Non fosse per il fiato pesante della Magistratura sul collo, il cavaliere (cavaliere? Di fatto dovrebbe già essere decaduto, en attendant l’ufficialità) sarebbe nelle migliori condizioni per riorganizzare la maggioranza cazzona dell’Italia e guidarla verso un suo nuovo mirabolante exploit. Anche perché dall’altra parte, il reality delle primarie (che poi non sarebbero primarie, ma semplicemente l’elezione del segretario) segna uno share da flop, a dimostrazione di un crollo della partecipazione emotiva rispetto alle vere primarie dell’anno scorso.
Preparatevi dunque all’accanimento terapeutico della stampa sull’agonizzante pregiudicato di Arcore, vuoi perchè il decaduto continuerà ad esercitare il suo fascino indiscreto sul posticcio popolo italiano, con conseguente effetto traino su vendite ed audience; vuoi perché, se non si parlasse del decaduto, si dovrebbe parlare del resto: ad esempio di un governo che si diletta a cambiare nome quotidianamente ad un pasticcio d’imposta; o dei tre candidati alla segreteria del partito che dovrebbe sfruttare la situazione, che non sanno far altro che parlarsi addosso; o di un pitbull miliardario e cazzone che continua a rimestare nel ventre molle della massa e ad agitare la piazza come se fosse un manganello.