Magazine Diario personale

Il controllo.

Da Michele Orefice @morefice73

Il pilota si agita al volante, ma resta freddo e impassibile. Il copilota continua a sparargli nelle cuffie le curve, lui si invece che e´agitato. Corrono insieme da poco tempo e non si fida ancora di quel tipetto tutto nervi alto poco piu di un metro e sessanta. La strada corre via in mezzo alla neve, la luce del giorno sta abbandonando quel panorama degno delle slitte di Babbo Natale. Sicuro il pilota passa in derapata le ultime curve, poi infila un tratto tranquillo contornato di alberi. Il copilota tira un sospiro di solievo, il peggio e´passato, qualche salto sul viale alberato e sono arrivati. Li in quel momento, proprio quando la tensione tra i due in macchina si era allentata, un salto ed in mezzo alla strada si vedono due occhi luminosi e brillanti. Due occhi stupendi e magici illuminati dai fari. Due brillanti fantastici che riflettono la vita selvaggia del cervo che li porta. Una frenata, una ruota su una lastra di ghiaccio, il controllo di sbandata che non riesce a radrizzae la corsa folle …

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Mi hanno levato il gesso da due settimane e mi reco ogni mattina a fare fisioterapia. Dopo 35 giorni di gesso la gamba si muoveva poco. Risultava gonfia in prossimità del ginocchio a causa dell’ innattività prolungata. A questo servono appunto anche le sedute di fisioterapia : a portare in circolo i vari liquidi che si sono fermati nel ginocchio. Durante queste sedute mi viene chiesto di muover la gamba, di piegarla, di spingere contro la mano della fisioterapista. I muscoli e i legamenti si scaldano e ricominciano a funzionare dopo anche soli una notte. Quando la fisioterapista poi lo ritiene il momento, mi chiede di lasciare la gamba rilassata. Sono lì quindi a pancia bassa con dolori vari che vengono da punti della muscolatura e del ginocchio che non pensavo di avere e lei mi chiede di rilassarsi, di lasciare andare la gamba, di non controllare più il movimento, di perdere il controllo e di fidarmi. Questo impariamo infatti nel diventare grandi. Impariamo ad avere un controllo preciso e puntuale su tutto quello che ci circonda. Andare in macchina portati da altri quindi diventa un continuo osservare dove stanno andando , se frenano , se sono troppo vicini alla macchina davanti. Mi giro indietro e sul sedile posteriore c’è Annamaria. È ben legata nel seggiolone da macchina e dorme. Dorme un po’ disturbata dalla tosse ma è serena. Ritorno indietro a quando ero bambino. Non c’erano i mastodontici seggioloni di oggi e io stavo sdraiato nel sedile dietro. Mi addormentavo quasi subito in occasione di un viaggio , mi facevo portare completamente fiducioso da chi era alla guida. A volte guardavo in alto le punta degli alberi che sfilavano veloci o le stelle. Ora invece devo controllare tutto e i muscoli della mia gamba non lasciano la presa. Sono continuamente contratti. Poi mi chiedo perché. Perche non mi lascio andare, perché non faccio gestire la mia vita a Lui, a Dio? Perché devo preoccuparmi di quello che mi capita? Normale, umano ma noi cattolici dobbiamo fidarci di Lui, dobbiamo essere consapevoli che Lui è alla guida, dobbiamo tornare come …. Bambini, come bambini farci condurre pienamente da Lui. Piano piano i miei muscoli iniziano a sciogliersi , piano piano inizio a sentire che la mia gamba ha come un sollievo, si abbandona.

Vogliamo oggi il controllo su tutto. Controllo sui nostri figli, controllo sulla nostra salute, sul cane, sul tempo …. su tutto. La vita viene pianificata, studiata e disegnata a tavolino come non fosse possibile che ci sia qualcosa ad andare storto.

Ma non si puo! L´uomo moderno si stordisce, si confonde pensando veramente di avere il controllo ma non e´ cosi´. A un certo punto la vita , e Dio, chiedono il conto. A un certo punto si sbatte contro un muro, si mastica la ghiaia dopo essere ruzzolati giu´ dal grande ottovolante della vita moderna. Ci si accorge quindi che non si ha il controllo su nulla, che quello che si vuole non e´possibile. Che i bambini muoiono per un cancro al cervello, che il cancro puo venire a tutti, che basta un banale incidente per rimanere in un letto per il resto dei nostri giorni, che il tempo non segue le previsioni della tv, che non abbiamo quindi in mano il nostro futuro ma possiamo solo decidere del nostro presente.

 

PS: il racconto iniziale mi e´ stato ispirato dalla foto… non sono pilota e neanche co-pilota, la gamba me la son rotta facendomi investire sulle strisce pedonali in Germania dove vivo…


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