Recensendo l’ultimo libro di Gérard Delille, “L’economia di Dio. Famiglia e mercato tra cristianesimo, ebraismo, Islam” (Salerno Editrice 2013), ha riflettuto sul ruolo dei rapporti tra uomo e donna nelle tre religioni monoteiste.
«Gli ebrei hanno adottato un sistema bilineare in base al quale la discendenza, nell’ambito di una predominanza maschile, è affidata sia al padre sia alla madre come dimostra il matrimonio tra uno zio e la sua nipote e il meccanismo del levirato, in base al quale se un uomo sposato moriva senza prole, suo fratello doveva sposare la vedova e il loro primogenito sarebbe stato considerato legalmente figlio del defunto». Gli islamici invece «hanno aderito a un sistema agnatizio, in cui la proprietà, il nome e i titoli si trasferiscono soltanto dal padre al maschio primogenito».
Per quanto riguarda i cristiani, ha continuato Gotor, essi «hanno prevalentemente costruito un modello cognatizio che consente il trasferimento della parentela e della relativa eredità in ugual misura sia ai maschi sia alle femmine». Tali relazioni «proprie del cristianesimo hanno favorito una progressiva parità tra uomo e donna. Inoltre, il divieto di unioni tra parenti e la capacità della donna di ereditare, di trasmettere la proprietà e di sposarsi al di fuori della famiglia, hanno consentito una maggiore circolazione delle ricchezze e la formazione di un mercato autonomo, ma anche l’unione di Regni diversi senza guerra né sangue, bensì per via matrimoniale».
La redazione