La vignetta, pubblicata da Hurriet Daily News, con il testo incriminato cerchiato.
Il pubblico ministero ha chiesto la sua condanna ad un anno di carcere per aver «insultato i valori religiosi adottati da una parte della popolazione».Che dire? «I soliti fanatici musulmani»? «La Turchia non rispetta la libertà di pensiero»? Certo, per l'ennesima volta i musulmani dimostrano di non avere nessuna considerazione per i diritti delle persone, mettendoli dietro la religione. Ma forse dovremmo guardare anche in casa nostra, perché la situazione non è poi migliore.
Una pubblicità «blasfema»
L'azienda di abbigliamento Fracomina ha recentemente diffuso una campagna pubblicitaria in cui alle modelle sono attribuiti slogans come:
- «Sono Chiara, mi piacciono le donne e non amo i motori»;
- «Sono Emma, ho tre figli e a lavoro comando io» ;
- «Sono Eva, mi piacciono le mele e non cedo sempre alle tentazioni»;
- «Sono Maddalena, faccio la escort e non sono una ragazza facile»;
- «Sono Maria, non sono vergine e ho una forte spiritualità»;
- «Sono Monica, lavoro in politica e non vado a letto con nessuno».
E poi ci sono quelli che si sono sentiti offesi perché «Eva», «Maria» e «Maddalena» richiamano personaggi religiosi.
L’imam di Perugia, Abdel Qader Mohammad, si è scagliato contro le due modelle che hanno ‘interpretato’ Maria e Maddalena. “Sono al servizio di Satana e danno un messaggio satanico”, ha dichiarato riferendosi all’ucraina Valusha Dovhanyuk e alla polacca Ania Chiz. Per un musulmano è “inaccettabile che una figura come quella di Maria, un simbolo, una figura chiave anche dei testi sacri della nostra religione, venga strumentalizzata per diffondere un messaggio blasfemo”, prosegue. Una “operazione disgustosa e condannabile”, quella degli stilisti, “che trova terreno fertile in un sistema di valori degradato”. La donna è “accostata in maniera offensiva a figure sacre e intoccabili”, sostiene.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi ha invocato anche una presa di posizione dell’Agcom. È una pubblicità “degradante e offensiva per i milioni di credenti che ci sono in Italia”, ha detto, “un vero e proprio vilipendio alla religione”. In questo caso si “cerca lo scandalo, con la consapevolezza di offendere, per promuovere un brand”, ma “quando si toccano elementi che hanno a che fare con la sfera religiosa, l’autocensura dovrebbe essere automatica”, non ha esitato ad aggiungere il sottosegretario.Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha emesso un'ordinanza in cui si dispone l'oscuramento o la rimozione dei cartelli, poiché «lesivi della dignità della donna» e centrati sul «palese accostamento a significati afferenti la sfera della sensibilità religiosa della comunità», causando «un effetto di intollerabile affermazione di pregiudizi culturali e di stereotipi sociali fondati sulla discriminazione di genere e sul credo religioso». A Brindisi e Gallipoli, invece, sono state direttamente le concessionarie pubblicitarie a mettere in atto l'«autocensura automatica» auspicata da Giovanardi.
Manifestazioni «non rispettose dei valori religiosi»
Se nel caso precedente le richieste di censura sono state una reazione ad un evento percepito come «offensivo», un altro politico nostrano ha stabilito la censura preventiva di ogni manifestazione che possa distinguersi dal pensiero religioso.
Il sindaco di Assisi Claudio Ricci, infatti, ha promulgato un'ordinanza comunale secondo la quale saranno permesse solo...
le mostre d’arte, sia all’interno che all’esterno, le cui opere abbiano un alto valore artistico e siano coerenti con i luoghi, la cultura e la spiritualità dei siti, in particolare religiosi, e, comunque, il patrocinio e le autorizzazioni saranno concesse solo a seguito della presentazione preventiva del catalogo delle opere esposte.Le limitazioni non sono finite; sono infatti proibiti a priori...
in prossimità di siti, luoghi religiosi e culturali, sfilate di moda e/o concorsi di bellezza che non siano coerenti con il rispetto dei luoghi e con gli orari degli eventi e manifestazioni religiose.e la situazione non è migliore neppure per gli artisti di strada...
