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Il Derby County e la favola di Clough

Creato il 16 novembre 2014 da Stefano Pagnozzi @StefPag82
Il Derby County e la favola di Clough
Il Derby County e la favola di Clough, storia tratta dalla pagina Facebook Anglocalcio - Quelli che il calcio inglese

Il Derby County e la favola di Clough


Derbyshire, contea dell'East Midlands. 240.000 abitanti circa adagiati sulle sponde del Derwent, a meta strada tra Nottingham e Leicester. Leggende affascinanti avvolgono l'etimologia del nome della città, dalla celtica Djura-by, città dei cervi, alla romana Derventio.
Città industriale, casa dolce casa della sontuosa Rolls-Royce, ma soprattutto dell vero orgoglio cittadino, il Derby County Football Club, due volte campione d’Inghilterra.
Anche qui, come nella maggior parte delle squadre calcistiche d'oltremanica, il Derby County FC era una costola della locale squadra di cricket, la differenza con il resto del paese sta nel fatto che qui non si trattava tanto di trovare un passatempo nei mesi invernali, quando la mazza da cricket riposa al caldo dei camini, ma perchè a Derby il cricket aveva tutt'altro che successo, collezionando figuracce su figuracce, immaginate l'entusiasmo del pubblico pagante, pubblico che invece era sempre piu attratto dalla nuova moda, il football.
Nasceva così,nel 1884 la storica squadra che conosciamo oggi.
Fatta la squadra, bisognava trovare i giocatori, e la politica trasferimenti ricordava tanto quella Chelsea di Abramovich, City o PSG tanto per citare qualcuno, e cioè mirata a strappare i migliori calciatori delle squadre preesistenti, e dov'erano i migliori calciatori all'epoca, se non nel mitico Preston degli invincibili? E fu li che il Derby busso, assicurandosi le prestazioni del beniamino dell'epoca, tale John Goodall, che tuttavia non rese come sperato, complice anche una difesa che definirla tale era, anche all'epoca, un eufemismo.
A Goodall cosi venne affiancato un certo Bloomer, "solamente" il più grande talento ad aver indossato la maglia dei Rams, e primo giocatore del club ad indossare la maglia della Nazionale. Il Derby, acquisto dopo acquisto, diventava sempre piu la squadra da battere, e tuttavia quella sempre piu battuta al fotofinish. Un secondo posto dietro all’Aston Villa (1895/96), due terzi posti (1893/94 e 1896/97), due semifinali di FA Cup (1896 e 1897), due finali, entrambe perse (1898 e 1899), furono quanto di meglio il Derby County di Bloomer e Goodall potè offrire. Questo fino alla fine del secolo.
Non che nel nuovo si brindò subito al successo. I Rams continuarono a fare quello che sapevano fare meglio, sfiorare il successo. Sfiorare.
Ancora una semifinale nel 1902, poi finalmente un’altra finale nel 1903, la terza in pochi anni. Ma, ancora una volta, sconfitta. Un filotto di secondi e terzi posti che indispettì non poco i calciatori e manager del Derby, spingendoli a cambiare aria. E cosi nel 1907, orfano dei suoi talenti, il Derby saliutava la First Division. Solo Bloomer restò fedele al club, ci mise 5 anni, ma alla fine, riportò la massima serie a Derby.
Fu una parentesi breve, Bloomer aveva ormai 40 anni suonati, e dopo due anni Il Derby ripartì così dalla seconda divisione.Cominciava intanto la prima guerra mondiale, e caso volle che lo stesso Bloomer, fu fatto prigioniero in Germania.
Il periodo tra le due guerre regalerà al Derby la sua prima stagione d’oro. Prima c’era però da conquistare la promozione, compito per il quale venne chiamato al timone George Jobey, già manager del Wolverhampton Wanderers ma in quel momento (udite udite) gestore di un hotel, dopo l’addio alla panca dei Wolves . Jobey si fece tentare dai Rams, e chissà se quando accettò di lasciare l’hotel per ritornare al calcio sapeva in cuor suo che a Derby sarebbe rimasto non due o tre anni, ma fino al 1941! Tra i primi acquisti di Jobey l’implacabile centravanti Harry Bedford, dal Blackpool, a cui si aggiungerà, sempre prelevato dal Blackpool, Jimmy Gill: i due formeranno un’ottima coppia d’attacco. La promozione fu, ovviamente, conquistata: si apriva una lunga serie di stagioni in First Division.
