Magazine Diario personale
A questo punto spero sia chiaro che l'autodisciplina è non soltanto un esercizio faticoso ma anche difficile, e richiede flessibilità, capacità di giudizio e controllo.Le persone coraggiose devono costantemente imporsi di essere oneste, ma devono anche essere in grado, se necessario di tacere la verità. Per autodisciplinarci e renderci liberi, dobbiamo assumerci la totale responsabilità di noi stessi e allo stasso tempo rifiutare le responsabilità che non ci competono.
Per vivere con saggezza dobbiamo rinviare quotidianamente la gratificazione, ma per essere felici dobbiamo essere capaci di vivere nel presente e agire con spontaneità. In altre parole, dobbiamo disciplinare la disciplina e per far questo occorre il controllo che è il quarto e ultimo tipo di disciplina. Il controllo è la disciplina che ci dà flessibilità.
Qualunque sia la nostra attività, per aver successo occorre una buona dose di flessibilità.
Per fare un solo esempio, consideriamo la collera e le sue manifestazioni. La collera è un'emozione generata dal nostro spirito di sopravvivenza. Nel corso dell'evoluzione, la collera ci ha salvato ogni qualvolta che un altro essere cerca di invadere il nostro territorio, geografico, psicologico, o tentato in un modo o nell'altro di sopraffarci.
La collera ci spinge al contrattacco e senza di lei ci lasceremmo schiacciare senza reagire fino ad essere sterminati. Tuttavia, spesso ci rendiamo conto che non era nelle intenzioni degli altri sopraffarci e se lo era magari era controproducente per noi reagire in preda alla collera. E' quindi indispensabile che i centri superiori del nostro cervello (capacità di giudizio) siano in grado di controllare i centri inferiori (emotività).
Dobbiamo essere in grado di reprimere la collera o manifestarla senza esitazioni, a volte con calma e freddezza, altre volte con veeemenza e calore. Per gestire la collera con abilità e competenza, è indispensabile un elaborato e flessibile sistema di reazione.
Non stupisce quindi che il controllo della propria collera sia una conquista difficile, cui si perviene soltanto nell'età adulta o addirittura nella mezza età, e talvolta mai.
Molti preferiscono perdere il controllo perchè questo vorrebbe dire non rinunciare. Rinunciare alla vendette, rinunciare allo sfogo di collera e finalmente dire quello che si pensa. Rinunciare è la più dolorosa delle esperienze umane.
Perdere il controllo vuol dire fermarsi nel proprio cammino evolutivo e scegliere di interrompere questo viaggio. Consideriamo ora la rinuncia a uno schema di comportamento più grande , alle ideologie, alla nostra personalità, al nostro modo di vivere. Rinunciare ad una vittoria, ad un posto prestigioso di lavoro, ad un amore clandestino.. Sono tante le rinunce che dobbiamo affrontare e inevitabilmente rinunciare ci porta alla depressione. Questa rinuncia, nella nostra cultura, può essre particolarmente difficile per le persone di sesso maschile in quanto il riconoscere: "Non sto bene e ho bisogno d'aiuto per capire perchè non sto bene e per guarire" si identifica spesso per loro con : "Sono debole, poco virile e inetto".Poiché gli esseri umani devono crescere mentalmente e spiritualmente, e poiché ogni crescita comporta la rinuncia o la perdita del proprio vecchio io, la depressione è un fenomeno normale e fondamentalmente utile.
Molti sono i fattori che possono interferire con il processo di rinuncia e quindi trasformare una normale depressione in una depressione patologica cronica. Fra molti, uno dei piu comuni e dannosi è uno schema di esperienze infantili nel quale, i genitori o il destino, hanno sottratto il bambino delle "cose" prima che egli fosse psicologicamente pronto a rinunciarvi o fosse abbastanza forte da accetarne la perdita. Un tale schema di esperienze infantili, rende il bambino più sensibile alla perdita e crea in lui una forte tendenza ad aggrapparsi alle "cose" e a sottrarsi alla sofferenza che ogni rinuncia o perdita comporta. Per questo motivo, sebbene tutte le depressioni patologiche implichino un blocco del processo di rinuncia, ritengo che esista un tipo di nevrosi depressiva cronica che ha come origine un'ingiuria traumatica alla fondamentale capacità di rinuncia dell'individuo.
A questa sottospecie di depressione ho dato il nome di "nevrosi di rinuncia". Nella prossima settimana parleremo della Rinuncia e Rinascita. Alla prossima dunque...
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