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"Il corsetto" - Un racconto a puntate (Parte 3)

Creato il 18 luglio 2014 da Antoschu @antoschu
Cari lettori e lettrici, la terza parte del racconto a puntate "Il corsetto"  è pronta. Per chi si fosse perso le prime due le potete leggere Qui la prima e Qui la seconda Buona lettura! 
IL CORSETTO(parte III)
Jane era stata assunta da Sir Thomas Cavendish ancor prima di sposare la sua bella e capricciosa moglie, figlia di un suo caro amico, Sir Henry Murray. A lei era stato dato il compito di essere la sua prima cameriera: dovere che le imponeva di essere a disposizione di Lady Cavendish per ogni evenienza e desiderio. Come aiuto poteva contare su un paio di domestiche poco più giovani di lei e impiegate insieme al resto della servitù, a mantenere lustra la tenuta del padrone, la quale faceva bella mostra di sé nella verde campagna soleggiata del Devonshire.
corsettoDal giorno in cui Isabel Anne Murray era arrivata nella proprietà del marito si era insidiata con lei una strana tensione che echeggiava di stanza in stanza. La ragazza seppur ben educata non faceva nulla per nascondere la propria irritazione per la nuova dimora e la nuova vita a cui era approdata: riteneva infatti che quella casa fosse troppo isolata dal resto della società che contava, che le sue giornate a contatto con la sola servitù fossero noiose e che la vera vita mondana si svolgesse solo ed esclusivamente a Londra, dove prima di sposarsi si recava più volte l’anno e dove si trovava la sua famiglia. La neo signora Cavendish era spesso di malumore e chiedeva insistentemente al marito una nuova sistemazione, anche più modesta, purché nei pressi della capitale, ma Sir Cavendish – uomo d’affari, sempre in giro per il mondo – non aveva mai davvero tempo per assecondare il suo volere ed era convinto che la sua bella moglie presto si sarebbe abituata alla tranquillità della campagna. Inoltre quella proprietà l'aveva ereditata dal padre e lì era vissuto fino a pochi anni prima con la madre, prima che si spegnesse tra quelle stesse mura. Non sarebbero bastate le lamentele di una ragazzina a fargli lasciare la sua casa. Così prese a viziarla pur di tenerla buona e di ritorno da ogni suo viaggio le portava sempre uno o più regali costosi. Non mancavano mai sulla loro tavola cibi pregiati ed esotici, nei loro armadi vestiti sfarzosi, nei loro cassetti ninnoli lussuosi, maIsabel - che in un primo e breve momento si era lasciata trasportare da quel lusso sfrenato e abbagliante per una ragazza della sua età - presto fu stufa di ogni cosa. Orgogliosa della propria bellezza era tremendamente infelice, perché convinta che sarebbe appassita tra quelle mura, lontano da chi amava.
