Con le dimissioni annunciate dal Papa pochi giorni fa era inevitabile che questo libro, uscito per la precisione nel 1978, destasse curiosità e tornasse in auge tra i lettori più appassionati.
E’ opportuno precisare immediatamente che al suo interno non c’è nulla di profetico, né di apocalittico, dunque alla larga i Giacobbo del momento assieme a tutta la loro compagnia di templari, piramidi, maya e cerchi nel grano.
Detto questo è possibile fare un sereno commento al libro, dicendo che è costituito da una raccolta di nove racconti, dei quali il primo è quello che dà il titolo al volume.
Gli autori sono diversi, così come i generi:
Il dilemma di benedetto XVI di Herbie Brennan è un racconto ambientato in un futuro in cui una nuova nazione autoritaria sta prendendo sempre più forza;
Mentre l’atlantico muore di Hilbert Schenck, di puro stampo ambientalista, parla dei disastri che l’uomo può provocare nella natura;
Il posto senza nome di Raylyn Moore è un qualcosa di surreale ed utopistico
Venerdì 13 di Isaac Asimov rispecchia alcuni degli scritti tipici del famoso autore, quelli legati alla numerologia; il racconto parte infatti da un concetto astratto come la superstizione, nello specifico la paura del giorno venerdì 13, per prendere poi la forma di una discussione sui numeri con la spiegazione funzionale del concetto di calendario perpetuo.
Anche questo episodio sarebbe stato degno della raccolta Racconti matematici che invece ne comprende un altro.
Lui di Alan Dean Foster è forse secondo me quello più scontato.
Dove s’arrampica il caprifoglio di Manly Wade Wellman rimanda a tradizioni nordiche con streghe e spiriti dei morti che tornano per influenzare il destino dei vivi.
Nelle mani dei maligni di James Michael Reaves è un racconto che per ispirazione e tradizioni può essere assimilato al precedente, seppur con esiti diversi; una versione più horror e più tenebrosa, se vogliamo.
Retrofuturo di Haskell Barkin parla di viaggi nel tempo.
L’uomo che salvò il sole di Stephen Tall si inserisce senza troppo clamore nel filone fine del mondo.
In generale sembra di leggere un insieme di episodi della serie Ai confini della realtà.
Contesti diversi e storie diverse che nascono con buone intenzioni, ma che lentamente perdono di spessore.
Una lettura diluita nel tempo sarebbe probabilmente da preferire, pur essendo i nove racconti piuttosto brevi, perché in questo si eviterebbe si sovrapporre le storie.
Il problema mio personale con i racconti infatti è proprio questo: leggendone anche due o tre in rapida successione, si finisce con il perdere il senso delle storie e soprattutto la profondità delle atmosfere.
Da sempre si dice che i racconti andrebbero letti uno per giorno; questa cosa mi è sempre risultata piuttosto ostica non facilitando il mio rapporto con essi.
Tempo di lettura: 3h 40m