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Il Dalai Lama e l'ipocrisia

Creato il 23 giugno 2012 da Chiosaluxemburg @ChiosaLuxemburg


Il Dalai Lama e l'ipocrisia
Sia detto per inciso: a me del Dalai lama, con le sue manine a mo’ di mantide, non me n’è mai fregato un granchè, ignoranza mia...ma io lo dico! Quello che non sapevo era  che i milanesi e gli italiani in genere fossero tutti dei mistici buddisti. Gia, perché pare che la scelta del Consiglio comunale di Milano, che ieri doveva concedere la cittadinanza onoraria  a Tenzin Gyatso (questo il nome del Dalai Lama) abbia destato lo sdegno del popolo di twitter. Per Pisapia ingiurie di ogni tipo, e si sa, ormai il social network a 140 caratteri è un po’ la spia di tutti gli umori che fanno tendenza.
La pietra dello scandalo è questa: per Expo 2015 la Cina prenoterà uno dei nove padiglioni più grandi e importanti: 4.500 metri quadrati da trasformare in una vetrina internazionale e milioni di euro a fiumi. Senza calcolare che a Milano si riverseranno circa 20 milioni di cinesi durante tutto il 2015. Turismo, soldi, affari. Cosa succede? Se Pisapia concedesse la cittadinanza onoraria al Dalai Lama, la Cina potrebbe interrompere il dialogo, visto che il Tibet è inviso alle autorità di Pechino per le richieste d’autonomia per il suo paese.
Ma c’è di più: i cinesi  a Milano sono ormai 19mila. Vediamo cosa dice Repubblica Milano.it di oggi: “ L’anagrafe ha registrato il sorpasso del cognome Hu su quello, milanesissimo, di Brambilla… quella cinese è la terza comunità più numerosa dopo la filippina e l’egiziana. E il loro peso non è solo numerico. Circa un cinese su sette, secondo la Camera di commercio, è imprenditore, contro l’1 a 30 del rapporto tra gli italiani. Le imprese individuali in città sono 2.700. Uno dei pezzi fondamentali della Milano multietnica che si prepara ad accogliere il mondo con Expo".
Che si fa? Il consiglio comunale di Milano gliela da questa cittadinanza onoraria al Dalai Lama? E poi? Come cantava Paolo Conte: “ e i francesi che s’incazzano”… ma qui non ci sono i francesi: ci sono i cinesi, e sono moooolti di più. Contano di più. Hanno più soldi da investire. Dunque? cosa fa un sindaco per il bene della sua città? Il saluto a mantide al Dalai lama? No. Si becca i soldi dei cinesi. Mica per lui. Per la città e per l'Italia
Curioso il fatto che ad improvvisarsi buddisti dell'ultim'ora siano quasi tutti oppositori di Pisapia (miracoli dell'ineffabile Siddhartha Gautama). Eccoli qua: Il pidiellino Pietro Tatarella ha rifiutato "accordi al ribasso" e attacca: "Mi vergogno oggi di essere rappresentante di questo consiglio e di questo Comune che ha paura". Sulla stessa lunghezza d'onda il grillino Mattia Calise, secondo il quale significherebbe "cedere al ricatto della Cina: non lo accetto". "Figuraccia mondiale" per il leghista Alessandro Morelli. Certo è che Pisapia sapeva benissimo che la cosa non si poteva fare, dunque perché annunciarla per poi fare dietrofront? Ora fanno tutti a gara a chi vuole dare la cittadinanza onoraria al sant'uomo del Tibet: ADNKRONOS, MILANO, 21 giugno: dopo il dietrofront di Milano che ha ceduto alle pressioni di Pechino, è pronta a conferire la cittadinanza al Dalai Lama la città di Matera. Ad annunciarlo il sindaco Salvatore Adduce (Pd): ''Dopo Bologna, Venezia e Roma la città di Matera è pronta a conferire la cittadinanza onoraria al Dalai Lama". Si! vai Salvatore Adduce! Non cedere: adduci.
Ma poi poteva mancare in tutto questo il solito Beppe Grillo? No... el condor pasa. Eccolo qua, non si smentisce mai: “i neo maoisti meneghini hanno bocciato l’onorificenza in nome dei danè… Il Comune di Milano, una volta capitale morale, in seguito Milano da bere, e oggi senza neppure una qualunque identità … ha rifiutato la cittadinanza onoraria al Dalai Lama. Per ragioni di bottega gli è stata negata con il solito teatrino all’italiana e la nuova maschera lombarda a far la figura di merda: il facondo Pisapia, una via di mezzo tra Balanzone e Arlecchino, il 'vorrei ma non posso' di piazza della Scala, il dimissionario dall’Expo, ma anche no.… A questo punto è arrivato il Paese di Michelangelo e Giulio Cesare, di Leonardo e di Marconi, a farsi condizionare come un pezzente nei suoi rapporti internazionali. La dignità ce la siamo messa nel culo. Mi è arrivata notizia di una telefonata direttamente al presidente del Consiglio Comunale di Milano da alte autorità cinesi perché dissuadesse Pisapia dalla cittadinanza onoraria al Dalai Lama. Spero che non sia vero e che, nel caso, si sia risposto con un vaffanculo in cinese. Ma senza dubbio mi illudo. In Tibet sta avvenendo qualcosa di inaudito, contro l'occupazione cinese si stanno dando fuoco le giovani madri.” Seguono pianti delle giovani madri e violini in assolvenza.
Sul blog di Grillo però c’è sempre la solita pubblicità dei suoi libri. Beneficenza per le giovani madri?
Così dopo Bersani e Napolitano,  dopo le varie invettive contro il “pdmenoelle”, dopo aver sentenziato anche contro Vendola, ora tocca ad un altro competitor “comunista”:  Pisapia, che peraltro riceverà in comune il Dalai Lama, il quale poi visiterà Milano e di seguito terrà un discorso durante un Consiglio comunale straordinario alle ore 11 del 26 giugno prossimo. Il Dalai Lama avrà quindi modo di parlare di quello che lui ha definito il "genocidio culturale" del Tibet ad opera della Cina.  Certo; se Pisapia gli concedeva la cittadinanza onoraria, non solo la Cina avrebbe liberato immediatamente il Tibet, ma anche il papa si sarebbe convertito al buddismo (reincarnandosi). 
Ma siamo sicuri di una cosa: se l’expo lo dovesse fare Grillo per i cinesi non ci sarebbe spazio. No. Neanche un padiglione. Tutti monaci buddisti a comprare i libri di Grillo e Casaleggio (utilissimi per i loro mantra e per la causa del popolo tibetano tutto ).
Ma voglio fare anche io beneficenza per Grillo che si preoccupa delle giovani madri del Tibet: acquistate i suoi libri, dvd e spettacoli. Eccoli: (http://grillorama.beppegrillo.it/catalog/index.php). Si va dai 4.99 euro, agli 11 euro, passando per i 13, per arrivare fino ai 15.50 (Incantesimi: 2 dvd+spese). Il più gettonato? Ma che domande. Alta voracità. La sua.


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