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Il Derby dei Bilanci: Genoa CFC vs UC Sampdoria

Creato il 02 aprile 2014 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

Iniziamo una serie di analisi dedicate al confronto delle squadre di Serie A che hanno sede nella stessa città. Seguendo l’ordine del campionato 2013/2014 partiremo quindi da Genova per poi spostarci per l’Italia: Roma, Torino, Verona, Milano. Con l’eccezione di Torino e Verona (per la differenza data dalla storia recente) si tratta di squadre che consentono un confronto fra numeri omogenei.

Per cercare di identificare delle tendenze abbiamo lavorato sui bilanci degli ultimi 4 anni. Si parte quindi dalla stagione 2009/2010 per giungere alla 2012/13. In alcuni casi le squadre chiudono il proprio bilancio al 31 dicembre, quindi non sarà sempre possibile lavorare su dati completi; tuttavia, per il tipo di ragionamento che vogliamo fare, crediamo che questo non sarà un ostacolo particolarmente gravoso.

Il documento completo è disponibile per la visualizzazione ed il download al termine del post, nel quale riassumiamo i contenuti principali.

 

 

La struttura e l’azionariato delle due società

Le due squadre fanno riferimento a due famiglie: il Genoa, controllato dalla Fingiochi Spa, al Presidente Enrico Preziosi; la Sampdoria, di proprietà ultima della San Quirico Spa, al Presidente Edoardo Garrone. La parte evidenziata in giallo si riferisce al perimetro delle società del gruppo che – direttamente o indirettamente – dovremo andare ad analizzare nel corso del post.

01 Genoa - catena di controllo
Il Genoa sviluppa tutta la sua attività attraverso la società Genoa CFC Spa; nel dicembre 2013 ha scorporato un ramo d’azienda dando vita alla società “Genoa Image Store Museum & Marketing Srl”, cui è stato ceduto anche il marchio. Una prima curiosità, specialmente in un momento in cui si inizia a parlare in Italia di azionariato popolare, è che il Genoa è l’unica società di Serie A che vede già una partecipazione del 25% del capitale sociale di proprietà dei tifosi, attraverso la Fondazione Genoa 1893 (che ha circa 5.000 sottoscrittori). Questa quota è stata regalata dal Presidente Preziosi alla Fondazione al momento della sua costituzione (nel 2005) e dotata di una serie di “privilegi” fra i quali la nomina di un rappresentante del Consiglio di Amministrazione e di un membro del Collegio sindacale del Genoa CFC, ovverosia la funzione di “controllo” tipica dell’azionariato popolare.

 

01 Sampdoria - catena di controllo

Nel caso della Sampdoria, invece, UC Sampdoria Spa è controllata attraverso Sampdoria Holding Spa (che effettua le operazioni straordinarie e ha al suo interno il debito bancario per il finanziamento delle attività): abbiamo quindi simulato un bilancio consolidato.

 

Non abbiamo invece incluso i risultati della Sampdoria Marketing & Communication Srl, perché opera come società captive e costi e ricavi erano sostanzialmente già inclusi.

 

 

 

Risultati Netti: il Genoa chiude molto meglio, ma è una gara a chi perde di meno

Nei quattro anni analizzati le due squadre non sono mai riuscite a produrre un utile di esercizio. Tuttavia il risultato cumulato è molto diverso: una perdita cumulata di 32,5 milioni per il Genoa e di oltre 134,6 milioni per la Sampdoria.

 

 

03bis Risultati netti grafico

 

Parte della perdita della Sampdoria deriva dal processo di consolidamento, dal quale emergono maggiori costi annuali per circa 9 mln di euro, rispetto a quelli presenti nei bilanci e, quindi, la perdita che si otterrebbe attraverso una semplice sommatoria sarebbe in realtà vicina ai 100 milioni.

 

 

Ambedue le squadre presentano un EBITDA riclassificato (prima del calciomercato) costantemente negativo. Il Genoa sembra saper usare la leva del calciomercato per mitigare le perdite di esercizio, generando un effetto positivo di 7,8 milioni contro una perdita di 8,6 della Sampdoria.