Questa prima "Golden Era" del Derby non era poi cosi diversa da quella che i Rams avevano vissuto all'inizio della loro storia..due secondi posti (1929-30 e 1935-36) e una semifinale di FA Cup nel 1933, persa per 2-3 contro il Manchester City.
Ma mancava poco al trionfo, giusto il tempo di una tragedia mondiale che si concluse nel 1945.E' il campionato della ripresa, e finalmente, dopo tre spari a salve, il Derby alza al cielo quella FA Cup che sembrava irraggiungibile.
Alla finale è legato un simpatico aneddoto: prima della partita il capitano Jack Nicholas fece visita a un campo rom. Perchè? Perchè la leggenda voleva che, avendo il club costruito il Baseball Ground su terreni sottratti ai nomadi, questi avessero lanciato sui Rams una maledizione secondo la quale mai avrebbero vinto la FA Cup. Verità o leggenda, la visita portò fortuna e il Derby County vinse l’FA Cup.
Sembrava che il Derby avesse finalmento scoperto il segreto del successo, e come spesso succede, proprio quando si è su in cima, Si cade. E fu cosi che il Derby in breve tempo conobbe anche l'onta della Third Division e galleggiando in Second. Erano anni difficili, era necessario invertire la rotta e creare l’atmosfera giusta per introdurre colui che sostituì Ward sulla panchina del Derby, che invertì quasi immediatamente la tendenza conquistando l’agognata promozione e che, nei cinque anni in sella al Baseball Ground cambiò la storia del club per sempre. Dall’Hartlepool United, con il fedele assistente Peter Taylor al seguito, arrivò nel Derbyshire un certo Brian Howard Clough.
Proprio a Derby, davanti alle anguste tribune di legno del Baseball Ground, Brian Clough mette i primi mattoni nella costruzione del suo mito. Il Derby County è una squadra decisamente di secondo piano anche nella Seconda Divisione inglese dove vivacchia a metà classifica, ma Clough quando arriva, dà uno scossone all'ambiente. Il suo calcio è quello tipicamente inglese, ma con qualche sostanziale modifica, come la ricerca ossessiva del gioco a terra: "Se Dio avesse voluto che giocassimo a calcio fra le nuvole- è solito dire - avrebbe messo l'erba lassù". I suoi campioni si chiamano Archie Gemmil, uno scozzese tarchiato e mai morto, Kevin Hector un bomber di recupero, il centravanti gallese Walter Davies, un lottatore senza paura, ma soprattutto la sua squadra ha grandi qualità in difesa, con la giovanissima coppia centrale McFarland - Todd , scoperta da lui e strappata alla concorrenza convincendo la dirigenza del Derby a polverizzare i record di spesa della società per l'acquisto di un calciatore, e nell'estroso attaccante Alan Hinton, un mancino alla Corso che ha il vezzo di calzare scarpe bianche.
Ai calciatori non fa sconti: pretende disciplina, obbedienza, sacrificio. A John Mc Govern, destinato ad essere uno dei suoi pretoriani fino dai tempi dell'Hartlepool, la prima volta che lo vede raccomanda: "Stai in piedi dritto, tieni su le spalle e tagliati i capelli. Il resto verrà da sè". Chi segue le sue direttive ha anche grandi riconoscimenti, toccanti attestazioni di stima: "Ha più classe lui nell'unghia di un piede, di quanta ne abbia mai posseduta io in tutto il corpo" dichiara una volta a proposito di John O'Hare, uno dei calciatori che stima maggiormente. Punta molto sulla preparazione atletica, sceglie personalmente gli allenatori e, tradizionalmente, le sue squadre saranno famose per il ritmo e per dare il meglio nel finale della stagione.
Attorno alla sua figura carismatica la squadra prende corpo, tratta personalmente l'acquisto dei giocatori, sia giovani che affermati, l'unico parere di cui tiene conto è quello di Peter Taylor, ma l'ultima parola, quella definitiva, è sempre e solo la sua; inevitabile che spesso vi siano attriti con il board del Derby County, in particolare con Sam Longson. La squadra risponde agli stimoli anche se le polemiche non mancano certo e dopo un avvio faticoso arriva la promozione al massimo campionato. Il Derby County è una squadra tignosa come il suo allenatore, ma è anche una squadra capace di interpretare al meglio le caratteristiche tipiche del calcio inglese e scozzese fatto di velocità, aggressività, ritmo, alle quali Brian Clough, senza snaturarle, riesce ad associare anche un certo ordine tattico.
