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Il culto della principessa e della sconosciuta

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Il culto della principessa e della sconosciutaAvete letto l’articolo di Laurie Penny, pubblicato tradotto da l’Internazionale e intitolato “ Il culto delle principesse non è una favola”? E’ davvero molto interessante e ve lo consiglio profondamente. Anche io, da qualche giorno, riflettevo sul valore metaforico di fiabe e cenerentole contemporanee; curiosamente però avevo preso ispirazione non tanto dalla principessa  Kate Middleton quanto piuttosto dal fenomeno scatenato dai media sulla sorella Pippa.

Nei giorni successivi al matrimonio reale tutti noi siamo stati obbligati a sentir parlare di questa giovane donna inglese. E probabilmente non è ancora finita, visto alcuni articoletti che circolano ancora sul web, vedi proprio oggi  yahoo.

Come mai tutta questa attenzione nei confronti di una sconosciuta? Cosa avrà fatto di tanto importante e interessante codesta fanciulla?

Il culto della principessa e della sconosciuta
La risposta è semplice quanto rappresentativa dell’epoca che viviamo, fatta di  apparenza, ignoranza  e superficialità. Pippa Middleton è diventata “famosa” perché si è presentata in splendida forma e con un magnifico abito al matrimonio della sorella. Sarebbe come dire che delle persone possono diventare ricche e famose senza far niente ( infatti, per questo motivo, esiste il “Grande Fratello”).

Di lei, dei suoi studi o del suo lavoro non sappiamo quasi nulla, eppure  fiumi di inchiostro sono stati spesi nell’adulazione del suo corpo, descritto con dovizia di particolari e con la ricorrente formula del “che lato B” che pregherei l’universo intero di abolire sia dalla lingua parlata che da quella scritta o anche solo pensata. Hanno provveduto a mostrarci le foto del suo viaggio a Madrid, la sua partecipazione a feste con amici, il suo ex ragazzo.  Il quotidiano nazionale La Repubblica, nella sempre pericolosa colonna di destra della versione online, settimana scorsa presentava addirittura la stupefacente notizia (di cui tutti sentivamo un immenso bisogno): Pippa Middleton, offerti 5 milioni di euro per un porno.

Eh certo, un porno. A una bella ragazza cosa si può proporre altrimenti, se non di mercificare il suo corpo? E c’è bisogno di diffonderla una proposta così avvilente? Dopo pochi giorni, sempre Repubblica, ci parla di scandalose foto scattate al mare.


Tutto questo parlare del corpo di un’emerita sconosciuta credo sia il sintomo di un malessere patologico, grave e profondo, un problema che affligge soprattutto i nostri media; Pippa, come altre giovani e belle,  messa al centro dell’attenzione, viene dipinta come una celebrità , la cui storia, come quella di tanti altri modelli effimeri, viene data in pasto alle generazioni più giovani  alimentando un’ enorme macchina mediatica costruita sul nulla.

Sinceramente mi chiedo: non ci sono forse donne, brave ed affascinanti,  di cui parlare per i loro meriti professionali? Non avremmo forse a disposizione, davanti ai nostri occhi, milioni di donne e milioni di storie interessanti,  affascinanti ed educative a cui dedicare un pochino di spazio? Perché queste storie vengono marginalizzate e dimenticate, ed al loro posto troviamo notiziole da quattro soldi che assomigliano a voci di corridoio?

Le donne non hanno altro modo per costruirsi una carriera se non quello di finire sui giornali grazie ad un bel abito o all’incontro con il principe di turno?  Io non credo che l’immagine di cenerentole contemporanee, raccontate ai nostri occhi come belle, ricche e nullafacenti, sia salutare, formativa né rispettosa. Tantomeno interessante. 

Calcare la mano sulla mitologia di  sconosciute da trasformare in star, dedicandosi solo ed esclusivamente al commento del loro corpo non fa che  educare milioni di ragazzine al culto dell’apparenza, allontanandole dall’impegno del coltivare e costruire la propria essenza e cultura e ambizioni.

 Siamo stufe di tutto questo rumore per nulla.  Chiediamo altre storie, quelle vere e più interessanti, perché ce ne sono moltissime, e noi non vediamo l’ora di conoscerle una ad una.

 



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