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Il deserto di Eliseo

Creato il 28 agosto 2013 da Marinobuzzi

E così, dopo che Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, ha preso posizione, apertamente e con forza, contro le parole del vicepresidente dell’Unione giuristi cattolici italiani Giancarlo Cerrelli che, alla trasmissione Uno Mattina, aveva affermato che l’omosessualità è un disordine, parlando di sessualità sbagliata e vissuta come un disagio, gli estremisti religiosi hanno fatto partire la loro crociata. Ascoltando le parole di Cerrelli è chiaro che abbiamo a che fare con una persona che parla solo per pregiudizio, senza conoscere la realtà delle cose, senza neppure conoscere le persone omosessuali. Una persona che mette insieme tante cose, fa confusione, e, alla fine, usa i soliti stereotipi e i soliti pregiudizi per affermare che l’unico orientamento sessuale giusto è quello eterosessuale.
Per fare chiarezza Palma, che è uno psicologo e non un giurista e che, forse, conosce meglio di Cerrelli la propria materia, ha affermato:
“È gravissimo che i detrattori della legge anti-omofobia ripropongano, tra le altre, l’idea che l’omosessualità sia una malattia da curare e, di conseguenza, che l’orientamento omosessuale sia da modificare, contraddicendo palesemente quanto, invece, da anni sostiene la comunità scientifica internazionale che, a ragione, ha da tempo rigettato le cosiddette terapie di conversione e riparative». «Affermare che l’omosessualità possa essere curata o che l’orientamento sessuale di una persona si debba modificare, come recentemente dichiarato dal vicepresidente Unione giuristi cattolici italiani è una informazione scientificamente priva di fondamento e portatrice di un pericoloso sostegno al pregiudizio sociale ancora così fortemente radicato nella nostra società, come dimostrano, purtroppo, i sempre più diffusi fatti di cronaca. Ribadisco, se mai ce ne fosse bisogno che gli psicologi, secondo il Codice deontologico, non possono prestarsi ad alcuna ‘terapia riparativa’ dell’orientamento sessuale di una persona, bensì collaborare con i propri pazienti nel caso i disagi relativi alla sfera sessuale siano essi avvertiti dagli eterosessuali così come dagli omosessuali».
A questa presa di posizione, però, si oppone parte del mondo cattolico portando avanti la solita storia della libertà di pensiero. È come dire: “I neri sono inferiori” o “Le donne sono inferiori” e poi, davanti alle critiche (sacrosante) sostenere che “Ho il diritto di pensarla come mi pare!” e poco importa se il tuo pensiero è basato solo sul pregiudizio e non corrisponde a verità. Sono decenni che gli estremisti religiosi cercano di far passare la linea che l’omosessualità è stata depennata dal DSM non per motivi legati alla ricerca e all’avanzamento della tecnica psicologica ma solo per le pressioni delle “lobby” gay.
Devono però mantenere la maschera dei buoni cattolici senza rischiare di venire accusati di essere in realtà dei volgari razzisti (tanto poi la maschera cade quasi subito), così si portano addosso una coperta carica di buonismo ipocrita. La verità è che questa gente è davvero convinta di essere dalla parte del giusto proprio come lo erano coloro che affermavano che i neri erano inferiori ai bianchi, accomunabili ad animali, o che le donne non erano intelligenti come gli uomini. La posizione è la stessa.
Comunque è chiarissimo a tutti che con la discussione sulla legge antiomofobia le fila dei cattolici intransigenti si sono ingrossate e hanno preso (metaforicamente) tutti le armi in mano. È assolutamente paradossale come coloro che si dicono paladini della cristianità, in realtà, vadano contro la politica del (loro) Dio e vengano meno anche agli insegnamenti del (loro) Cristo.
Nascono blog e pagine facebook, si alternano articoli deliranti ad altri patetici sino ad arrivare alla lettera furbetta del giovane ex gay che chiede la libertà di poter “cambiare”.
La lettera aperta a Luigi Palma la trovate su questo blog (qui) e su tutti i siti cattolici perché la simpatica letterina è stata presa come esempio e verità assoluta sul desiderio che hanno gli omosessuali di cambiare.