I bianchi di Derby diventano la rivelazione del calcio inglese e scalano la classifica della Prima Divisione giocando un calcio che li rende spesso imprevedibili. Al Baseball Ground, davanti ad unmassimo di ventimila spettatori, riescono ad intimidire qualunque avversario, il loro ritmo travolge, stordisce, la loro disposizione tattica disorienta. Nella prima stagione i Rams strabiliano raggiungendo il quarto posto, l'anno dopo finiscono noni, ma ormai, dopo anni di anonimato, il Derby County torna a lottare per il titolo che centra al terzo tentativo. La stagione campionato 1971-72 è forse la più combattuta della storia del calcio inglese ed il Derby County si laurea sorprendentemente campione in una stagione nella quale fioccano le polemiche cui contribuisce non poco la lingua di Brian Clough.
Dopo un'appassionante volata i "Rams" chiudono il loro campionato battendo il Liverpool e scavalcandolo in classifica con 58 punti contro 57, ma tutto sembra inutile perché il Leeds, che affianca al secondo posto i reds e il Manchester City, deve recuperare una partita rinviata per permettergli di disputare la finale della FA Cup. A parità di punti risulterebbe decisivo il quoziente reti, largamente favorevole al Leeds che quindi, anche solo pareggiando al Molineux contro il Wolverampthon, si laureerebbe Campione d'Inghilterra. Come se non bastasse il fatto che i Wolves non hanno nulla da chiedere al Campionato, la sfida di recupero è situata fra le due finali di Coppa UEFA che vedono il Wolverampthon opposto al Tottenham. E' l'8 maggio 1972 quando al Molineux scende in campo il Leeds che due giorni prima ha vinto la Coppa d'Inghilterra superando in finale l'Arsenal.
Nel frattempo Clough è in vacanza ed i calciatori del Derby County sono in tournée in Spagna. Affidati alle cure di Peter Taylor, nessuno infatti pensa che il titolo possa sfuggire ai bianchi di Don Revie. Invece accade l'incredibile: in una partita passata alla storia anche per alcune decisioni arbitrali almeno discutibili il Leeds perde la partita per 2-1 ed il Campionato per un solo punto! I calciatori del Derby apprendono la notizia a Maiorca e Clough avrebbe più tardi dichiarato di non averci creduto fino a che non sfogliò i giornali del giorno dopo. Sulla partita c'è anche un gustoso aneddoto che vale la pena di ricordare. Bobby Charlton, commentando la partita per la BBC dichiara senza dubbi: "Il Leeds realizzerà il double. Non c'è modo che i Wolves possano fermarlo".
Questa dichiarazione pungola a tal punto l'orgoglio dei calciatori del Wolverampthon da far loro trovare le motivazioni e la carica per battere il Leeds. Così, forse grazie anche alla poco diplomatica uscita di Sir Bobby Charlton, i Rams possono festeggiare il loro primo titolo in 88 anni di storia.
E' un trionfo che supera ogni immaginazione, ma Clough è scatenato e vuole di più, la sua ambizione lo porta a pretendere subito il trionfo europeo. In Coppa Campioni, l'anno dopo, i "rams" raggiungono le semifinali dove incontrano la Juventus in due partite memorabili per intensità e per il vespaio di polemiche che sono destinate a sollevare e delle quali Clough è anche abile regista.Accade che, a Torino, nella partita di andata vinta dalla Juve per 3-1 l'arbitro Schulenburg ammonisca Archie Gemmill e Mc Farland, che sono glà diffidati, e li escluda quindi dalla partita di ritorno. A fine partita Clough è una furia . Le sue esternazioni sono decisamente sopra le righe ed imbarazzano non poco l'UEFA e la Football Association in particolare quando afferma che: "Dentro lo spogliatoio dell'arbitro c'erano gli italiani, prima della gara e durante l'intervallo!".
