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O si tagliano le tasse, oppure possiamo anche valutare se togliere la spina al governo.
A Tremonti, devono aver fischiato le orecchie, per i suggerimenti sul come trovare i soldi: “caro Giulio, se vuoi avere i voti della Lega, non devi toccare i comuni, gli artigiani e le piccole imprese”.
Un avvertimento, al ministro e al premier.
Il senatur è stato accorto nel cavalcare la protesta della base: stop alla guerra in Libia perchè costa (costava anche la missione in Iraq e quella in Afghanistan) e perchè porta i clandestini.
Avanti col federalismo e revisione del patto di stabilità.
Stop alle ganasce di Equitalia, specie se nei confronti degli allevatori lumbard (e quelli in Sardegna?): qui va dato atto al ministro di aver ammesso l'errore (“nemmeno la sinistra”).
Una legge Marzano anche per gli allevatori e anche una bella stoccata a quanti accusano la Lega di difendere quelli che non hanno pagato le multe con le quote latte.
Un taglio alle auto blu, ai costi della politica (se ne accorgono un po' in ritardo).
Ministeri al nord: B. aveva firmato, ma poi si è “cagato sotto” col decreto. Bossi ha pure mostrato la targa del suo ministero a Monza, a Palazzo Reale (ma non era stato dato ai privati?).
A che costo, si sposteranno i ministeri? Paga lo stato centralista, oppure paga la regione che li ospita?
Ad un certo punto, il comizio di Bossi sembrava quasi surreale: quando di fronte a Maroni, diceva dai Roberto, vieni anche tu. Come se si trattasse di una scampagnata.
La mafia? Foera di bal. Nessun commento, però, per gli arresti della ndrangheta al nord, in Lombardia e nel Piemonte.
Maroni: nessun governo ha fatto come noi contro la mafia. Dice lui: è i tagli alla sicurezza, e le proposte di riforme della giustizia? E il pasticcio nello scioglimento del comune di Fondi? E i candidati del PDL in contatto (anche se non indagati) con i boss?
E poi, come può un ministro della repubblica dire che il suo sogno è una Padania, libera e indipendente?
Insomma, un discorso attendista: niente elezioni per non consegnare il paese alla sinistra, ma nulla è scontato, però, nemmeno la candidatura di Berlusconi nel 2013.
Tutto qua: siamo sicuri che il bene del nord (delle imprese, delle famiglie, dei comuni) sia questo?
La folla di fronte al senatur, l'ha pure sorpassato: alle parole del ministro, ribatteva secessione, secessione ….
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