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Il deserto dei Tartari

Creato il 16 dicembre 2012 da Patuasia

Ci risiamo, ecco che ritornano i Tartari. Ogni qual volta l’Union inciampa ecco che si profila un complotto. Un nemico. Questa volta è lo Stato, reo di averci tolto una parte del malloppo e messo quindi in crisi l’autonomia che, senza, zoppica. Lo Stato è marcatamente centralista, ma la Regione nei confronti dei Comuni non lo è? E Rollandin nei confronti dei suoi uomini e dei suoi alleati non concentra tutto su di sé? Perron lamenta un dialogo a senso unico con Roma. Viérin figlio lamenta un dialogo a senso unico con la direzione del suo partito. Dunque? Come possono riuscire credibili se ciò che contestano fa parte di loro stessi? Infatti questa Union valdotaine non è credibile. Per tornare a recuperare parte del suo DNA originario dovrebbe licenziare in toto la sua classe dirigente anche andando all’opposizione per qualche anno. L’autonomia è fottuta, se non sarà domani sarà dopodomani. L’unico modo per poterla difendere era quello di diventare una Regione sperimentale in esempi virtuosi. Un modello politico e amministrativo da copiare. Un gioiello da esibire. Cosa siamo? Corrotti e clientelari. Non abbiamo vere eccellenze da mostrare e in questa povertà morale ed economica risulta più che mai comico Perron che invita a parlare francese per distinguerci dagli altri italiani. Neppure la lingua di Molière sono riusciti a difendere, usata anch’essa come qualsiasi altra cosa per scopi clientelari. Su di noi veglia un condannato: bell’esempio di autonomia che diamo all’Italia corrotta e clientelare. Siamo come tutti gli altri, anzi direi peggio degli altri in quanto abbiamo disposto di ingenti somme per un trentennio e oggi siamo qui accattoni a piangere il privilegio che sfuma.


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