La dirigenza juventina non risponde alle provocazioni, ma nasce lo stesso qualche attrito nei corridoi dello spogliatoio ed all'uscita della Sala Stampa, quando un Brian Clough sempre più furibondo viene sorpreso ad urlare: "Fucking Italian bastards!", una frase che non smentirà mai. Non bastasse questo a fine gara Peter Taylor cerca addirittura di assalire l'arbitro, ma la polizia lo blocca, nasce un diverbio e Taylor rischia addirittura l'arresto. In effetti il comportamento dei due manager è tutt'altro che inappuntabile e attira sui Rams gli strali della stampa italiana che dipinge Clough come un personaggio ai limiti della decenza. Già questo fatto innesca parecchie polemiche attorno alla partita di ritorno, preceduta da una lunga serie di dichiarazioni bellicose che, sotto l'abile regia di Clough, servono a surriscaldare l'ambiente del Baseball Ground. Il tecnico inglese sa che, specialmente dopo le assenze di Mc Farland e Gemmill, la Juventus è tecnicamente superiore e punta tutto su una gara nella quale la furia agonistica dei "rams" riesca a rovesciare la situazione.
La partita è durissima, giocata senza esclusione di colpi, con un ritmo elevatissimo, ma il Derby County cozza contro il muro italiano fino al momento in cui si presenta la grande occasione sotto forma di un rigore che l'arbitro, il portoghese Lobo, gli concede. Lo calcia lo specialista Hinton e lo sbaglia mandando fuori la palla assieme alle speranze deluse di finale europea. Nel finale il nervosismo la fa da padrone, il centravanti Davies viene espulso ed il Derby County eliminato, ma qualche giorno dopo, intorno alla gara scoppia un caso clamoroso. Trapela, infatti, la notizia che l'arbitro Lobo abbia denunciato un tentativo di "ammorbidimento" da parte di un faccendiere ungherese, un certo Szolti ,ex arbitro, legato ad Italo Allodi fin dai tempi della Grande Inter.
Brian Glanville, il celebre giornalista inglese, monta un dossier, ma alla fine la cosa non avrà seguito. Venticinque anni dopo Brian Clough parlando di quelle due partite continuerà a dichiararsi convinto della malafede dell'arbitro di Torino, il tedesco Schulenburg, ripetendo le clamorose accuse lanciate nell'incandescente dopo partita quando aveva accusato il tedesco Haller, connazionale dell'arbitro, di aver suggerito le ammonizioni giuste. Clough, nonostante gli ottimi risultati, è profondamente deluso della situazione in cui si è venuto a trovare, infatti, dopo un paio d'anni esaltanti, attorno al club non avverte più l'entusiasmo di un tempo. Clough, che ha creato il Derby a sua immagine e somiglianza ed ha bisogno di sentirsi "padrone", entra all'improvviso in rotta di collisione con l'ambiente che lo circonda, e dopo l'ennesima lite furibonda con il patron della squadra, Sam Longson, pianta tutto su due piedi e se ne va assieme al suo collaboratore Peter Taylor. Era il 15 Ottobre 1973.
A questo punto tifosi, membri locali del parlamento e una varietà di personaggi vastissima cominciarono una vivace quanto inutile protesta per far sì che i due rimanessero; anche i giocatori mostrarono la loro insoddisfazione per l’esito della vicenda. Venne contattato Bobby Robson, ma preferì rimanere a Ipswich, e fu cosi scelto Dave Mackay, convinto proprio da Clough a vestire la maglia del Derby quando era ormai ad un passo dalla pensione.
La stagione successiva si rivelò nuovamente un trionfo. Mackay aggiunse all’organico Francis Lee, già star nel Manchester City, e il County trionfò nuovamente in campionato. Un trionfo che, sebbene la squadra fosse per buona parte quella plasmata da Clough, diamo a Dave quel che è di Dave.
Fu l’ultima volta che il Derby si farà vedere nelle parti altissime della classifica di First/Premier. Mackay sopravvisse ancora pochi mesi sulla panchina, e venne licenziato nel Novembre 1976.Così dopo aver tentato, senza successo, di riportare a casa il figliol prodico Clough, la squadra fu affidata alle cure del tecnico della squadra riserve, ma il declino era iniziato e ne lui, ne il suo successore, Tommy Docherty da Manchester United, riuscirono ad arrestare. Fu retrocessione, che capitò peraltro in un momento in cui il club era sull’orlo della crisi di nervi a causa di problemi dirigenziali, con accuse di corruzione che portarono numerosi sconvolgimenti dietro le scrivanie di Baseball Ground. Il Derby ritornava così, dopo tre titoli messi in bacheca in pochi anni, in seconda divisione. E il peggio doveva ancora arrivare.