I primi anni di matrimonio, tra alti e bassi, tra assenze del marito e stanze invase da futili suppellettili, trascorsero senza che nulla mutasse nella sua infelice condizione, ma nonostante ciò resistette.  Quando scoprì di essere incinta, Sir Thomas, felice come mai prima - e sicuro che quel bambino fosse la benedizione tanto attesa per il suo matrimonio e l’insoddisfatta moglie - di ritorno dal suo viaggio in Francia, decise di dare un ballo dove avrebbe invitato tutta la società illustre del Devonshire e addirittura alcuni amici londinesi. Isabel a questa notizia s’illuminò e come una fiammella sul punto di spegnersi  ad un tratto riprese a brillare con più fervore sotto il dolce alito di un nuovo vento. corsettoIl marito era seriamente convinto che la ritrovata allegria della consorte nascesse dall’esserino che portava in grembo, che la rendeva ancora più bella, ma in realtà le cose stavano diversamente. Quando Isabel, prima di diventare una donna sposata, frequentava le stagioni mondane londinesi aveva, tra le altre cose, intrecciato una relazione amorosa con un giovane ufficiale. Un ragazzo di poco più grande di lei, alto, dai capelli castano chiaro e dagli occhi azzurri, che le aveva fatto provare quel genere di passione così rara nella vita, spesso destinata soltanto a pochi eletti. Tale ufficiale rispondeva al nome di William Belmore e a lui aveva lasciato il suo cuore quando il padre, incurante delle sue lacrime, l'aveva data in moglie a Sir Cavendish e proprio lui, adesso, figurava tra gli ospiti che da Londra sarebbero accorsi al ballo. Leggere il suo nome sulla lista degli invitati aveva fatto sussultare il cuore della bella Isabel, che ormai si era rassegnata a non provare più alcuna emozione, nemmeno per quel figlio che le cresceva dentro, il quale le appariva come l’ultimo sigillo che l’avrebbe intrappolata per sempre in quella prigione. La servitù, come sempre, aveva occhi e orecchi che arrivano dove altri non possono e Jane, fedele servitrice della sua padrona, con l'avvicinarsi del ballo notò il cambiamento di Isabel; capì che la giovane donna aspettava qualcuno di molto speciale dalla capitale e i suoi sospiri erano rivolti a lui.Il giorno del ballo giunse, le eleganti carrozze degli ospiti avevano invaso il giardino antistante il maniero sin dal mattino e un gran fermento regnava di stanza in stanza e di corridoio in corridoio. Quando l’acconciatura fu ultimata, Isabel si rimirò un’ultima volta nello specchio, indugiando con lo sguardo sul bel corsetto francese e sul rubino che pendeva al cento del decolté, poi si avviò verso la porta per fare il suo maestoso ingresso nella grandiosa sala da ballo.Percorse il corridoio, le ampie scale e varcò la soglia. Gli invitati, stavano in piedi lungo le pareti dove svettavano a intervalli regolari alte colonne bianche. Tra le colonne magnifici arazzi davano mostra di sé, ognuno esposto al di sopra di piccoli divanetti damascati di rosso e sedie imbottite dallo schienale finemente lavorato, che aspettavano solo di dare ristoro ai piedi delle fanciulle. Il pavimento venato di ocra chiaro era stato lucidato fino a riflettere le figure che presto vi si sarebbero accalcate danzando e tre grossi lampadari proiettavano la loro luce nell’enorme stanzaQuando Isabel entrò nella sala, Sir Cavendish le si avvicinò porgendole la mano. Lei, dritta e voluttuosa nei movimenti, sorrideva radiosa agli invitati, osservando le signore nei loro abiti eleganti, nelle loro gonne ampie e nei loro corsetti variopinti, nessuno bello e regale come il suo. Questo momento di vanità però durò poco, i suoi occhi, presero a scrutare curiosi il pubblico maschile, alla ricerca di un unico sguardo.corsettoSir Thomas la omaggiò con un breve discorso che ufficializzava il lieto evento che li avrebbe resi genitori, poi gli ospiti con i loro calici pieni di acquavite brindarono all’erede. I camerieri sfilarono affaccendati nelle loro uniformi impeccabili reggendo vassoi colmi di dolcetti e bicchieri, ora pieni ora vuoti, di spumante. Intanto la piccola orchestra, sistemata in fondo alla sala, iniziò a suonare allegra e finalmente dame e cavalieri  aprirono le danze. Isabel ballò dapprima con suo marito e poi con altri due cavalieri. Non doveva affaticarsi, lo sapeva, ma quella sera il mondo era andato a trovarla e lei desiderava godersi la serata fino in fondo. Fu mentre volteggiava tra le braccia del suo terzo ballerino che si accorse dello sguardo fisso su di lei, proveniente dal balconcino più vicino a dove si trovava. Lì, appoggiato alla balaustra di marmo, sul balcone a forma di mezzaluna, William Belmore impettito ed elegante, stagliato contro il cielo notturno alle sue spalle, la fissava con occhi penetranti.Antonella Iuliano
Continua... (a presto con la quarta parte)

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