National Geographic Channel (canale 403 di Sky), presenta “Caravaggio. Il corpo ritrovato”, un avvincente percorso televisivo che racconta la ricerca compiuta su quelli che con ogni probabilità sono i resti mortali di uno dei più grandi artisti di tutti i tempi. Girato in alta definizione, il documentario segue, passo dopo passo, lo svolgersi di una grande ricerca scientifica che si pone l’obiettivo di trovare lo scheletro del pittore dal temperamento irascibile e passionale per interrogarne le ossa e provare a rispondere alle domande che gli storici dell’arte si pongono da secoli.
Uno dei pittori italiani più noti e amati al mondo. Protagonista tra i più controversi del suo tempo, Michelangelo Merisi da Caravaggio esercita, ancora oggi a 400 anni di distanza, un fascino che non ha eguali, la sua impronta artistica è pari a quella di Michelangelo. La sua vita romanzesca, fatta di grandi successi, continui guai con la giustizia, aggressioni e fughe precipitose, si conclude in circostanze misteriose in un giorno di luglio del 1610, forse stroncato da una febbre maligna. Semplicemente scompare nel nulla. Ucciso? Come, dove e perché muore Caravaggio e che fine ha fatto il suo corpo?
Tutto ha inizio da un articolo pubblicato diversi anni fa: l’archeologa Giovanna Anastasia di Porto Ercole dichiarava di aver visto da bambina i resti del corpo di Caravaggio. Venuti alla luce nel 1956, durante gli scavi per allargare la strada di accesso al paese. E’ questo l’inizio della lunga e difficile avventura che ha coinvolto un team di studiosi.

Alla fine l’attenzione degli studiosi si concentra sul campione n. 5. Le ricerche storiche si intrecciano con gli esami scientifici nel tentativo di ricostruire i momenti essenziali della vita dell’artista. Dalla fuga da Roma la lista dei suoi nemici si allunga, dopo l’assassinio del giovane Ranuccio Tomassoni, che da inizio al suo continuo girovagare il pittore vive perseguitato dalla paura. A Napoli cade in un’imboscata. Ferito e sempre più ossessionato dalla pena capitale che pesa sulla sua testa, scappa ancora, il suo temperamento diventa sempre più imprevedibile e violento. Quattro lunghi anni di esilio che si concluderanno con la sua morte. Gli ultimi drammatici giorni lo vedono come una persona disperata, senza più niente, completamente allo sbando e solo.

Si tratta di una coincidenza così alta da fare gioire gli studiosi. Aver trovato proprio i resti di Michelangelo Merisi da Caravaggio, oltre ad essere una grande soddisfazione scientifica e artistica, consente la possibilità di seppellire un genio ucciso dalla sua stessa arte.