Il fautore della lettera, ovviamente, non si firma con il suo nome ma con uno pseudonimo, il nostro eroe si fa chiamare Eliseo del Deserto e la sua lettera è in perfetto stile Mirianesco ( andate a leggervi le letterine della Miriano). Ora, visto che si parla di libertà, tutt* noi siamo ovviamente liberi di credere che questa persona esista o che sia solo un trucco di qualcuno per portare acqua al proprio mulino. Io so che mi chiamo Marino Buzzi e quando scrivo qualcosa lo faccio mettendoci faccia e nome e vado incontro al mio destino a testa alta accettando le conseguenze delle mie azioni e delle mie parole. Detto questo Eli (seo) snocciola immediatamente la storiella del bambino che non è stato abbastanza amato da piccolo, che ha assistito ai conflitti fra mamma e papà e che ha deciso di non diventare come quest ultimo (ma che fantasia il bambino che non si identifica con il papà….). Al povero Eli, quindi, è mancato un modello maschile “sano”. Da qui in poi abbandonate ogni speranza perché si parla degli omosessuali come “bambini egoisti” incapaci di amare o di essere romantici. Arriva poi al punto della “pornografia” snocciolando lezioncine che nemmeno Freud avrebbe preso in considerazione. Scopriamo così che il maschio gay è ossessionato dal sesso, che guarda pornografia tutto il giorno, che cerca continuamente la scopata. Sono teorie che molti altri prima di Eli avevano tirato in ballo. La persona che scrive è, ovviamente, in malafede. Parla dell’ambiente gay come di un inferno orgiastico privo di umanità idealizzando invece l’eterosessualità. Sarebbe, probabilmente, inutile snocciolare i dati, per esempio, sulla prostituzione ad uso e consumo del maschio eterosessuale, così come sarebbe inutile parlare del boom della pornografia etero o dei viaggi del sesso per i maschi etero e molto, moltissimo altro. Sia ben chiaro, non ne faccio una questione di sesso. Il sesso è bello e ognuno se lo vive come vuole (sempre nel rispetto dell’altro/a e della legalità ovviamente). Ciò che infastidisce è questo continuo tentativo di speculare sulle vite delle persone, questa mistificazione della realtà. Esistono maschi omosessuali ossessionati dal sesso? Certo! Così come esistono maschi eterosessuali ossessionati dal sesso. Esistono dark, saune, cruising gay? Certo! Ma esistono anche quelli etero, esistono i luoghi di scambio di coppia e molto altro! Cerchiamo di aprire gli occhi l’intera società basa le proprie fondamenta sul sesso, c’è solo un enorme velo di ipocrisia che nasconde la polvere sotto il tappeto.
Allora basta con questa favoletta del gay cattivo e dell’etero buono per favore! Parliamo dei condizionamenti esterni, parliamo del fatto che nasci e ti viene detto che se sei omosessuale sei sbagliato, contro natura, e molto altro. Parliamo di questo. Abbiamo schematizzato la sessualità, ci siamo dati dei ruoli e non vediamo le gabbie mentali che ci sono state imposte. Quanti eterosessuali, a un certo punto della propria vita, scelgono la strada della bisessualità o dell’omosessualità o scoprono la loro vera identità? Se un omosessuale maschio, a un certo punto, si innamora o prova attrazione fisica per una donna ma che male c’è? Io non metto in discussione il “cambiare sponda” (qualsiasi sia la sponda), metto in dubbio la necessità di andare da uno psicologo per “modificare” il proprio orientamento. L’orientamento non si cambia grazie all’intervento dei riparatori, al massimo si cambiano gli atteggiamenti e si reprimono le pulsioni. Che non è proprio il massimo se mi permettete perché è chiaro che l’unica strada che si apre è quella dell’infelicità. Insomma smettiamola di nasconderci dietro il “diritto” a cambiare, caro Eli, nessuno ti nega di giocare a fare l’eterosessuale se vuoi ma, per favore, non giocare a fare lo psicologo. Accetta il fatto che non vuoi essere omosessuale perché la tua religione ti dice che è sbagliato. E ti prego Eli (o chiunque tu sia) se vuoi apparire un po’ credibile almeno firmati con nome e cognome, abbi almeno il coraggio di metterci la faccia.
Marino Buzzi


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