Conto Economico - media periodo

 

Conto Economico: ricavi

Il Genoa produce un giro d’affari medio di 50/55 milioni di Euro, la  Sampdoria, invece intorno ai 40/45 milioni di Euro ed ha superato la soglia dei 50 milioni solo nel 2010.

 

05 - Torta suddivisione ricavi

 

Le ragioni di questa differenza non sono da ricercarsi nel mix di vendite (che sono abbastanza simili) quanto piuttosto nei differenti valori unitari di ricavo: con l’eccezione dei Diritti Televisivi, per i quali la Sampdoria è in leggero vantaggio, nelle altre voci di ricavo il Genoa supera mediamente la sua concorrente.

 

Genoa CFC

Ricavi - dettaglio Genoa - tab

 

 

UC Sampdoria

Ricavi - dettaglio Samp - tab

 

La differenza nei ricavi da gare è particolarmente marcata nel confronto sugli abbonamenti. Se nel 2009/10 il valore medio delle due squadre era vicino, la differenza è andata poi crescendo.  Nonostante il Genoa abbia ridotto nel 2012/13 il ricavo medio, quello della Sampdoria è precipitato alla metà di quello rilevato nel 2009.

 

Ricavi - da gare - medio per abbonamento

 

 

Conto Economico: spese generali e costi del personale

La Sampdoria sembra complessivamente meno efficiente nella gestione delle spese generali con una media di 16 milioni all’anno contro i 14,6 del Genoa.

Per quanto riguarda i costi del personale, il Genoa ha un costo medio di 49,8 milioni, ma il dato è stato superiore ai 50 milioni nelle ultime due stagioni. Ciò  significa che i Rossoblù spendono il 91,7% del proprio fatturato solo per questa voce. La Sampdoria ha invece speso una media di 42,2 milioni, che complice anche il minor fatturato del periodo rappresenta 105,9% del totale dei ricavi (ma sarebbe vicina al 90% anche se i Blucerchiati fossero rimasti costantemente in Serie A).

 

Conto Economico: gestione del parco calciatori

All’interno di questa voce confluiscono le plusvalenze e minusvalenze sulla vendita dei giocatori, i costi e ricavi dalla gestione temporanea dei calciatori (prestiti e compartecipazioni), i costi per osservatori ed intermediari e, infine, gli ammortamenti dei diritti pluriennali dei giocatori.

 

Players Trading  graph

 

Stato Patrimoniale

L’analisi dello Stato Patrimoniale delle due Società ci restituisce una fotografia di due strategie completamente diverse nella gestione di una società di calcio: mentre il Genoa ha scommesso fortemente sul calciomercato come strumento di gestione del Club, la Sampdoria non sembra considerare tale attività realmente funzionale alla vita del Club.

L’evidenza di questa differenza si ha, in particolare, osservando i differenti valori del parco giocatori di proprietà: sempre superiori ai 90 milioni per il Genoa (con un picco a 125 milioni nel 2011), mai oltre i 43 milioni per la Sampdoria. Contemporaneamente, il saldo del calciomercato è molto positivo per il Genoa (con un picco di 45,7 milioni nel 2012), mentre è perennemente negativo per la Sampdoria (anche se su valori più ridotti nell’ultimo biennio).

 

Stato Patrimoniale - riclassificato

 

Stato Patrimoniale: crediti e debiti correnti

Il Genoa ha visto una crescita più che proporzionale dei propri debiti verso fornitori (passati da 18,3 a 31,7 milioni) e dei debiti verso lo Stato. In quest’ultimo caso, peraltro, la situazione è circoscritta al debito IVA per circa 10,2 milioni, oggetto di un accordo di rateizzazione con l’Agenzia delle Entrate firmato nel dicembre del 2012. La Sampdoria ha, invece, fatto registrare una forte variazione degli “altri debiti” che ospita in particolare la voce dei risconti passivi sia sui ricavi per i diritti TV (7,9 mln) sia sulla plusvalenza sulla cessione del marchio realizzata nel luglio 2011 (17,6 mln).