Il sindaco vieta inoltre le autorizzazioni agli artisti da strada che non siano rispettosi dei valori religiosi e culturali di Assisi e anche l’utilizzo di piazze e spazi in prossimità di luoghi religiosi per eventi che non siano rispettosi dei valori culturali e spirituali.
La libertà di parola e la libertà di offendersi
Nei tre casi presentati - Turchia, pubblicità, manifestazioni - vi è un conflitto tra due diverse necessità: quella di una persona a manifestare il proprio pensiero e quello di un'altra persona a vedersi tutelato il proprio sentimento religioso.
In entrambi i casi si vanno a toccare aspetti molto delicati della personalità di un essere umano, ma credo vi sia una differenza fondamentale tra le due necessità: in un caso si chiede di poter esprimere un pensiero; nell'altro si chiede che un certo pensiero sia tutelato, che non sia messo in discussione. In un caso si tutela la persona in sé, nell'altro ciò in cui essa crede.
Che la differenza tra i due casi sia radicale, salta agli occhi anche considerando il fatto che la Dichiarazione universale dei diritti dell'essere umano tutela il diritto di pensiero e quello di religione, intesi come il diritto a avere una propria opinione, e renderla manifesta e quello ad avere una propria religione, e a renderla manifesta; non si fa parola di diritti delle opinioni o delle religioni ad essere tutelate di per sé.
Postscritto
Poco prima di terminare questo articolo, ho letto una notizia che trovo agghiacciante. Cito dal sito UAAR ultimissime:
Faryal Tauseef, una ragazzina di 13 anni di famiglia cristiana che vive ad Abbottabad in Pakistan, rischia l’incriminazione per blasfemia a causa di un errore di ortografia. La bambina, riporta tra gli altri l’AFP, ha sostenuto di recente un esame in lingua urdu nella sua scuola. Ma ha scritto per errore lanaat (”maledizione”) invece di naat (”poesia di lode”) riferendosi al profeta Maometto. In poco tempo la notizia si è diffusa, gli stessi insegnanti, la gente della zona e i dotti islamici locali hanno manifestato contro la bambina chiedendo che venisse accusata di blasfemia. Faryal è stata cacciata dalla scuola e sono state fatte pressioni per licenziare la madre, che fa l’infermiera.Ancora una volta, la giustificazione addotta per la cacciata dalla bambina dalla scuola, per il licenziamento della madre, nonché per la sua messa in stato di accusa per blasfemia (reato che in Pakistan, lo ricordo, è punito con la morte) è quella che la bambina ha offeso il sentimento religioso dei credenti.
Anche mettendo da parte, con uno sforzo enorme, il fatto che la bambina abbia commesso un errore, resta il nucleo centrale del problema: persone che vengono punite perché ciò che dicono è contrario a ciò che altri credono.
Quanto a lungo bisognerà ancora tollerare questo «diritto ad offendersi» concesso ai credenti?
Valentino Salvatore, «Pubblicità di moda cita Maria, Maddalena ed Eva: per Giovanardi è “vilipendio alla religione”», UAAR ultimissime, 3 settembre 2011; Valentino Salvatore, «Ancora polemiche su pubblicità di moda ‘blasfema’: ordinanza anti-manifesti a Roma e critiche dell’islam italiano», UAAR ultimissime, 28 settembre 2011. «Un'ordinanza di Ricci mette un freno a mostre e artisti di strada», VivereAssisi, 28 settembre 2011; Valentino Salvatore, «Assisi, ordinanza del sindaco vieta eventi “che non rispettano valori culturali e religiosi”», UAAR ultimissime, 29 settembre 2011. Valentino Salvatore, «Pakistan, bambina cristiana accusata di blasfemia da musulmani per errore di ortografia», UAAR ultimissime, 5 settembre 2011.