I media italiani ci inf0rmano spesso di come le donne delle culture islamiche vivono la sessualità e il loro corpo. Dall’infibulazione (che ho denunciato QUI), al burqa che viene spesso imposto dalle famiglie delle giovani ragazze, alle giovani bambine date in sposa a uomini che potrebbero essere loro nonni, alle ragazzine vendute come bestiame.
Nessuno però pare sia in grado di discutere su come venga percepito il corpo delle donne nei paesi occidentali. In ogni parte del mondo, il corpo delle donne, viene considerato un oggetto, una proprietà altrui, privato di identità e del piacere.
Nel nostro paese, come nel resto del mondo, assistiamo passivi alla piaga della “tratta delle schiave”. Sono donne costrette a vendere il proprio corpo sotto minaccia e violenze. nessuno in Italia vuole approfondire questo fenomeno e denunciarlo. Spesso sono le vittime a passare per colpevoli, quante prostitute sono state arrestate perchè clandestine, mentre si trovavano lì senza il loro consenso?
Nel servizio pubblico abbiamo assistito ad una pietosa puntata che banalizzava il fenomeno della prostutuzione, facendolo passare per una scelta libera delle donne nel 90% dei casi e “come fondamento dei rapporti donna-uomo, come se per le donne la migliore condizione possibile possa essere divenire la favorita di un uomo molto potente, da cui ricevere graziosi benefici, scambiando “bellezza” e sesso con denaro“. Da qui è scaturita una serie di mail di protesta contro il conduttore della trasmissione per questa triste considerazione delle donne che ne è venuta fuori.
E’ vergognoso come la prostituzione ancora venga normalizzata in questo modo. L’unica speranza di cambiare le cose me l’ha data Valentina S. che ha aperto un blog proprio per dire basta a questa tendenza e denunciare lo sfruttamento della prostituzione che assistiamo inermi nel nostro Paese senza che nessuno del Governo faccia una legge per liberare le “schiave del sesso” come è successo in gran parte degli altri Paesi europei.
La prostituzione è un fenomeno molto radicato nel nostro Paese; sono tantissimi i clienti che comprano sesso da ragazze che non solo hanno la metà dei loro anni, ma che vengono costrette a vendere il proprio corpo. Tempo fa parlavo con un cliente e gli chiesi perchè nemmeno i lividi delle ragazze costrette a vendersi in tangenziale lo frenavano dal dover comprare sesso, lui mi rispose che non era un problema che gli riguardava poichè non era il “magnaccia”. Provai un senso di impotenza alla risposta e pensai che se si deresponsabilizzano gli unici responsabili, i clienti, da chi dovrebbe partire il “senso di colpa”?
A questa triste piaga si aggiunge la mercificazione del corpo femminile che è un chiaro incoraggiamento alla tratta e a comprare sesso da giovani ragazze in strada.
Il corpo delle donne nel nostro Paese è considerato un oggetto o un peccato da nascondere. La doppia morale incatena i nostri corpi e le nostre vite. Pochi giorni fa c’era chi faceva la morale a Belen per l’esibizione di una farfalla, malgrado in tv ci sono tantissime donne vestite trattate da oche, mentre nessuno del Governo s’è scagliato contro il sistema che tratta il corpo femminile come un oggetto da mettere in mostra per il piacere altrui.
Perchè tutto ruota sul questo corpo che messo in mostra per il piacere altrui omette che prima di tutto ha anch’esso diritto ad un piacere. Penso a Libera, una ragazzina di soli quindici anni, che ha aperto un blog per denunciare come il suo giovane corpo non riesca a sbocciare del tutto perchè qualcuno glielo impedisce.
Perchè il nostro corpo quando inizia a sbocciare diventa tabù, tante ragazzine di tredici-quindici anni non sono in grado di chiedersi perchè non hanno nemmeno diritto a godere e perchè a partire da quest’età sono ancora più esposte alle molestie sessuali. Sono risposte che purtroppo solo chi possiede una grande consapevolezza del suo corpo sà darsi.
Qualcuno ha stabilito che il nostro corpo debba essere a disposizione altrui, da qui nasce la cultura dello stupro; qualcuno ha stabilito che non dobbiamo godere, siamo doppiamente colpevoli di un uomo se “osiamo” manifestare la nostra sessualità in pubblico.
Mi chiedo se la quindicenne che ha ricevuto una sospensione quattro volte più maggiore del suo fidanzatino , fosse consapevole che quella ricevuta consista in una gravissima discriminazione di genere “lei non poteva entrare nel bagno dei maschi perchè donna“. Mi viene difficile da pensare che una quindicenne possa essere consapevole che quella condanna fosse dovuta ad un pregiudizio morale secondo il quale una donna che fa sesso è una ”poco di buono” rispetto ad un uomo che gode di diritti sessuali maggiori. Perchè dietro questa disparità nella punizione inflitta ai due alunni è chiaro che c’è dietro questo antico pregiudizio.
Ci siamo sempre chiesti come mai anche le nuove generazioni portano con sè gli stessi stereotipi di 50 anni fa. Ne sono responsabili le famiglie ma anche le scuole che proibiscono l’insegnamento dell’educazione sessuale e impongono regole che educano i giovanissimi a comportarsi in maniera sessista e discriminatoria. Non stupiamoci se gli stupri (sopratutto di gruppo) aumentano tra i più giovanissimi, perchè quel modo di “vedere” la donna glielo hanno inculcato gli adulti.
Dobbiamo fare una rivoluzione, una rivoluzione dei nostri corpi, liberarli dai tabù, dagli schemi sociali imposti, dalla violenza, liberarci dai pregiudizi che ci hanno introiettato da quando siamo piccole; finiamola di “copiare” un certo modo di pensare maschile(ista) che coinsiste nel giudicare una donna così come farebbe un uomo, perchè ci sono donen che non riescono a vivere serenamente la loro sessualità perchè vittime di sensi di colpa e perchè si sentono fisicamente inadeguate. Smettiamola di guardarci con occhi maschili, liberiamo i nostri corpi.
Mary