre con la storia di Edmondo Dantes, marinaio della nave Pharaon dell'armatore Morrel, in procinto di ricevere la promozione a capitano. Innamorato follemente della bella catalana Mercedes, con la quale dovrà sposarsi, Edmondo trascorre la sua esistenza tra la stima degli amici e l'amore dei familiari, nella semplicità e nell'idealismo che lo caratterizzano. l'Invidia e la cattiveria, di cui è circondato a causa del suo successo, gli procurerà la rovina: il giovane verrà incarcerato nel castello d'If per 14 anni, accusato di aver tramato prima contro Napoleone e poi contro l'imperatore Luigi XVIII.
Improvvisamente la pacatezza idilliaca del romanzo viene sconvolta; senza preavviso Edmondo viene catapultato nelle squallide prigioni di un castello, in cui scappare è impossibile. Solo, senza alcuna colpa, ignorando l'identità dei colpevoli che lo hanno incastrato, Dantes trascorre lunghi anni cercando di resistere alla durezza di quella ingiusta prigionia, fino a quando, grazie all'aiuto di Faria, suo fedele amico di cella, riuscirà a ritrovare la libertà. E' il momento della vendetta:
Tra quelle mura squallide e muffite Edmondo Dantes, così giusto e idealista, trova la morte; al suo posto un altro uomo cresce e prende forma nella sua anima, un uomo crudele, deciso, furbo e senza scrupoli, pronto a consumare la sua vendetta: Il Conte di Montecristo.
Scappato dalla prigione diventato ricchissimo per aver trovato un tesoro proprio sull'omonima isola di Montecristo, Edmondo passerà altri dieci anni a cercare i colpevoli della sua rovina e ad affinare la vendetta. Senza alcun rimpianto il marinaio può abbandonare la sua vecchia identità giovanile, sepolta sulle spiagge della Catalogna, e abbracciare un nuovo destino, fatto di ricchezze e raffinatezze di ogni genere, affiancato esclusivamente da compagni fedeli che lo aiuteranno a vendicarsi degli ignobili colpevoli. Solo l'immagine di Mercedes continua a perseguitarlo e a tormentarlo, come un fantasma di un passato che Dantes non riesce a dimenticare, che non può e non vuole dimenticare, e che tornerà a tormentare lo stesso Montecristo, spingendolo per anni a perseguitare l'idea della vendetta. Ogni altro sentimento è obliato dall'odio, dal desiderio di vendicarsi su coloro che lo hanno rovinato: non c'è spazio per un nuovo amore, non c'è spazio per altre amicizie, non c'è alcun desiderio di ricominciare una nuova vita fatta di lusso e ricchezze: resta solo un folle e cieco desiderio di vendetta. Dopo mille peregrinazioni, in cui Montecristo cambierà spesso identità, (come Sinbad il marinaio e l'abate Busoni e Lord Wilmore), il Conte tornerà a Parigi, per l'ultimo capitolo dell sua vita: Fernand Mondego, lo sposo di Mercedes, e il barone Danglars verranno finalmente screditati e perderanno tutte le fortune acquisite in ventiquattro anni di ingiustizie. Montecristo non rivelerà mai la sua vera identità ai colpevoli, tutto accade per eventi fortuiti, coincidenze messe in moto scaltramente dalla sua abilità. Soltanto Mercedes non ignora chi sia quel conte così raffinato e austero, rivedendo in lui l'uomo che aveva tanto amato in gioventù e da cui era stata separata: Edmundo Dantès è ancora vivo agli occhi della donna.