1982. Il club, intanto in Second Division, ed in profonda crisi finanziaria, chiama sulla panchina Peter Taylor, lo storico assistente di Clough che solo qualche mese prima aveva lasciato il Forest del suo mentore affermando di volersi ritirare, e che ora tornava prepotentemente in gioco, perdipiù nella squadra che Cloug lasciò sbattendo la porta. La tensione tra i due esplose in conflitto vero e proprio circa il passaggio di John Robertson dal Forest al County: da quel giorno i due non si parlarono più, e Clough sintetizzò il tutto con la frase “Facciamo entrambi la A52 per andare a lavoro ogni santo giorno della settimana, e se mai dovessi vederlo chiedere un passaggio con l'auto guasto, non solo non mi fermo, ma gli passo anche di sopra!"
Taylor però fece parlare il campo invece che la lingua, vincendo uno scontro di FA Cup 2-0 al Baseball Ground e soprattutto portando fuori dal pantano il Derby. La crisi economica però era ancora luni dall'essere superata,e nemmeno Taylor potè farci nulla: venne allontanato sul finire di una stagione che si concluse con il Derby in Third Division, e fuori dal campo con il club salvato dal fallimento per il rotto della cuffia.
La luce però iniziò a comparire in fondo al tunnel. Il club trovò un nuovo padrone in Mr Maxwell, magnate dell'editoria, e sul campo venne nominato manager Arthur Cox, già promosso con il Newcastle in Division One. Dopo una stagione di transizione, il lavoro di Cox portò i suoi frutti. Promozione in Division Two e immediata promozione in Division One furono i risultati con cui Cox si presentò ai tifosi del Derby, che tornarono così a gustare la massima serie.
Qui, dopo un anonimo 15esimo posto, arrivò un sorprendente quinto posto che fece nuovamente sognare i tifosi: forse era possibile ricostruire una squadra vincente. A distruggere questi sogni, alimentati anche da acquisti come Peter Shilton, Mark Wright, Dean Saunders, arrivò la notizia che Maxwell mise in vendita il club, dopo alcune dispute con la FA: fu l’inizio di un nuovo mini-declino che riportò il club in seconda serie.
La crisi stavolta fu solo di risultati, visto che il club non badò a spese pur di tornare il massima serie, ma senza riuscirci e perdendo ogni finale play off, come da tradizione del club. Fino al 1995, che riportò il Derby in First Division, che nel frattempo era diventata Premier League, dove rimarrà fino al 2001/02.
Passarono di qui in quegli anni gli italiani Baiano, Eranio e Ravanelli, oltre gente come Sturridge, Poom, Wanchope, Stimac, Kinkladze e compagnia. Al termine del 2001/02, il Derby tornò in First Division, che diventerà poi Championship. Nel frattempo il Derby cambiava casa, e dopo circa 100 anni andava in pensione il vecchio ma romantico Baseball Ground, per far posto al nuovo Pride Park, inaugurato in un match contro la Samp.
Il Derby County tornerà per una nuova, breve, e pessima, esperienza in Premier nel 2007/08. Stagione che si rivelerà uno dei disastri maggiori nella storia del calcio inglese. Con UNA sola vittoria (in casa contro il Newcastle) il County eguagliò un record che durava da 108 ed apparteneva al Loughborough, oltre a stabilire il record per il minor numero di punti in Premier e per essere la prima squadra nella storia della stessa Premier ad essere retrocessa a Marzo.
Da allora la squadra è dove la troviamo oggi, ovvero in quella Championship dalla quale non è riuscita a uscire nemmeno ingaggiando Nigel Clough, figlio del leggendario Brian, che non è eiuscito ad eguagliare (ma nemmeno lontanamente) le vittorie del papà.
Il Derby è rimasto tuttavia fedele alla sua storia di successi sfiorati, perdendo proprio l'anno scorso a Wembley la finale Play off sotto la guida di McClaren, dopo una rincorsa sfrenata che lo portò da metà classifica ad un passo dalla promozione diretta.
Un'ultima curiosità: quando Taylor morì nel 1990 Brian Clough era lì, al funerale, in lacrime. Nel 1994 dedicherà la sua autobiografia al suo vecchio amico Peter, con queste parole: “To Peter. Still miss you badly. You once said: ‘When you get shot of me there won’t be as much laughter in your life’. You were right“. Oggi la statua di entrambi, sorridenti e felici, svetta fuori Pride Park a ricordare giorni che forse non torneranno più. La vita è troppo breve per passarla litigando, e forse di questo Brian se ne pentì. Ma siamo sicuri che lassù i due si sono abbracciati, ricordando anche quelle vittorie in un Baseball Ground pazzo di gioia. E chi se li dimentica quei due..

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