 

Stato Patrimoniale: parco calciatori

La due Società hanno una politica in antitesi: se il Genoa, almeno fino al 2011, ha fatto del calciomercato un asset strategico del proprio modello di business  (arrivando a detenere a fine 2011 calciatori per un valore netto a bilancio di 125 milioni), la Sampdoria ha  invece concentrato la propria attività al parco funzionale alla squadra, contenendo il valore della rosa al di sotto della soglia del 45 milioni.

Stato Patrimoniale - Parco Calciatori graph

Al 31 dicembre 2012, il Genoa deteneva la proprietà di 70 calciatori e la compartecipazione su altri 19 (per un valore complessivo di 111,7 milioni). Alla stessa data, la Sampdoria deteneva la proprietà di 37 giocatori e compartecipazione su altri 6 della Sampdoria (per un valore netto 29 milioni).

 

Stato Patrimoniale: crediti e debiti da calciomercato

Il Genoa, a partire dal 2010, ha fatto riscontrare un saldo del calciomercato sempre positivo, giungendo ad esporre un credito complessivo di 45,7 milioni di euro al 31 dicembre 2012. Nel corso del 2013 la Società non ne avrà un beneficio finanziario, considerando che il saldo fra incassi e pagamenti è negativo per circa un milione di euro, ma in generale è possibile confermare che il calciomercato è un’area di attività aziendale che dovrebbe consentire una sorta di autofinanziamento per i prossimi due anni.

La Sampdoria, al contrario, si trova costantemente a debito con il calciomercato, sebbene le cifre complessive siano notevolmente scese nel biennio 2011/2012, tornando su livelli più gestibili (8,7 milioni, dei quali 5,5 nel corso del 2013) rispetto al biennio precedente, che aveva visto sforare il tetto dei 20 milioni. Non appare quindi un’area dalla quale la Società può attendersi un recupero di cassa, quanto piuttosto un costante assorbimento di risorse, che andrebbero generate dall’attività caratteristica per evitare il continuo ricorso al debito bancario o all’intervento dell’azionista.

 

Stato Patrimoniale: la Posizione Finanziaria Netta

Le due squadre presentano un debito strutturalmente troppo elevato: il valore medio rappresenta infatti, al netto delle operazioni di calciomercato, circa il 140% del fatturato per il Genoa ed il 200% per la Sampdoria.

 

Stato Patrimoniale PFN 2012 tab

 

Entrambe le squadre presentavano al 31 dicembre un debito verso le banche intorno agli 80 milioni di euro (80,15 il Genoa e 78,6 la Sampdoria) ma la natura dello stesso è molto differente:

  • l’indebitamento del Genoa è prevalentemente di natura autoliquidante (dovuto ad  operazioni di anticipazione di crediti verso la Lega per i diritti televisivi della Serie A e dai crediti per il calciomercato). Ha rate di rimborso di debiti a medio termine pari a 4 milioni di euro all'anno.

 

Stato Patrimoniale PFN 2012 rientri mutui

 

  • la Sampdoria, invece, ha quasi il 71% dei propri debiti legati a finanziamenti a medio termine e all’operazione di lease-back sul marchio realizzata nel 2011 che, comporteranno importanti rate di rimborso fra il 2013 ed il 2015, per un totale di 37,5 milioni.

 

Il test del Fair Play Finanziario: Genoa ok, Samp fuori con la perdita 2013

Il Genoa supera tranquillamente il test del Fair Play Finanziario. Il risultato aggregato delle stagioni 2010/12 (che, in assenza di ulteriori dettagli, nel nostro caso corrisponde a quella dei bilanci annuali al 31.12.11 e 31.12.12), è una perdita di 3,4 milioni, quindi non imporrebbe neanche un intervento da parte dell’azionista. Inoltre, considerando che la soglia massima tollerata prima di possibili sanzioni è di 45 milioni, si può già ipotizzare che la situazione sia sotto controllo indipendentemente dal risultato del bilancio al 31.12.2013.

Questo consente al Genoa di non avere problemi per il mancato rispetto delle soglie di controllo relative all'incidenza dei costi del personale sui ricavi totali (che a dispetto del nome non includono nella definizione UEFA i proventi da gestione del parco calciatori) ed il requisito del debito netto inferiore ai ricavi totali.

