E’ la vigilia di Pasqua e Bentinck House è più affollata del solito. E’ l’ultimo ricevimento di Lady Windermere e addirittura sei membri del ministero sono venuti direttamente qui dopo l’udienza dello Speaker alla Camera dei Comuni, con ancora indosso tutti i vari ordini e le decorazioni.
Le belle donne indossano i vestiti più eleganti e in fondo alla galleria dei quadri la principessa Sophia di Carlsrühe parla con voce stridula un pessimo francese e ride in modo scoordinato a ogni frase che le viene rivolta.
C’è una strana mescolanza di gente a Bentinck House. Splendide nobildonne e violenti radicali discutono insieme affabilmente, celebri predicatori e famosi scettici si sfiorano con le loro code di rondine.
Sulla scala si sono raccolti diversi membri dell’Accademia reale travestiti da artisti e a un certo momento corre voce che il salone dei rinfreschi è letteralmente pieno di geni.
E’ una delle serate più riuscite di Lady Windermere, una donna di una bellezza abbagliante che ha sui quarant’anni, nessun figlio, e quello smodato desiderio di piacere che è forse il segreto per restare giovani.
Improvvisamente Lady Windermere chiede dove se n’è andato a finire il suo chiromante. Tutti si aspettano un tipo esotico, ma il chiromante di Lady Windermere non ha proprio niente di misterioso, di esoterico o romantico. È un ometto grassoccio, con una bizzarra testa calva, grandi occhiali d’oro: insomma, una via di mezzo tra un medico di famiglia e un magistrato di provincia…
Una storia dal fascino tipicamente stravagante, affascinante, divertente, intelligente, molto piacevole da leggere.
Oscar Wilde colpisce come sempre per la facilità di scrittura e la grande ironia, sempre piena di nonsense, equivoci, ironia, giochi di parole. Un’ironia caustica in grado di colpire in varie direzioni, mischiando la satira alle tinte fosche del dramma.
Anche in questo racconto Wilde nasconde amabilmente feroci stilettate al cuore dell’aristocrazia e della buona società britannica dietro una prosa leggera e sarcastica, dove la buona letteratura si mescola elegantemente alla parodia umoristica.
In allegato al racconto di Wilde Mattioli 1885 propone anche un ritratto di Oscar Wilde a firma James Joyce, scritto in italiano dall’autore irlandese per Il Piccolo di Trieste della Sera, il 24 marzo 1909.
Twitter:@marcoliber
Oscar Wilde
Il delitto di Lord Arthur Savile
(traduzione di Livio Crescenzi)
Mattioli 1885
2012