 

Generale - FFP Test  Genoa

 

Nella verifica degli indicatori abbiamo lasciato in bianco la voce relativa ai debiti scaduti. Recenti lanci della stampa hanno segnalato che il Genoa avrebbe delle situazioni debitorie nei confronti di due squadre straniere relative all’acquisto di due giocatori. La definizione di “debito scaduto”, peraltro, si applica esclusivamente a quelle partite per le quali non esista un accordo di dilazione di pagamento ovvero non siano oggetto di un contenzioso. Non essendo disponibili valutazioni ufficiali, abbiamo quindi preferito non rilevare l’indicatore; se il Genoa dovesse trovarsi in una situazione di difetto, peraltro, potrebbe essere oggetto di sanzioni in caso di partecipazione alle competizioni UEFA.

 

 

La Sampdoria supera a filo il test del Fair Play Finanziario: la perdita aggregata arriva già a 44,3 milioni di euro, quindi consentirebbe solo ulteriori 70.000 euro di perdita per non superare la soglia e incorrere in sanzioni, mentre già sappiamo che la perdita dovrebbe essere intorno 20 milioni di euro.

 

Generale - FFP Test  Samp

 

Il parametro del Patrimonio Netto, negativo, è influenzato dal processo di consolidamento: non sappiamo come questo verrebbe trattato in sede UEFA. In compenso la Sampdoria ha due ulteriori problemi perché superando la soglia della perdita massima consentita si trova a doversi sottoporre alla verifica anche del rapporto costo del personale/ricavi totali e debito netto/ricavi totali, fallendo in ambedue i casi.

 

Qualche conclusione

I ricavi delle due squadre Genovesi sono abbastanza in linea, nella loro composizione, con il taglio medio della Serie A e ne scontano le problematiche: l’assoluta dipendenza dai diritti televisivi (la cui assenza, come nel caso della retrocessione della Sampdoria, produce delle vere e proprie voragini) e la poca possibilità di sfruttare i ricavi commerciali e da sponsorizzazioni.

 

Il confronto con i numeri della Serie A conferma però che la Sampdoria ha avuto (almeno fino al 2012) il modello di gestione peggiore di tutta la Serie A se paragonato a realtà delle sue dimensioni economiche.

Pur non sottovalutando gli effetti della retrocessione in Serie B, con i suoi 108 milioni di perdita si pone immediatamente a ridosso di Inter, Juventus, Roma e Milan. Anche volendo annullare gli effetti del consolidamento e considerando la perdita pari a soli 82 milioni, la distanza con la sesta in classifica è comunque enorme: la Fiorentina ha segnato nello stesso periodo perdite per “soli” 40,9 milioni di euro.

 

Generale - Confronti Serie A - graph

 

 

Negli ultimi anni, Genoa e Sampdoria sono progressivamente scivolate nella fascia della Serie A compresa fra quelle che lottano stabilmente per le prime otto posizioni e quelle che iniziano il campionato già sapendo che il rischio di retrocessione è decisamente superiore alla media delle altre.

L’unica possibilità di uscire da questo limbo sarebbe poter allestire delle squadre competitive, con un progetto sportivo di medio termine, raggiungendo nel contempo l’autosufficienza economica e finanziaria. La dipendenza dall’azionista di riferimento, infatti, oltre a non essere “sana” sotto un profilo gestionale, espone le Società a dei rischi indiretti nel momento in cui lo stesso dovesse essere a sua volta impegnato in altri investimenti strategici o in difficoltà per motivi contingenti.

Ma le due squadre devono cambiare modello e strategia.

Non potendo operare in maniera immediata sul fronte dei ricavi, occorre ripensare la struttura dei costi, partendo da quelli che rappresentano la vera spina nel fianco di ogni squadra di calcio: il personale, riportandone il costo del personale all’interno di una soglia massima del 50%/60% del fatturato, di fatto dimezzandolo rispetto ai costi attuali.Non è un’impresa facile, perché significa contenere il budget ad un valore lordo di 20 milioni. Non è però un’impresa impossibile: ci riescono da anni squadre come Catania, Cagliari e Chievo ma ad un gradino superiore (intorno ai 30/35 milioni) ci sono Atalanta, Bologna e Udinese.

 

 

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